Natura e grazia le due vie di appartenenza
la vita raccontata in un film
la precisione funambolica del lanciatore di coltelli
la goccia di sangue che cola da un orecchio
babbo natale che non passa per il camino
la vendetta di un marito messo alle strette
un gatto che da una barca gioca con un delfino
un rumore di fondo al tuo alito vinoso
il mio ciarlare vano
una presa di posizione che non tiene conto dello spazio
non merita aria da respirare
mia madre ancora mi culla seppure in un modo così cruento
che sembra voglia darmi battaglia
oggi non mi volto in dietro a guardare il resoconto nefasto
delle mie adorazioni partigiane
vado avanti e basta ed ogni passo è un petalo
strappato dall'argine ultimo di una rosa abbandonata
al suo fluttuare lieve tra il vanto di una coscienza sedotta dal profumo
e un'immaginazione senza furia che non trova alcuna soluzione
che pungersi con le spine per mandarne a memoria la forma
una volta per tutte e senza riscatto per le dita
che l'hanno stretta in un tentativo di misurarne la portata universale
se vuoi giocare giochiamio fino all'ultimo respiro
non eravamo noi a parlare ma i nostri vicini
ma ci immedesimammo al punto da prenderci a schiaffi
senza motivo
non farmi del male più di quanto non abbiano fatto
il tuo sesso intermittente fatto di gambe
mai divaricate completamente e i tuoi pensieri sulla morte
non posso credere che una volta ci siamo amati
come persone qualunque noi che eravamo diversi
nel senso più spregevole che i moralisti possano dare al termine
non è facile scoprirsi redenti mondati dai propri peccati
per prima cosa ci vuole una buona dormita
ma il sonno latita e probabilmente non servirà nemmeno una doccia
il mio nome l'hai scritto a matita
perchè fosse subito chiaro che si trattasse di una relazione
a tempo determinato facile da essere cancellata
così nella tua memoria solo scorie di me, grafite.
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