Apoteosi di un lascito le lacrime versate sul tuo grembo
mi son bruciato gli occhi sta mattina in piazza
le scale ad ostacoli del duomo
le mattonelle del bagno del bar dove ho vomitato
undici di mattina gli anziani son rimasti a ballare il valzer dei quotidiani
i ragazzi si baciano sui gradini
non vogliono saperne di letture solide
la fontana per i piccioni e per i bambini
gli alberi da soma che trascinano il verde per le piazze di città
e in mezzo tu e tutto il tempo che passò
sei incinta di un altro il colpo è duro
vado a nscondermi in un angolo
perdo fiato a respirare
sarebbe meglio sparire convergere con lo schianto di altri desideri
disperdersi nel buio di un vuoto di memoria
non si ricomincia la danza non questa volta
cosa sei diventata
vorrei essere felice per te ma ho troppa sete
e non abbastanza fortuna
penserò che sia buona norma
allo specchio un altro uomo
e in cielo un'altra Luna
portare l'otraggio dei saluti claudicanti
su altre sponde che non i tuoi seni da madre e i fianchi
ancora non ho più voglia di saggistica
mentre la lingua mi diventa di plastica
sei bella te lo riconosco come con me non sei stata mai
e la gelosia si fa diaspora del mio ego
tornerai a casa da lui
devo abituarmi alla solitudine in caso d'emergenza
la pazienza ruggisce e vola su ali di cristallo
che vada in pezzi con la mia vita legata al becco
per oggi ho perso tutto.
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