Niente conta cade la Luna
odiare L'onda il morso affonda
dove la carne è più tenera
d'imbarazzanti primavere e caschè
fresca la fronda che salì dal mare
per fare la rivoluzione ai danni dei mortali
un gioco di parole tra me e te
fa più male di casa tua vista da qui bruciare
è facile far di conto
quando si hanno poche dita funzionanti in una mano
sulla loro punta solo qualche piccolo pianeta
da far girare in senso inverso
al rimorso circolare che abbiamo provato
per strapparli dalle loro orbite
ordite in un angolo di cielo cui c'era vietato accedere
prima che ci ribellassimo a furor di popolo
ma che importa ci cattureranno un giorno lontano
quando l'impero avrà precipitato l'anima
negli abissi primordiali di uno stato non più fluttuante
oltre le conche dove soffoca il respiro dell'abete
e non ruba la gazza più alcun mantra
faremo piste per le stelle
scioglieremo candele da ambo i versi
tutto purchè la luce che ci assalga
non possa più tornare ad essere stanca di noi
della nostra paura del vuoto del buio
di essere gli stessi che uccidono
e poi chiedono perdono
affogami e i miei polmoni setacceranno l'acqua
in cerca dell'oro
è ancora necessaria la bellezza dei corpi
e la vittoria galleggia sugli accoppiamenti fortunati
coiti interrotti con la speranza di essere salvati
da vite decimali ai margini della storia
saranno all'ordine del giorno quando anche ai ceti bassi
verrà concesso di prevedere un futuro di razza
sassi contro la polizia genetica
per scongiurare nuove pulizie etniche
come sempre una guerra fra poveri
ma puoi fregare gli dei se sai quel che sei
fino in fondo fino all'ultima goccia di bile
e cosa ti fa vibrare alla giusta frequenza
per entrare in contatto con l'uno con tutto
perchè la separazione è la vera condanna
e gia la viviamo
morte sarà un'altra cosa diversa da questa
non lasciamo che dipenda da nient'altro
che da noi stessi il grado di paura che ci faccia
un sonno senza sogni o al massimo una sorpresa
altra cosa invece è la sofferenza vissuta per quella valgono tutte le ragioni
restar soli prigionieri di una povertà che hanno scelto per noi
proprio coloro cui abbiamo affidato l'incarico di tutelare i nostri diritti
il nostro Stato di salute
non sono piu qui sono lontano
e penso che quando la violenza diventerà consolatoria
o si affolleranno gli eserciti o le strade o entrambe le cose
e comunque nessuno verrà a chiederci perdono
futuri incerti e sabbie mobili.
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