A Palermo, intanto,
vanno indagando sulla trattativa.
Lo Stato, si dice, ha trattato
con la mafia per fermare le stragi.
E' probabile che lo Stato
abbia più volte trattato
e non sempre per fermarle, le stragi.
Eppure riuscì, in un'occasione,
ad essere rigido, addirittura inflessibile,
condannando a morte Aldo Moro;
dimostrando una fermezza
giusta, sì, ma sospetta
poiché unica nella storia
della Repubblica Italiana.
Mai come nel covo BR
Aldo Moro è stato
tanto attaccato alla vita
e in nome di questo
supremo attaccamento alla vita
anche la viltà va perdonata.
A guardare il corpo di Aldo Moro
accovacciato nel bagagliaio della Renault
si prende coscienza
di quanto la vita,
quando giunge il tempo della morte,
sia impotente.
Si prende coscienza
proprio della morte,
della morte in atto ed in potenza,
della morte sua e di ognuno.
Così come accade a guardare
le immagini atroci di Piazzale Loreto.
Ai benpensanti basteranno
questi ultimi due versi
per pensare male.
Non faccio apologia
ma qualora lo volessi
dovrei essere libero di farla.
Reprimere l'apologia
non è libertà.
Faccio fatica a trovare
nella storia d'Italia
un'immagine più vergognosa
di quella di Piazzale Loreto.
Mussolini e Claretta,
appesi a testa in giù,
mi suscitano un autentico
sentimento d'amore.
E se questa la considerate apologia,
onorata sarà la mia penna
della vostra condanna.
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