L'appiglio speciale dei tuoi fianchi calamitò le mie dita
e gli ultimi spasimi prima di rovinare a terra
li avvertirono il tuo bacino convertito ad ancora e tutta la tua sagoma
più che le mie ginocchia prensili fameliche mangiatrici di ghiaia
quanto ho dovuto bere per dimenticare i passi falsi
e confonderli col mestiere della noncuranza
pratico l'adagio dell'assenza dei battiti quando l'emozione m'incalza
e il cuore diventa un volano potente per la processione di immagini
senza fronzoli almeno nell'intenzione del petto che trattiene sobbalzi
a mordere il freno e farsi avanti lui per primo come rompighiaccio
per un contatto umano che non sia un'aggressione senza stile
nè un prematuro ti amo troppo liscio
rotto il ghiaccio con caduta rotta il tacco lei io vomitato tutto
andare così a braccio dirle che un giorno ci ricorderemo soltanto
di quanto fu rocambolesco il nostro primo incontro e ridere di gusto
di essere così fragili assiepati dentro abiti da cerimonia inopportuni
per danzare sotto la Luna lei con una gamba più corta io con il lutto al braccio
per aver rotto un tale equilibrio di natura.
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