La litania del possesso senza piume
se non si tratti di rapaci circonfusi in ben più alti voli
non ha bisogno che di caraffe per scaldarsi l'ugola
e piangere a memoria sulle note di mancanze benestanti
voci di padroni in fondo alle balere di estati passate
ci ricordano attraverso quali fughe abbiamo affilato i gomiti
e calcolato le distanze
c'è piaciuto Cristo nei vangeli e la liturgia del miracolo
cambiare dimensione e perdere interesse nella psicoanalisi
il vuoto cosmico non è una realtà di fatto ma non mi sbilancerei
in arguzie da ultramillennio anche se un giorno bruceremo la bandiera bianca
sabotando i testi nei karaoke provinciali abbiamo dettato le linee guida
della nostra dinamica rivoluzionaria
troppo poco per contendere ai barboni veri gli anfratti delle stazioni
o per rivendicare il nostro spazio nei cortei di piazza
l'anima non serve a pascolare nei cortili
questo lo sapevamo bene ma fu la droga a fermarci
inchiodati sui banchi universali dei primi approcci
senza impugnare alcuna bandiera svolazzante
comandante Che Guevara per sentirci vivi
e una canna da fumare con Bob Marley a trattenere la ragazza
c'è sempre di peggio dietro l'angolo lo sa bene ogni generazione
non appena lascia il dondolo e trova la stessa terra di prima ad aspettarla
il volo breve e circospetto di un pensiero nato libero
non puo essere saldo approdo di un concetto una teoria un'equazione
ci vogliono i mezzi pesanti
ma la leggerezza è cio che ci compete nonostante anche le bombe cadano adagio
a ridisegnare gli argini di quello che è legale
e dalle colline guarderemo fare a pezzi la nostra città
non ci farà più male di un ultimo bacio.
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