Pubblicato il 18/04/2009 16:47:20
FANTARIME DI APRILE DOLCE DORMIRE
Rime in libertà ,agghindate di accenti e di punti esclamativi sole in mezzo al grande foglio bianco ove prende vita la logica dell’inchiostro. La bislacca signora filastrocca a spasso per il parco pubblico in cerca di sinonimi , in bilico tra le righe ingiallite nella sera, ignuda sotto la luna ove al suono di mille violini elettrici le macchine tubano all’ombra d’un grande albero a forma di cuore. Rime innamorate di cui non sì sa nulla ,sarebbe bello seguirle per strade illuminate fermarsi al bar con loro a parlare per ore di come vanno certe cose seguirle fino in centro vederle danzare allegre e spensierate senza tanti grilli per la testa. La gente cangia opinione si chiede perché, poi desume che sia un giorno di festa esente d’esperimenti di sinistri introiti detratti dall’imposte da malvagi dirigenti dai cervelli elettrici. Rime meretrici narrate in fretta senza metri sulla lingua, uguali ad ieri a oggi forse simile alle tante altre , rassegnate rime metafisiche chete dall’aspetto in attesa sulla soglia d’una nuova stagione all’inferno. Rime di cui non si comprende il fine di questo traghettare da sponda a sponda senza l’aiuto del vecchio Caronte. Virtuale viaggio nell’ade nella forma ossessiva dell’essere echinococco coccolato, bulbo oculare estratto, ferita infetta messaggio d’un uomo e del suo sogno nato sulle pendici d’un monte di rifiuti, fatto di latta, di plastica ,di sacchetti colmi d’ ogni iniquità ,di vite consumate troppo in fretta gettate via per essere usate come recipiente come scusante a questa esistenza . Solitario lo spirito si consuma nel verseggiare nello scalare la vetta per cadere nell’oblio dei sensi svanire nei sentimenti attraverso la memoria , fuggit tempus . Quartieri fioriti in periferia dove crebbe la volontà d’ essere dove i bambini giocavano a pallone schivando pallottole , manganelli , auto in corsa, dove crebbe l’erba del re di maggio. Emozioni bellezze sinistre e musicali ,sfreccianti per le strade senza peli sulla lingua perdute in dubiti domani germogliate all’improvviso tra rami arrampicanti su crinali comuni invitate a partecipare alla causa legale senza alcun imputato come colpevole di fatto. Finzioni , indiscrezioni , elezioni, erezioni, congiunzioni linguistiche. Fiori di pesco sconvolti , sbocciati all’improvviso in una storia d’amore e di tenebre alla ricerca d’un senso comune, sciupati nel pensiero , nell’orto sotto la luna s’ode il botto ad un tiro di schioppo da un sorriso senza contratto , ratto , notte , motto , cotto, lutto , rutto concerto degli orchi sotto gli archi di san rocco . Scossa , scendi , scappa , aiuto , crolla , botto , rombo , corri , trema , scava , ricostruisci . Dolci fantarime di aprile , intuizioni d’ altri mondi , nel vento danzano insieme a canterini ritornelli marini . Terremoti di rime intorno a dubbi e dolori , false promesse , errori commessi, stipati in tende e vagoni . Aggrappati alla speranza , un tempo leale elettore , urbi et orbi ,botte da orbi bucato ruota anteriore di auto comprata di seconda mano . Tra le macerie dolce lasciarsi andare dormire ,ancora ferito trascinarsi verso il sole cantando assaporare il sapere e il risorto amore , aprire le ali e lasciarsi trasportare dal vento . Ecco il vorticoso canto della mia primaverile rima di aprile.
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