Convergono fuochi fatui
verso l'unico fuoco che arde davvero
l'apice tra le tue cosce brucia le cose
che non sanno chiamarti per nome
dammi la vita o dovrò rubarla
con la forza dei miei giovani anni
sgozzati su più gelidi altari
e i loro resti bastardi
inchiodati nei vostri cimiteri
pezzi di plastica a complicare
la composizione semantica
senza semi che germoglino da una pietra
di un uomo che ha perduto tutto il tempo concesso dal cielo
a contare le nuvole che vide passare con lei
la tristezza è un giogo che mi serve
a dare il giusto peso alla terra
che spezzi le mie unghie se scavo
che mi blocchi la gola se ne ingoio bocconi
ma che nasca un fiore qualche volta
a riparare i danni dell'ira non è devozione
ma speranza pura
quella stessa che ti consumò a darti via
fossi stata solo mia avrei potuto concentrarmi sulle sfumature
a cosa pensi prima di dormire?
quando sono acerbe le tue voglie quando maturano?
insegnami a farti godere
ma una notte senza Luna il cipresso ancora ne trema
hai deciso che poteva bastare
hai posto fine all'inquiszione degli occhi giudicanti
delle lingue affilate alla mola
portami via con te
occuperò poco spazio tra i tuoi seni tondi
respirerò piano ad occhi chiusi.
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