Pubblicato il 25/04/2013 18:57:46
Oltre il confine duro del tangibile esiste un bosco dove gli occhi ascoltano e parlano i profumi, dove i fiori son donne virtüose innamorate; è la foresta che sorse dal Caos sul limite tra il senno e la follia, prìstina residenza degli archetipi in cui la vita è sogno e il sogno è vita. Divenne inaccessibile agli umani quando fu perso il senso delle Forme, smarrita l’empatia con la Bellezza, confusa la parola dai Demòni; è la foresta dove le radici lambiccano l’essenza delle cose, dove l’Amore è il fuoco che sostiene mirti immortali e sempre fresche rose. I cumuli di pietre del rumore con polveri sottili hanno assordato la vista dei viandanti, tronchi marci ai margini del bosco prodigioso sono scambiati per arbusti d’oro e deviano il cammino dal sentiero che all’albero conduce da cui stilla la linfa dell’eterna primavera; là dove le viole sono Vergini, dov’è nei myosotis la memoria, lungo una linea di virenti allori sconfina qualche volta un buon poeta.
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