Togliere tutto, faccio spazio
nelle stanze dove ci sono
ombre e solchi neri in cui sedevi
aspettando il tuo tempo.
Dentro il bianco scavo
– quel gesto con l’indice
dentro al buio.
L’ultimo.
Lascio chiusa la finestra,
chiudo l’alfabeto dietro al vetro
per dire solo il giorno
e forse non verrà.
Le cellule hanno sbandato
chissà dove, chissà come.
Resta quel posto dove
dicevamo – domani.
Imparo la promessa nella piega
e il corpo di fili e vene.
Il battito non dice, non funziona.
Mai più.
(Tratta dal poemetto inedito "A distanze minime", vincitore del 1° premio del
Concorso nazionale di Poesia e Narrativa Guido Gozzano 2009, sezione silloge inedita in italiano)
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