Gli occhi certamente, e il naso
e la bocca e come i capelli
ti coprono e scoprono le orecchie
e come tutto questo insieme
flagra in un silenzio – mentre parli –
che è quello dietro la poesia
e la fa essere nel concerto
che ogni volta si rinnova
e altro silenzio produce
in me che scorro dalla tua faccia
al seno che ha vita propria
ed esubera in onde che mi tolgono l’aria.
Poi gli occhi scendono alla vita
alla vita aggrappandosi e cercano
di indovinare l’ombelico e ancora
il tesoro morbido e caldo
del centro del mondo
che celi come non fosse il solo perché
di quello che scrivo, silenzio
dietro il silenzio, muto animale pulsante
nella sua tana d’oro buio e sanguinante.
E tutto questo, ogni volta, so
che si tramuterà nella tua assenza,
nel vuoto che percorrerò senza fiatare
percorrendo con un dito i tuoi infiniti contorni
fino al momento che ti rivedrò,
finché il miracolo non si ripeterà,
finché finalmente tu non riappari, non ritorni.
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