Pubblicato il 23/03/2013 15:57:49
non ho più un senso compiuto di lingua ma cori estenuanti tra righe e linee a scrivere, a parlare di lunari infiniti come un rapimento di stagione una attenta moviola la mia rapita nell'attimo di una nascita al mattino crosta di cuoio appare come polline origine lontana di castità passi tu e mi privi continuamente pieno nelle mani di un calore espanso ci accorgeremo nella città nuova oltre l'esilio della storia oltre la città obbligata dal libeccio si fraziona tutto, anche la sottomissione con gli aggettivi vicini all'urlo che sotterrano la pancia e grido in fine, come una partoriente un massimo caos a guardarci nella tua terra sul mare da non farne a meno
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