Pubblicato il 23/03/2013 09:47:12
abito l’esilio come un cammino - destino di buio verso casa intascando parole nella semplicità della sera un nome ritmato nella festa delle foglie sbriciolate attorno al tempo che fermo dal guardare abissi come il tratto deciso delle tue spalle al tramonto, attingo nella notte l’impossibile suono degl’inverni attraversati come giardini d’arredare e cerco il bordo, la palpebra bagnata dal nero - testimone nel giro sospeso al chiavistello alibi di preghiere e addii ricordati per assenza, che scioglie i muri sputati dalle luci – alternate da quelle certezze addormentate sul lato sbagliato del ventre e appiccicarsi poesie come fedi nuziali miagolando come bestie sotto l’acqua che ci fa brucianti come una parola impronunciabile
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