Come un crinale
dal petto dilatato in canto
dove Dio si china in ombra
la pieve mi raccoglie, mia regina,
mia sacerdotessa mi solleva
col suo raggio troppo breve
questo sole -
che nell'anima trattengo
per l'll buio che rimane -
nella resurrezione
sonorità famigliari
morsura animi
nel piombo di parole incerte
disfatte l'una con l'altra dalla neve
liberate nel caos collimano
scivolando nello stesso passo
a flusso di vita si distende
il verde di rilanci come mani
e nell'orecchio interno una donna corre
al monologo di primavera
senza fiato :
sollevate le maniche - a braccia nude -
sui polsi l'aria mi bagnava
del suo alito spietato
soffiando l'inverno dalla fronte
un cuore uscito fuori solo.
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