Pubblicato il 12/02/2008
Guardi dai vetri sporchi scrosci di pioggia, che bagnano da ore le strade ormai deserte. Non c'è riposo Judith, la notte non è fatta per dormire. Nel freddo acre della stanza vuota, tra i libri aperti a caso e la vergogna, quel niente che rimane di un incompiuto slancio, vissuto appena il tempo di un respiro. Si spenge un lampo, il cielo chiude gli occhi. Dal disaccordo di una melodia, cade una lacrima d'argento e tutto tace, per far posto all'alba.
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