Laggiù,dove il mio sguardo
racconta al mare la solitudine del porto
dove i gabbiani sollevano garrendo
i veli della notte,ci sei ancora tu.
Insieme. Avevi detto.
E un filo d’alba s’annodava stretto ai polsi del petto.
Mi scioglievi nella bocca i turbamenti della primavera
tra squittii di rondini lungo i viali dell’impossibile.
L’amore ci stringeva la gola fino a farci soffocare.
Poi l’autunno e le sue lingue di fuoco
proiettate a gettarci tra le braccia del silenzio
L’arrivo di refoli bruschi,sparpaglio di foglie e
gli inganni narrati dal vento.
Il grigiore avanzava sopra il cuore
come una nube pronta ad uccidere le stelle.
Ottobre ha rami spogli adesso
e prati falciati dal pianto.
Dai vetri mi osservano luci di una città spenta.
Ridammi le tue mani!
Che possano sanguinare insieme
schiacciando il cranio al tormento.
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