Schiaccio gli occhi intrecciati in otto fili d'oro
seguendo il ritmo delle stagioni affondo l'iride
nelle uova sigillate in cera d'api.
Leggo gli uccelli nel vento: so che sta per piangere.
Non cambierà mai, come il canto del tucano
Ti evoco. Vedo con i tuoi occhi
dove torna l'll sogno il colore ancora cade
sul balcone- Respira, anche se non te ne accorgi-
come stare immobile nelle acque basse
mostrando la ferita della rosa berbera la spina dorsale
Me l'aveva fatta Lei mentre dormivo, la notte di Natale
incidendo la spina al fianco in una sola linea,
lunga , sottile fino al polso, nel palmo trasparente
i petali volti a sera nel loro agire intorno al centro
lisci di silenzio come un aquilotto incappucciato
Seduto nella stanza accanto un albero cresceva
carico di cieli , suonando col piede di un bambino
stringevo nel pugno il suo respiro vergine
il ritmo che pulsava il nostro sangue
si faceva indistinguibile
stabilendo la fiducia a volare via dal braccio,
a far ritorno, mescolandoci - mai definitivi.
Al risveglio ho preso l'aria che nasce tra la rosa
a far sciogliere la neve il tempo che riposa al fianco
-potente profumo il sentiero del dramma
quando tutto schiarisce intorno-
incessante nel vuoto saprò danzarti
restituendo la Tua presenza e molto più del segno
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Amina Narimi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.