La casa si apre al giorno tuo
affabile miseria si trova lì
tra spiccioli di esistenza
e tu a dire sì, come quando come sempre
e ti rifugi nel grembo mio
nel bagliore di cristalli
la finestra chiude che fuori
i graffi di tenebre raggiungono il giorno
e quattro parole dentro al calice
il tempo mio il tempo tuo
vado, l'orologio mio s'è fermato
viviamo l'attimo come sempre come quando
brucia la sella al nostro cavallo rosa
che scalcia le caviglie del sogno
una macchia sul vestito che importa
mi dispiace ma lo cambio, sai, è quello bianco
e le stelle tolgono gli occhi al cielo
bagliori di seta d'un letto disfatto
si posano sull'acqua stantia d'un fosso
veglia, veglia pure, amore mio, veglia
che sotto lo sguardo ebete della luna
le mani nasconderanno il volto di domani
e tu ancora oggi a dirmi sempre, a dirmi quando
vai, togliti il vestito del giorno
e bussiamo alla sera
forse adesso ci accoglierà
il tramonto pieno d'aurora.
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