I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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serapione
Il teatrante liberò serapione e gli diede venti monete d’argento. Un filo, questo orizzonte senza peso Le stelle in canottiera finiscono per alzare la tenda senza melograni. Ogni nascita un lutto, insegna una vecchia maniera. Chissà da quale chiesa fu dilaniato Quel santo che fecero santo. muri di buio e di pianto - è vero- disse l’angelo: Dietro il tempo non c’è più una freccia ma solo il suo arco. e gente in piazza ad urlare villano villano. qualche bestemmia e una croce sepolta al contrario. tagliate la testa a quella donna, soldato. un soffio di carbonio seguì il varo del clima sui roseti, grumi di marionette batterono il tacco e danzarono, vibrando. alla fine le membra furono sepolte dallo sterco dei figli del tuo reverendo. a cavallo- dicesti- all'assalto! e i denti all’ansia tua di scoprire che insieme all'anima non trasmigrano anche i segreti. E allora acqua per i popoli Infiniti e tanto siamo tutti fratelli E tanto lo siamo, non vedete queste arcate nel profondo dei vostri occhi che scrutano al contrario? la stella parentale, medusa del cielo, fissò nel sangue i suoi depositi ardenti. pulci minerali saltellano Inseguendo scrigni di latta, in cui versarsi e pulirsi. A volte il tuo corpo muta senza volerlo. per arrivare a raggiungere qualcosa. il fine di tutti è il fango.
Id: 39497 Data: 24/09/2016 00:43:14
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amai
amai fiori e luci, e suoni e la natura e colori tutti. cinta di rose e gelsomini, e vallate di gigli, nei mie seni, stringevo pettirossi e i suoi nidi, e camelie e biancospini. amavo il fuoco del falò a cielo aperto la luce all'ombra del mio volto e splendevano, i miei segreti, come maschere d'avorio. amai amare e il mare amai, e tanto, e mai che non riuscii ad amarlo: quando con funi di sabbia mi lanciai, rimanendo sospesa per giorni e giorni aspettando l'abbraccio delle sue mani venni sì presa, ma annegai
Id: 33880 Data: 08/08/2015 02:22:19
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amo te e i tuoi soldi
prima tirata. Come va? Dammene ancora, amore. Seconda tirata. Stai bene cara? Sto bene caro. sul letto, noi due. Abbiamo sonno e fame. patatine fritte, le vuoi? musica ora. apri una bottiglia, mi piace il roast beef. terza tirata ___perchè non guardi l'ultimo sole là fuori, adesso?____ (future sound of london ever green, my lady are u sound of sleep) quarta tirata. ancora di più(cosa vuoi?amarmi? il domani non sa)e vederti/sento io/ ascoltami ora/ prima di chiudere gli occhi/ ancora una volta, e per sempre: io non ti ho voluta mai. Tra poco, mia cara, tra poco una lama fredda reclamerà il rosso del tuo cuore Sul letto, ancora siamo. pieni di roba fino al midollo, noi due. Ecco, si comincia. Ah ah ah ah ah! Buonanotte cara(amo te e i tuoi soldi) Buonanotte caro(amo te e i tuoi soldi) (Vita, vita, lasciati cadere) Sei sveglio? (fingo di dormire) Mi senti? si alza, quella puttana. Mette una striscia sopra il comodino. Pronta per essere inalata. Poi silenzio. ascolto bene il suo sonno, prima di scendere dal letto. Vado subito in cucina, torno senza fare rumore. E poi uno sguardo sul comodino. Quinta tirata. afferro ben bene il coltello che sembra scivolare nel sudore delle mani. E solo un attimo, poi no! No! Non è possibile, no! mi ritrovo a terra. neanche il tempo di sapermi morto. ( ...) - eccole, sono queste, signora: prodotto uno. Lieve stordimento, nausea: 6 ore prodotto due. Stordimento, rallentamento: 1 giorno prodotto tre.Breve paralisi (fino a 1 ora), dolore: 2 giorni prodotto 4.Paralisi (1 - 8 ore): 3 giorni prodotto 5. Morte istantanea: un minuto -uhm. Prendo il cinque. -Le costerà il triplo, signora. -Va bene. -Guardi che basta una semplice tirata! -È quello che voglio.
Id: 33818 Data: 01/08/2015 00:39:56
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sposa
sono tua. oh, sì, mio caro. mi vuoi? sono qui abbracciami. stendi il tuo corpo, bene. mai vidi, cosa più bella di questa colonna. amore, dove vai? sciorinarci favole, beoti, impreparati, uomini. Sulla tua testa calva, amore mio, Si specchia Bene la tua ombra. idiota. E tu che leggi, cosa vuoi? Cibo solo Continuerai ad essere, uomo. una volta che sarai arrivato qui, riposa. Tum tum tum Un groupement de groums, Un uomo marocchino- caffè, grazie Lungo lungo lungo ahi! - è un leone- (tabors, piano, eccomi) oh battaglione! Dice l'americano: Un uomo tunisino è una donna, n'est pas? braaaaaaaaaaaaaaaam e jumbo Wilson E Denvers, l'uomo vero vero vero. NERO NERO NERO Ma il generale clark, maledetto che sia, -i mattoni e la calce e i buoi- nelle nebelwefer- siamo accalcati qui! stiamo evaporando, generale, i tedeschi! Oh battaglione! 72 b-17 demolirono l'intera abbazia. E dissero - quelli che videro- che era grandioso. Tum tum tum senti francesco? mi senti? che ci facevi nell'abbazia? tum tum tum mi senti? ... tum tum tum i tamburi suonano ancora vittoria. maledetti tutti. per cosa vivo io ora, sposa?
Id: 33817 Data: 01/08/2015 00:33:18
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visita al cimitero
Sfoglio il volume delle croci e capitoli e capitoli di sole date, riunite come in un registro per segnare quando arriva colui che parte. Sola , come sempre Così sarai là dentro. L’unico posto in cui sei entrata Senza chiedere permesso. Chi c’è ora, accanto a te sorella? E quello lì di fronte Con i baffi – lo vedi?- Pare che ti osservi. O forse sta lì ad invidiare il profumo di fiori freschi; ché i suoi sono desolati e secchi, piegati ormai come lune quando gli ululati sono soltanto il rincorrersi dei venti. e mentre ora ti fisso sulla sponda lastricata, quello che mi chiedo è solo: ma mi senti? E all’improvviso ascolto una voce, Come sussurrata a denti stretti Che mi dice: sì, fratello, ma, con tutto il bene, smetti di leggere ungaretti.
Id: 33535 Data: 11/07/2015 14:52:01
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chi è che mi disse che strauss suona da dio?
Eravamo lì io e la mia compagna - intenta a sorseggiare sul boccale della nostalgia- seduti davanti ad un tavolo vicino all'ingresso "staremo insieme ancora per molto!" - disse lei. "ma certo!"- urlai - alzando la mia birra. Ma eravamo lì tra le tende rosse del tramonto e bevemmo. bevemmo molto (parlammo poco) "prendi una vodka?" domandai. E guardai gli altri danzare Mentre la copiosa sala abbracciava le note di un valzer tradizionale. " ma questo è strauss!" dissi voltandole lo sguardo ma ella non parlò, ché si mise a fissare -assuefatta- il culo di una signora. 'Sei andata!' pensai, mentre tirai un' altra sorsata. D’un tratto mi prese la mano una donna (cazzo, che fica) e mi invitò a ballare. -chi sei?-sussurrai. "se te lo dico non vorrai più abbracciarmi. come potremmo poi danzare?" La musica terminò e ci abbracciavamo ancora - ma chi sei?- le chiesi di nuovo. ma ella mi chiuse la bocca E dopo solo dopo che mi baciò mi disse-"ascolta! sei qui già da qualche ora ed ancora non lo sai?" Mi avvicinai al tavolo distesa come manichino trovai la mia signora -allora? - le chiesi – La Vita mi guardò e disse: no. prendimi un whisky & soda.
Id: 33534 Data: 11/07/2015 14:42:38
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in attesa di gutter
1. lo studio normativo dell'utilità, attraverso il marginalismo, l'ordinalismo e la teoria delle preferenze rivelate, è stato attentamente analizzato da Gagnier - mi disse lui - mentre guardavo le tette di claudia.
(è importante, quando sei concentrato su un qualcosa che potrebbe dare all'occhio, che tu abbia qualcuno che ti intrattenga, che giustifichi cioè la tua posizione in quel preciso posto, dove la prospettiva visiva è perfetta.)
insomma, mi dicevi di questo gagnier? 2. ad un certo punto capì che non c'era nessun senso in nulla, e non c'era nessun senso anche nello scoprire che non c'era nessun senso in nulla.
allora cercarono di mandare qualcuno per aiutarlo. chiamarono gli psicologi, gli psichiatri, gli operatori sociali, i preti, le associazioni di volontariato, gli orfani di guerra, le vedove.
ciascuno provava a fargli capire che si sbagliava.
finirono tutti con l'impiccarsi 3. no, albert non aveva proprio nessuna considerazione per la vita umana. non capiva l'attaccamento alla vita, la pretesa di occuparsi di.
di gestirsi. di organizzarsi. di essere. ecco, di essere.
lui non credeva all'essere.
altrimenti come avrebbe fatto a lanciare karter dal quarto piano solo per capire che tipo di suono producesse sul selciato? 4. e rideva sempre. aveva le gote rosse e si faceva vedere in giro solo in compagnia di sua moglie.
quella volta che la moglie non venne, non c'era neanche nessuno in giro.
davanti alla camera di lei girolamo aveva il trentasette. 5. è indubbio che il miglior modo di garantire un futuro ad una società sia quello di mettere al mondo dei figli.
la famiglia è alla base della società. klara ci aveva provato più volte.
il primo aveva la diaspasia, il secondo la peritonite, il terzo aveva una forte probabilità di diventare finocchio.
cambiò partner. e ricominciò. il primo aveva il morbo di admiller, il secondo avrebbe avuto delle gengive corrosive e infine il terzo, questa volta sano.
OH CIELO - fece il suo ginecologo- - con grossolana enfasi- - se ne accorse lui stesso - finalmente un feto normale, signora hitler! 6. ma quanto ci mette? ssst. silenzio. gli piace concentrarsi. sta cagando.
Id: 33432 Data: 05/07/2015 00:24:56
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nei miei occhi è solo dipinta la tua voce
E chiuderò gli occhi. essere felice solo con lui accanto, con te mai. - Scolati un altro bicchiere- Il tuo amore sta già vomitando, vedi? Sei solo una attesa in più che dura. Infinita: maledetta. -per lo scrupolo di ricordarli tutti non ne ricordo più nessuno di tutti i nomi miei- Che importa: guardo meglio La vita che non mi vede, la abbraccio, mi stendo ubriaco sui mattini appena nati, e mi ci addormento - l’incubo sorveglia austero- e che morendo recupereremo la solidità del primo momento questo non so. Pericoloso, però:così scrisse ogni madre sul proprio grembo; che muoia pure di fame il sogno mio, mi sentirò meglio. non regalarmi più niente, no, vita, non voglio più nulla. Me ne starò sulla gradinata Di questo nuovo giorno e ti guarderò per l'ultima volta già putrescente il mio corpo, ed andare adesso per dove, per cosa? Scrivi, firma lì in quel cielo che si sbronza, a sera, è quello il tuo destino, è quella la tua ora. - L’ ombra già cammina da sola- l’ululato dimesso di un lupo che afferrò il corpo di un marito appassionato sfila ora in un ricordo lontano. -alla finestra tu ora mi dici: ascolta, quale fosti tu?- -è passato troppo tempo da allora. non lo ricordo più.- e ogni cosa è buona quando non conosce risveglio: quindi già sai che odio ogni mattino. e che vivo di sola attesa che il prossimo giorno sia l'ultimo. o il primo.
Id: 33419 Data: 04/07/2015 02:17:39
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non dice mai che va via colui che non torna
Salimmo lentamente per non perderci nulla di quello che guardavamo. Non fu molto tempo fa quando ci adagiammo sul dorso della luna, io e te fragili. il tempo è strano. Ma mai come noi. non ti dissi neanche addio. Ed ora sono qui, ad incatenare i ricordi mentre cerco di mandarli via. Sono feroci le compagnie - più delle altre- quelle di chi rimane solo. (e no, non c’è pace in questo vuoto di parole, -che mi riempie in un silenzio che mai tace-) e aspettarmi cosa, vivrai fedelmente, amore. È giusto così. Che trovare la libertà non è bello come cercarla. (ah- le ali!- le strappassero tutte- e per sempre) intanto le prime luci del giorno hanno ferito anche questa notte -tagliandole la mano che mi teneva con sé- ora sento solo un gran chiasso mentre vago in questa città deserta. Sporco e ferito, tutti mi guardano - è piena di luce, la mia ombra- Il mio urlo lacrima silenzi, a fiotti – spargendoli ad ogni passo vocale- non avvicinarti, è inutile che. Allora vieni. – dicevi?- Non mi interessa, vai. Allontano per sempre la spada che fredda mi colpì - donna- al torace. Ma fui io, non tu. A straziarmi. Come il telamonio L’ajace. (chiudo la porta, aspetto l'aria secca della sera) libero figlio dei venti, io E Vagavo Senza Volere Raggiungere Nulla. - e non disegnavano mai orizzonti i fiori del mio prato- Era questo il mio itinerario. (indisponente, sì. ragazzo.) per terra, chino, aspettavo che l'ombra oltrepassasse la cinta disteso sulla tela un gabbiano che qualcuno ha fotografato chissà perché guarda ora giù. Di volare qua e là È ormai troppo stanco. Ma sapessi farlo non lo farei mai - amarti- (una voce che sanguina, continua a parlarmi di te) amore mio, unico e grande: Dolore e miseria, è questo ora lo stato mio, intanto. e mentre guarire non potrei mai, per finirmi basterà una tua carezza. Soltanto.
Id: 33418 Data: 04/07/2015 02:11:18
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il mio corpo è vergine da sempre
e stranamente ora ti guarda una parte di me che mai ha conosciuto le redini di ritorno. ma lo sguardo deve essere basso. che i cieli, è da molto tempo che non sono più lassù. smettila di far rumore, allora. occupati di altri lidi. cucimi nel mio giaciglio da cui mi allontanò un dio da prendere a schiaffi. devo ardere di dispiacere dipingere di viola la mia mano. e come si può non essere? ci sono precedenti illustri, se nessuno più la conosce come littoria. agito la gioia come acqua frizzante. nei conti del male ci sono segnali positivi. e mi vedo da fuori indifferentemente. un me-oggetto. ecco allora: il mio essere si manifesta come un medium in trance. il piano irriflessivo è un difetto. la ricerca di un annullamento, i cani si diano da fare. setaccino. - bestia creativa dele mie fantasie più turpi- ma tutti gli addii io ho compiuto. la mia anima non è mai stata contaminata. e il mio corpo è vergine da sempre. non ha conosciuto orgasmi. il desiderio, distrutto, si è sottoposto all'exenteresi. ogni legame si scioglie con un noi. un cespuglio risuona di istinti nascosti. quando la fronte sanguina di ricordi passati tutto si chiude, come una grata, una porta, un sipario, una bara. ed a saperlo, lo sapesti bene anche tu. che sei morta prima ancora di essere mai stata.
Id: 33304 Data: 28/06/2015 01:19:44
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piove fuori, intanto
e di sera ha mai provato a berti il tuorlo del cielo? quello che ti preme in testa lo perdi a pochi conati dal cesso etcetera. etcetera. la bocca di una donna nel vicolo di una taverna, jassie rasenta i muri della città vecchia, l'apostolo del Signore che si inebria con la grappa grida al vento la sua memoria. - pensavo la conoscesse ancora - di carni uscite dalle macchine a vapore, di mamme default, del fumo all'anice verde, di spruzzi di polvere di acero campestre, mani della sera che riavvolgono la luna dal letto. jassie, la mammella più grossa l'aveva sul collo e tra i denti solo la tracotanza degli angeli. la sua spinta a non difendersi dall'assalto di insetti che girano operosi nel bagno fanno l’alta marea. potrei inebriarmi di cieli stranieri, cogliere un gin da un'alba dispersa nel volo tra la terra e me la distanza è solo un sogno che mi regala la vista dei labari in parata (la bussola regola bene gli imbecilli) e affamarsi di soli così vecchi - ad oriente è perduto colui che salpa - ma la mezzanotte già scuce le vesti di stelle che imparammo a descrivere a singhiozzi. andarono con l'oro tra i denti, e tornarono con il nero sulla bocca. potrei imbarcarmi un giorno. solo per il gusto di imbarcarmi èèèèè (e poi un sordo rimbombo) che tante volte lo feci stando solo a braccia conserte. potrei fissare a lungo un oggetto fino a non farlo esistere più, fino a che quello non diventi parte di me, come se l'occhio stranamente avesse un suo occhio. o potrei fischiettare mentre tutti sono intenti a lavorare il ferro. e l'altro ti guarda, come a voler dire che cazzo fa quello che fischietta invece di lavorare il ferro. eppure stando in ascolto, ditelo a sam se iconoclasticamente il pesce non rappresenta la migliore figura dell'impiccato. ma (mentre arrivo ad un passo da te, mi accorgo che il tuo respiro è già accelerato) quanti pistoni sei riuscito a forgiare ora, sam? EH SAM? se in quel momento non parli di roospppveelt sei spacciato. intanto fuori piove ed una signora ha problemi con un ubriaco.
Id: 33216 Data: 23/06/2015 00:31:56
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viavaidiavi (note)
PARTO-
(poiché io non cerco di vivere affatto,)
(finché potrò)
(cercherò di starmene ancora un po')
(qua dentro.)
ecco. ti pareva.
- TORNO-
sì, morte, lo so.
sei già gravida di me.
dimmi: quanto ancora dovrò aspettare per vederti, sudata, partorire?
[pensieri alla madonna a volontà]
e non temo gli avvoltoi. ma la loro lentezza.
........... Sa sa sa prova
0. dire sempre sì. 1. del bene che mai conobbi. 2. Tu, di amare, cosa ne sai? 3. Volò via. Ma mai tanto lontano. 4. Un millefoglio, datemi un millefoglio. 5. Non sanno quello che vogliono, è inutile che.
6. pur vedi cieli pieni di stelle, ah avessi una fionda! 7. La principessa vede i cigni dorati sul laghetto viola. 8. il pioppo sorprende un ramo scolorito e l'abbandona. 9. Vivere con una donna meno donna di me.
10. Mestizia, mia letizia! 11. Accadde ora. 12. Il vento invano bussa ai vetri rosa. 13. Nessuno ha conosciuto Kirata-n-te-rerei 14. E Clorinda fu dimenticata, quando tancredi ancora lo ricordano. 14 bis. E lo ricordano pure come un dio. 15. È così che va il mondo. 16. Del male che da voi conobbi.
sei splendida, davvero< puttana>
17. Tu, di amare, cosa ne sai? 18. Domani vado a morire, fortuna. 19. non voglio più vedere. 20. avanti, banchieri, è l'ora è l'ora! 21. la principessa fissa ancora il laghetto viola. 22. è facile farsi di coca. 23. mentre tu ancora a dire sì.
sissignora, certo. sì.
Id: 29750 Data: 10/01/2015 00:55:47
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giorni archiviati
nevicò piano. vedi -disse il vecchio- capita a tutti di assecondare i voleri
del tempo. ed ora sono i tuoi occhi ad annunciare l'alba, quando già la luce si lava sul tuo viso;
pastelli rosa, flauti di gelso che sciolgono i nodi del mio corpo, gli uccelli turchesi sono già in volo
a rivangare un sospiro d'acqua salata,
a scolpire uno scoglio.
fino a che il il tuo nome non morì tra le mie labbra. non finirà in un canto sommesso,
il grido dell'ascia portato dal vento. sono solo le voci ad abitare la nostra casa.
io che mi trovai in un eterno trascorrere asfittico. il viale corroso dai gerani. verde, è la bocca che mi costrinse a mangiare
e infine bere. ti ricordi le stagioni. quanta roba mettemmo nelle valigie del mese (interrogativo)
il tempo è da troppo tempo
a braccia conserte. il rimorso respira male il suo respiro mentre il tuo amore continua a disegnare
arcobaleni sulla terra, prima di sdraiarsi sul letto di avena. e piene di sangue le tue natiche. profumo di sale. ultima ferita.
i sogni esibiscono il vetro rigato. guardo distendersi l'orsa, nel dorso della sera.
lì dove l'ombra non prova più pena.
Id: 29628 Data: 03/01/2015 00:39:05
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fratelli gnam gnam
Io Sono Grasso. Tanto. SIC sì sì ehi,lo so! Ahhhhhhhh Che mangiata! Butto tutto qui!!! Me stò ad allargà??? Ah! che bella pancia!!! Che me portate de bello? Un altro dolce? Perché no? Gnam gnam.sto per scoppiare. Complimenti signora, tutto buono La pepata de cozze le linguine pure Sì, quelle allo scoglio e quelle altre, Con i funghi… Mi sono rimaste qui!!! Pure i bucatini, non male, veramente E le patate arrosto e la grigliata mista E l’insalatina leggera leggera leggera La torta di mele? Sì,Molto buona!!! Il tirami su? è una vera delizia . Dio, non riesco più ad alzarmi! Non ce la faccio davvero più! E mi fa male proprio qui!!!! Sarà per caso il fegato? Dio,Sto scoppiando! E povere le gambe! Domani farò dieta. Giuro, la faccio. Arrivederci! Ohisssssssa Aaahhhhhh Che male! Ohi ohi Sì sì sì Farò la Dieta!!! Forse Beh.. Dieta? Bah! Dieta? Boh! Poi ci penserò
io sono magro. già. sì. se magna tutto quello lassù. sono senza petto senza ossa. male questa pancia. pure la cinta. questo, invece, non è male per niente. gambe: nulle. vedi? vai giù non ho che due ss tt ee cc cc hh ee tt tt ee e basta.
Id: 29173 Data: 05/12/2014 22:03:56
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guardami ancora
Dimmi. Morire ogni tanto per capire dove siamo. invece no, la strada si infrange sulla curva del vediamo. sai, le molecole di ariel hanno un suono così strano. - La ascolto morire mentre lei chissà dove è, se mi sente, se mi guarda mentre la attento con un lobo - Io non posso mai guardare negli occhi uno sguardo che non abbia in mano qualcosa. una pistola un bicchiere che schizza nella testa e siamo tutti bravi e forti. Domani si ricomincia come non fosse successo come se non ci avessimo mai pensato Ma tu lo sai, la tua paura tira fendenti alla notte. Non abbiamo fatto la guerra e non conosciamo la pena del distacco. Solo quella del vivere per forza.Solo quella del vigliacco. Il tuo sogno ha un nome e l’ho visto passare sulla tua voce. ti salutava, sai io sono stanco e non so dirti se oltre la tomba ci sarà la prova. ma guardami ancora, guardami appena. Guardami appesa.
Id: 28871 Data: 22/11/2014 01:31:53
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il falco
le feste erano sempre importanti. quella del patrono aveva i colori dell'autunno. l'odore dolciastro si spandeva leggero per tutto il corso (ancora sento il profumo del mosto) e le cerimonie a cena. curve marcate, lei. una spaccatura nel suo abito da sera, dove si posavano gli occhi di tutti non quelli miei. è l'olfatto che riesce a perforare la profondità e a stimolare i sensi. è arrivata, dicevano. ma già prima di vederla capivi che c'era. i tordi non sanno di essere tordi. fu così che quando scesi in picchiata li vidi seguirmi veloci. se solo avessero potuto vedere un loro ritratto adesso non lo conserverebbe ancora intatto, l'asfalto.
Id: 28399 Data: 02/11/2014 11:11:13
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ricordo
Ogni respiro è nuovo, so ora, mentre si spiegano i nevai, lasciando la torbida brina gelata, secca, posarsi sulla fiamma, aperta e caliente come anima di dea, basca, ubriaca di sangria, che solleva l’amaranto telo nel nuovo giorno di s. sebastian. ma coperta come palma tra la nebbia, Nella contrada boreale vivo, sognando lidi di fiori di cannella io donna di nebraska rossa e fiera, bevo la rugiada della sera. Ma so. Ora io so, che mi sperdo, nell'ombra del giorno, tienimi pronta, terra, la coperta dal vischio profumato. dell’acqua dell’oceano io sono ballerina polinesiana, che cuce torrenti di acqua, e poi arresa, allo scoglio brunito di approdi, fumo tabacco da lontano. ma Nelle montagne dell’Oregon io vivo, oltre il passo delle sierre cordovane, che avvistano il velluto di spiagge dell’havana. Come azzurro pennello, e pieghe Di un tempo lontano Quest' altra io sono, sono vecchia, come l’autunno che alimentò troppo tardi il legno di cedro rosso e ginepro, e terra, nel sentiero porpora, passo celere in vena,ma sono anche la madreperla, pura e casta come spuma rosata dell’aspirata alba. Le coppe della vedova allegra trattenute in gola di un ricordo del passato, (che lo scheletro conserva intatto) losanga di pennelli,sono io ora, e piango. piango. e vincendo del tempo i duri rigori il grigio manto, mi avvolge , il sogno, il segno... un ricordo... ricorderai.
Id: 27060 Data: 25/08/2014 02:52:42
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solitudine
rimane lì non so quanto, poi come nave che si sforza a vincere l'oceano viene avanti, e supera la porta. entra adagio come memoria di un tempo lontano, sull'argilla del piano caldo e secco, la sua mano indica in alto e sorride appena e poi dice: "ogni giorno torno con la sete impregnata di sete, e più bevo e più voglio bere, diversamente un poco, stringono ancora più forte e fredde, le mie catene. Ma l’ebbrezza che mi accompagna, sorridente, è puttana, chè tutta la sera lieta, mi abbraccia ma mai mi avvisa delle tenebre dell’alba." e mentre avanzo con la pena d'un sorriso che mi impedisce il pianto, chiedo se vuole vodka, whisky, cognac o altro. ma prende solo un bicchiere freddo come neve, un riflesso come arco di luce lo disseta, e basta- voglio quello in alto -e lungo il corridoio si dilegua. a guardarlo uscire giaccio: e mentre il suo volto è ora l’ insegna del mio sguardo a seguirlo mi decido e corro. superato l’angolo lo vedo: sono a due passi quando mi avvicino, ed in un unico grido arranco. dove vai, chiedo ora nel buio della notte, per questa via zigzagando? Lui cade a terra mi guarda e dice: ti prego, siediti qui. siediti qui accanto.
Id: 27059 Data: 25/08/2014 02:46:32
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Eppure Michela
Neri come i cancelli delle volte i tuoi occhi si erano persi per strada, perché il mare twitta luce soprattutto di notte, e nella sua corsa il rompersi del vento .Di certo, non sono acque del porto a contenere la voce del tuo volto. Ma hanno criniere d’argento solo i pensieri che non puoi annullare neanche quando sei in ufficio e parli con michela. No, dico, michela. Hai presente michela? Colei che dà secchiate bollenti alle tue tiepide voglie. Eppure niente. Le mani a formare un anello nel dito del cielo portano uno stendardo viola che piove dentro la testa come fosse un velo a scoprire il palmo. Il pregio di usare il duraglit al sole di quel giorno, è nel ripubblicare gli spigoli del cielo dove si infortunò il nostro tramonto. Vomita un vicolo sulla destra del sogno Non tutti i miei silenzi stanno nei miei occhi, alcuni stanno nel quadrante dei tuoi sensi. Eppure Michela amava sotterrare le cose con matite spente. Il ragno nei suoi occhi chiudeva le curve, e adesso non può vedere le violenti note che strofinano sulla lingua del tuo verso. La passione di vaniglia Nella mente del tuo sorriso, la tengo come guida Del mio universo. - la via enjoy- All of your home power, io e te ci incontrammo da morti, ma in perfetto orario Sento di appendere la lingua Ad ogni suono del tuo sguardo. Valeva il rischio? Io mi feci la signora adams Senza pensarci un secondo. I soldi sono un anestetico Hai mai sentito la voce di un uomo Dall’altro lato della stanza? Gli occhi. Sono gli occhi Le consonanti forti che mancano Alle labbra. Ora raccomando le divertenti pratiche del tempo - Una botta e via- Lo senti quando sei a posto, quando Tutti i tuoi muscoli sono spenti. La vita è breve, dicono tutti, eppure molti dicono altro. Mettersi in viaggio, per morire ora, e ancora nessuno che sappia quando.
Id: 25996 Data: 07/06/2014 01:46:45
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anni
dieci. Imparammo ad essere ladri. Impariamo ad essere ipocriti. Impareremo ad essere uomini. Venti. E il vento si frantuma graffiando cieli, Con le unghie degli occhi. Il sole ti fiorisce dentro. Trenta Un colpo di tosse Del vento, tanto volemmo dire Che non dicemmo quaranta La mente starnutisce pensieri . E nel letto della parola, Si infila sotto le coperte. Sono carcerati nei suoi occhi Tutti i verbi di uno sguardo. Cinquanta. Se non è ben chiuso Il battente dei rimpianti, c’ è un giovane che viaggia a ritroso. con i suoi capelli bianchi. Sessanta. Si asciugano i colori sul viso, e primavere d’autunno nelle stanze di un sorriso. Settanta Toglierci dalla bocca anche l’inchiostro, decidete ora voi quando. è giusto che abbondi di silenzio ogni parola del pianto. (Stop) ***
Id: 25927 Data: 01/06/2014 23:36:23
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il curvo del quartiere
Sui divani freddi del ricordo, mi riguardo
la pellicola del “non dimentichiamo cimai”
- primo refuso del nostro rapporto-
Ma mi sono perso l’ultimo tempo.
Cosa sarà successo. D’accordo
non c’è un dividendo nell’obbligazione
di una parola non c’è guadagno
; siamo qui solo per riempire le pagine
muoverci dar ragione
al tempo per combattere
la quantistica dello spazio,
darci uno slancio per l’illusione di contenere
qualcosa . Lo capisci da come si muove
la gente dal portamento eretto.
Recita un avviso: chi conosce la ragione
farebbe bene a non portarsela mai
a letto. Ma per quelli
che vogliono imparare qualcosa
basta il curvo del quartiere,
uno sguardo – provaci –
suona come un contrabbasso
- ed una corda esce controvento,
l’ho visto, sai,
mentre solfeggiavi il suo lamento.
Il vero pensiero
abita nello scantinato del concetto,
non si ferma alla porta, e soprattutto
non ha l’ansia della parola.
La gente guarda in superficie
E senti che scava.
quando cade acqua dalle radici, è solo lì,
che apro l’ombrello.
Ora di nuovo l‘ortica del tuo desiderio ha grattato
Il naso della mia notte, e mi sento un groviglio
di giornali e stracci. Mi dicono che allora
posso credere ad un dio. Wird gemacht.
Credo al dio sìssì ci credo, padre nostro
che sei nei ciechi
Ma non trovo le consonanti del verbo
che cuce le zolle del nostro galoppare eterno.
Saranno quelle di arare,
a far distendere la fatica degli occhi,
ad alleggerire la fuga del vento?
se le palpebre applaudono all’ora di cena
camminerò piano per raggiungere il palco
dove la notte prova i costumi del cielo.
Le orecchie hanno sete di parole
Che poi deglutiscono In fretta.
Ma gli occhi ancora urinano
quelle di un tempo. non cede mai,
l’ultimo bottone del tuo sorriso
che ancora preme forte
sul petto delle mie meraviglie.
dolore è donna
- se neanche finisci di pronunciarla
e già ti mordi due volte la lingua –
e l’uomo, ovunque coglierà le occasioni
per masticare suono
nel guscio di uno spazio
vuoto.
E allora niente.
Lascia pure perdere l’ultimo tempo.
Siamo soltanto strumenti per delle suole,
e i pensieri sono solo lacrime di luce
che singhiozzano
nello spazio delle parole.
Id: 23748 Data: 03/01/2014 14:57:57
*
un
un'apostrofo è donna
che riuscì a spiccare il volo.
Errore che non ripete.
Cadere per un uomo.
Id: 23747 Data: 03/01/2014 14:50:23
*
tutti hanno un qualche male
Le carni del tuo sguardo sono di sconto per la cena tardi, sono lì a strozzarmi gli occhi che cedono all’ultima guardia. La forma della stanza si stropiccia con gli sbadigli del giorno, la tua terrazza, i tuoi volami qui, volami là. volami sulle note di un mandalà che si perde nela bocca di questo vento che troppe volte ha tirato il fiato. Si accontenta di affamare i pensieri, se nel pugno chiuso delle ciglia c’è l’ala sinistra del fondo, eppure sai. ogni perdita è un’immagine corta. Saliranno, tra le fiamme della pioggia, solo i ricordi che scorsero l’intimità del sangue. E si rannicchieranno i ricordi di noi, sul letto del tuo profondo. Ma lo spazio infinito che hai dentro È un cielo che si vendica a metà, e scorda presto la sua fame. In cima alla strada di questo tuo giorno Ho visto un ragno che aveva un sole ferito in bocca. sono le fatiche delle memorie a fare il bisogno degli inganni. Ora, i respiri di una voce grattano una promessa e non vince mai nessuno. Ma tranquilla. Ci sarà un assassino dei nostri sorrisi, l’ho visto in una natica di luce nel buio dei nostri giorni. e sai. tutti hanno un qualche male non c’è nessuno che non ha davvero niente. anche a casa si chiude presto la sera, si sbircia la notte da una finestra, e cala dolce il silenzio, le stoviglie di marta regalano gli acuti allo chopin bagnato di pioggia, che dolce accompagna le iniziali dei tuoi sospiri e la forma perfetta gentile di tutto quanto la notte ha nascosto nella tasca di dietro. So di vivere nei luoghi che catturano sogni tanto crudeli, un tempo, da renderli territori per api gentili, adesso; queste impronte dei tuoi occhi cercavo, che lasciano traccia di un qualcuno che è già passato, della sua morte, della sua scomparsa, di cieli maestri di luce perché insegnano ombre. Ma la tua parola è solo un pezzo di paura rotto nel bicchiere che porti tra le labbra. Chi la disfa, chi la dipinge sui muri, chi la asfalta sulle labbra di quel domani che va in giro con i silenzi al guinzaglio e vede il sole sputare il sangue contro il vetro; il disegno ha la penna di un respiro, una morte di secoli, una folta chioma di fiamma. Vai, e portali via con te i tuoi occhi, luoghi in cui troppi ladri l’hanno fatta franca. l’errore che ti cammina attraverso con le scarpe si consuma nell’equilibrio degli spazi di memoria che riflettono, sul soffitto dei miei sbagli. Vai, e non farti correre addosso. scintillano ritagli di luce sul figlio del rasoio e il vento è solo l'urlo del volo.
Id: 21446 Data: 18/07/2013 02:54:48
*
l’anima
un intero roveto portato in una giornata nera. le lettere che escono dal broncio della sera, sputano gli ossi del giorno in cui ci incontrammo. si respira un inedito fuor-di-me, sono tendini della mia mente che mi spingono in alto. Io sono il bandito dei tuoi desideri, della tua morte venuta in compagnia con un angelo scarlatto. Ascolto ma non prego Giovanni. La fessura da cui ricevi luce, la chiami sguardo? Era mattina, era morte. Ogni cosa si spogliava dolcemente. Lasciando solo corpi nudi. E la semplicità di chiamare vita tutto ciò che è avanti e non sopra le tue ciglia. Maestra dimentichi un fiore caduto dalle mani aperte di un padre nostro. I migliori pensieri scontano sempre una pena ai castighi dell’alba la luce non ama che la superficie delle cose. Il sole eiacula alla mezzanotte del tramonto E dolce è il sapore del niente. Entro i limiti segnati dal tempo ritrovo tuo volto. Mi sono sdraiato a ricordare le passeggiate del silenzio sui nostri occhi. Troppi uomini la lavagna dei miei orgasmi ha ideato. Ma questo è quel che sento. Non sono le tue mani a rendermi preda. è il deserto. a farmi spavento.
Id: 20670 Data: 25/05/2013 03:05:26
*
lora non passa mai
avanzo una pretesa, febbraio.
il tuo tempo è forse più alto,
ma è con te, l'ironia dell'ombra che arriva,
ed in mano tiene una ghigliottina.
ogni creatura che nasce penso a dove verrà
seppellita, penso alla sua risata
ventenne, alla sua pelle annerita.
L’ora non passa mai senza riderti in faccia,
quel tuo tormento di contrastare ogni strazio
fosse solo un’impresa.
È nel sonno che muore l’infanzia.
Id: 20570 Data: 18/05/2013 18:16:28
*
ritratto del mattino
Che il focolare della notte
sia forma di scissione
l’addio del giorno
è sospeso nell’indice della fiamma
che puoi consolare solo sciogliendo
la tua voce nel mio sguardo.
Provo a scappare, sfregato sulle rotaie
di un treno che non ha mai pensato
di urlare il viaggio, ma le vertebre del cielo
conoscono chirurgie della mente
che sanno calcolare ogni tuo pensiero
al secondo. Del tran e tran perverso
io, ritratto del mattino, creo
maschere del momento,
e pettino l’aria di frammenti
di sosta io, sto in qualcosa
che concepisca un fondo,
perché i morti amano le luci basse.
Io sono una voce che non si ascolta.
Sono il silenzio che procede in eco
ogni sua conquista. Sono il freddo
adoperarsi di una miseria
che si fa luce in bocca.
Di una ruggine dei tuoi pensieri,
che fece d’oro ogni mia parola,
sono una cosa consumata
che aspetta di salire sotto terra.
La libertà è solo ciò che resta.
Id: 20569 Data: 18/05/2013 18:06:30
*
veglia, amore mio
La casa si apre al giorno tuo
affabile miseria si trova lì
tra spiccioli di esistenza
e tu a dire sì, come quando come sempre
e ti rifugi nel grembo mio
nel bagliore di cristalli
la finestra chiude che fuori
i graffi di tenebre raggiungono il giorno
e quattro parole dentro al calice
il tempo mio il tempo tuo
vado, l'orologio mio s'è fermato
viviamo l'attimo come sempre come quando
brucia la sella al nostro cavallo rosa
che scalcia le caviglie del sogno
una macchia sul vestito che importa
mi dispiace ma lo cambio, sai, è quello bianco
e le stelle tolgono gli occhi al cielo
bagliori di seta d'un letto disfatto
si posano sull'acqua stantia d'un fosso
veglia, veglia pure, amore mio, veglia
che sotto lo sguardo ebete della luna
le mani nasconderanno il volto di domani
e tu ancora oggi a dirmi sempre, a dirmi quando
vai, togliti il vestito del giorno
e bussiamo alla sera
forse adesso ci accoglierà
il tramonto pieno d'aurora.
Id: 19305 Data: 23/02/2013 00:46:34
*
il cielo troppo vicino
(P.I)
è in questo silenzio che io ti dico.
I
Con il sole in tasca
Insieme a qualche pennello.
Vagavo scalzo per cieli neri
D’agosto.
e sete di sete.
Le tende della sera si aprivano
Solo per illuminare il tuo volto.
II
- In primo luogo, tu.
Le tue mani, il tuo collo.
che fece crack in quella stanza buia,
in un recente ricordo.-
e sete di sangue.
- una musica-
in una cassetta di mele
i piedi di una danza.
Vorrei spingere oltre il cielo questo sole
E soffocarlo e spegnerlo, maledetto,
violento.
(mentre mi accorgo di giorni ormai morti
che non ebbero mai vita;
tortura: farli vivere adesso. )
(Mantenne la promessa, Thot
È lui che ha concesso ai morti
Milioni di anni di vita.)
io.
Bastardo.
III
Augia è morta.
Morta!
Ah, voci d’intorno!
Musica, siori!
andiamo.
Eravamo quattro bambocci a raccogliere
Sprazzi di cielo dopo mezzogiorno.
Foglie, squame, a ronzare come api
e lingua amica allungata
come tappeto spiegato dai capitelli istoriati,
alle stelle, ai soli ed i suoi raggi.
E tutti i me sono saliti lassù.
La testa! Prendete la testa!
Eracle, non si combatte solo con la spada.
- imbecille-
IV
- Finzione è la vita, non sai?-
amica mia,
frantumi, solo frantumi.
Di quelle mani di cristallo
Che indicavano un percorso
Non rimane che un palmo
Su cui soffiare per far crescere il vento
- e la fiamma-
maledetta
-acqua, ci vuole acqua. -
oh.
I3accano. 5t amo 50L0 andando in tilt
12AG10N1A|v|O
salire sull’elicona costò
enorme fatica? ma Lassù hai placato la tua
sete di eternità alla fonte di peGaso
(L’UBRIACO ISTILLA Piùù SOBRIETà)> , nevvero?>
sarò con te per sempre
- mai-
e mi lancerò.
la mia rincorsa è un tempo frenato.
E della rimozione di un senti:mento
- “in quanto processo privilegiato di tutti gli effetti di un segreto"
bevemmo le lacrime di Zeno.
- tutte-
mait source,
un gatto gigante messo di guardia alle fonti.
ebbene sì.
prepara tutto, amica mia.
voleremo lontano
voleremo via, voleremo in alto.
da tutto e tutti.
- ma non vedi il cielo troppo vicino?
Finirà che ci cadrà addosso.-
Spero non si faccia troppo male.
driiiiiiiiiiiiiiiiiin driiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
Id: 19304 Data: 23/02/2013 00:44:49
*
s. francisco
È come nebbia che si dirada dalle Narici delle sei e trenta Quei singhiozzi di luce
che respirano ombre. E spengono cristalli dai tuoi occhi Le stagioni che approdano nel porto.
Il sole di gomma regala l’arancio A magazzini di vetrai.
E tu mi chiedi , dove è che vai.
Restano gli angeli appesi ai muri E insegne intermittenti sulle quali i barboni appesero
le ultime vocali del giorno; il cielo tramonta sull’altalena del gate che tinge il mare di rosso.
lascia che ti dica dove è che torno.
Id: 19097 Data: 08/02/2013 23:07:20
*
su consiglio di blaise
Autore: abe no yasuna
il sole declina il sonno mentre uomini in pattini sui binari rossi, varcarono la linea del 23.
qualcosa ci toccò rapidamente nel frangersi di una porta a vetri -ecco sua maestà-
La lingua sentenziò neologismi Che le labbra non ebbero a resistere. sì che la merce nera si divulgò ovunque,
era caccia grossa. e sincopi di steli.
Morbide presenze sui prati, i fiori che il dio accatastò nei letti, in fondo a uno sguardo
mezzo assonnato. La spiga si impiglia ad un caffè, bevuto da bocche che sospirano promesse
prima di tuffarsi tra la gei e la bi -inimitabili sigilli.-
mentre la sfera continua a girare
(dicono)
da sé.
Id: 19095 Data: 08/02/2013 23:05:31
*
rain
è sempre violento il gusto, il piacere di - non so cosa, da dove parte poi, lasciami stare-
uomo, ho mani screpolate nel far girare la giostra. odore di viole e nespole.
ah! i giostrai che rendono meraviglioso e nuovo ogni volta il tempo
spacciatore e ladro. e vola, joanna vola sulle carni dilaniate inghiottite
nel torbido riflusso delle miserie umane. la città è colma stanotte
come birilli che bramano al vano vuoto, guardate e tacete nell'ultimo momento che mai tanta luce conobbe
il giorno. come sono tristi gli occhi
tra le gambe. e i tuoi piedi freddi in una mera foschia lasciano accenni amando nella carne i suoi segni.
e vola joanna vola, tra corolle lontane e viole. quando la luce prova a consumarsi nel suo specchio.
Id: 19083 Data: 08/02/2013 14:51:09
*
a dividerci furono le catene
non noi, non noi.
Fu la paura che rideva,
per quanto era tanta.
sentivamo ancora
l'urlo delle molotov
togliemmo il pigiama a quella notte.
Poi le lavammo la faccia.
fu allora che ti guardai,
seduto
vicino ai nostri compagni,
mentre versavi da bere.
Bourbon e rum
Tirarono fuori nuovi pensieri,
E poi sopra i tavoli,
tutti assieme con barbara ann.
nessuno sentì le sirene.
dove sarai ora ?
ti vedo: avrai una famiglia,
una moglie che penserà a te.
sai,
io invece resisto poco,
basta un bicchiere soltanto
per cadere tra le braccia
di chi neanche conosco.
Ecco:
anche domani aprirò gli occhi
Per intuire dove mi trovo.
è così che ormai faccio da sempre.
Ci fossi riuscita mai.
Id: 19010 Data: 03/02/2013 19:12:16
*
la nostra parrocchia
al piano di sopra, sopra sopra,
c'era la cella campanaria,
la cui incasellatura sosteneva 4
-quattro- campane dal suono
ben intonato ed armonioso.
fu lì che lo facemmo a sangue.
- chissà se qualcuno si accorse
che qualche rintocco era irregolare-
poi le processioni. erano cortei
variopinti; devoti e lunghissimi.
io avevo gli occhi fissi sulla tua
scollatura. tu lo sapevi, sì. e ricambiavi
il mio sguardo.- ma me ne accorsi solo
perché facevi finta di non farlo-
soprattutto, la messa.
ah, che ricordi al Kyrieleison quando
le tue labbra, d'un rosa pallido,
fremevano dalla voglia di arrendersi.
ed io che ti dissi no, no, cazzo. non vedi
che ci sono altri che stanno pregando?
non lo avremmo fatto mai,
se non fosse apparsa la Madonna a dirci
"tranquilli, non vi disturberanno".
Id: 19008 Data: 03/02/2013 19:04:17
*
Von K.
uno spicchio di buio,
e nulla più.
nulla ancora.
spegnere la propria esuberanza
dentro la larva di un bruco
come cenere sparsa
di pezzi di carne viola,
l'isola dei diavoli cresce a distanza
e si eleva, come il profumo dell'infanzia.
le acque torrenziali non specchiano
che luci, lì dove tessono acute canne
di canapa rosa. regina:
lì dentro il manto ti avvolge
di arancio come fosse un gridare
di fiamme. oggi questa memoria
di noi sta in un millimetro quadrato,
e sono stanco di tenere l'evoluzione
in agguato. la notte ha appigli di luce
che l' occhio ha appena versato.
se dalle tue lacrime precipitano stelle
come vetri che ancora fanno male, a correre senza
distanza, si rischia di inciampare.
ma dove io passo non cresce parola più muta
di questa: il tuo abbraccio
che più di ogni altra si lascia
ad ascoltare. eppure tutto è finito.
bisogna ben guardarsi
dal vedere un essere tiranno
in quel rantolo di buio.
la pietà non conosce che morte, signora.
e siamo colmi di solitudine, la migliore compagna
non fosse divisa tra tutti.
Id: 18977 Data: 01/02/2013 19:46:54
*
fossi nata uomo
Fossi nato uomo vedrei roncola e vanga per dissodare la terra, vivrei l'aria felice della buonanotte senza masticare grida. Di persiane spalancate per ossidare il vento, vivrei come un risveglio che non riesce a svegliarsi mai. E fiori a tavola a strisce rosa e verdi come potrei chiedere di spremere acqua se non dagli occhi tuoi? Così rivivrei, fossi uomo, spolvererei le nuvole per regalarti l'azzurro che non hai. non rimarrei sospeso nel tempo a toccarmi lì dove non mi toccasti mai. Se fossi uomo, mangerei la legge della storia per dirti cosa può cambiare tra noi a generare figli e nipoti farei cadere gli occhi negli abissi perché non possano perdersi e recuperare quelli tuoi.
Id: 18849 Data: 25/01/2013 20:29:59
*
allora mai
in gola,
una pelle nuova di sudore.
chissà che non trovi pace
questo dissacrato gesto
tra tiepide lenzuola.
ed è ancora niente,
se anche nell'alzarmi, la chiave si gira
al contrario. la pioggia rianima
le radici, ma il fango è prima ancora dei vestiti.
e tra querce infreddolite riconoscevo i tuoi sorrisi
come corde smorzate. è bene guardare i salici
che vedono solo nella terra, il cielo.
mentre si frantuma il mio specchio.
per non vederti completa.
il domani non agita le mani all'indietro
a dipingere il giorno come carta da parati.
delusa. che il dire piombi come oltre il fiume
l'argine di roccia. mentre occhi di sale sognano
notti pallide come luci. ora che il mattino
ritrova la vena verticale del tramonto
allora mai.
saremo braccia piene di gelo.
se gli abiti che porta la morte
per te, sola,
indossai.
Id: 18598 Data: 12/01/2013 19:29:22
*
disertori dortega
e ci parlò di dio, delle sue leggende. ma non siamo riusciti ancora a chiudere la bocca al sacrestano? - sacro st'ano-
andammo via, e mangiammo veloci la nostra cena.
nelle bottiglie polacche. nei frammenti di sosta, il mio respiro si muove come quel 464, - è l'ora della resa- è così vecchio? non sapeva, joseph- un passante- il perché della nostra scelta: il vento.
la foschia, la brina, i capelli sparsi di lei. sono anni che vivo in questa strada, fredda come l'alba che un cielo ha trattenuto in gola.
e le tue labbra, asia, infuocate dal mio sesso che continui a guardare, cosa sarà per noi il domani, si chiedono quelli che continuano a passarci accanto, e ridiamo che non sappiamo quel che sarà
per noi l'adesso. mostra il grembo di lato la luna, mentre una rondine sembra essersi stampata sul tuo petto. e sento dietro di noi i gradini stupirsi ancora del tanto silenzio. giorni andati
mai visti, mai salutati.
perché enumerarti i paesi stranieri?
io non ho mai calpestato invano. posso dire di aver visto cieli che prima confondevo con i mari. è all'orizzonte che vedi l'aurora
tirar via le lenzuola, distesa, sulla paglia degli astri, mentre ancora continua a raschiare la sua gola. guardami ora, guardami adesso
ora che la luce, fioca, ha mostrato il mio specchio. e c'è una morsa che non mi blocca ma m'assale, nel bianco vermiglio- sai che noia mortale?
non avevamo da sempre cercato di immergerci nella fiamma più alta?
gli opuscoli li compreremo più avanti, andiamo a visitare la cella dell'ade. i suoi spazi, il suo altare.
io non ho mai pianto. ho succhiato le ossa di tutti i vigneti, e sputato l'avena dai miei occhi rossi
con cui guardo ancora, per fondere il vetro della mia pena. voglio sentirlo
entrarmi dentro il suo fiato. e ci sarà un giorno, forse, in cui più non sento il rimbombo dei miei passi.< come un tonfo che riecheggia al matrimonio in una chiesa.>
solleticatori d'arpa! le mie dita conoscono altra musica, altro tema. non potrei mai vestirla di bianco, quali sono i miei pascoli, quale l'arena? i memorandum, i disertori d'ortega?
voglio vederlo sgorgare di sangue quel giorno. voglio il sudore, l'ardore di un'impresa. d'inverno la quercia stende bene i suoi rami.
io, che dipinsi di nero il mio mondo, fino a che non finii i pennelli. poi andai a sparare a flegonte, un colpo solo, alla testa,
e vidi gli altri stalloni , ubriachi d'ambrosia venirmi a sbarrare la strada di fronte.ma le mie scarpe come marca hanno il cielo, che avrebbero mai potuto fare,
se non disperarsi e sgroppare e poi brucare nei pascoli del vento?
ed ora sono qui, con joseph e qualche smargiasso di strada. di fuori piove, ma fa nulla, ché spero ancora di vedere la madonna
venirmi incontro con la sua sottana color brace. pelle scura, capezzoli rosa, la sintesi unificativa- unitiva ai lati della fica- che solo può portarmi lontano,
e allora soltanto ti chiederei, asia, di concederti a me come sposa. e poi
di nuovo via, lontano, di buona lena, continueremo a parlare di dio, e a ricordarci che il vero amore mai la conoscerà, un'ultima cena.
Id: 18467 Data: 05/01/2013 19:48:45
*
fin lassù
Non succede niente, no.
il mondo ha il fisico asciutto,
muore solo con gli occhi persi tra le stelle.
il mio desiderio è vederti là in mezzo,
ferita in mezzo alla punteggiatura .
una virgola sa comprendere il tutto di una parola
ci-e-lo- e ciascuno cerca la fine
nella congiunzione di una promessa.
È l’azzurro in cui gli occhi postulano la memoria,
io bene dico, ma tutto attaccato, il peso della pioggia.
nell’aldiquà nessuno serra le mani, nessuno ricorda,
non c’è apostolo della terra per la terra, non vedi
Che abbracciava uno qualunque per avvicinare te
Che sei apparecchio per scaricare luce di chi non torna’?
la morte scende su noi. E con noi divora sempre
i cd che tua sorella portò a noi con un gesto
di solidarietà, di fratellanza e – soprattutto –
di indifferenza,
ora possiamo ascoltarli in silenzio.
Chissà che non cada fin lassù,
l’inutilità di ogni verbo.
Id: 18419 Data: 03/01/2013 00:18:43
*
edizione straordinaria
diretta a reti unificate globali.
------------------------ ed è per questo che dobbiamo farlo, per tutta l'umanità - giacché la miglior umanità è l'annientamento della stessa. vi è stato recapitato tutto. voi non lo sapete, ma non vi serve più nulla. fra cinque minuti precisi saremo tutti salvi, noi e i nostri figli.
****
pensate, non ci sarà più nessun dio.
*****
sarebbe uscita l'ennesima citroen
******
scomparirà la memoria. per sempre. essere vissuti non sarà più servito a niente. nessuno saprà chi era dante, petrarca e michelangelo e leibniz. e piazza san pietro, e la cultura.
******
signori: la cultura non serve davvero ad un cazzo.
****** e il bene e il male, e le poltrone, e i lavoratori precari, e che non si arriva a fine mese. -mentre quello ha lo ioth. -
e il comunismo e il capitalismo, e gli uomini che trombano e lavorano, e ridono. e ridono, queste teste di cazzo. - gli esseri più intelligenti della terra ridono, trombano e lavorano. - e francesca e nazario, e la famiglia - ah, la famiglia-
-ah, la famiglia -
***** e lo spread e i monti da scalare
e quelli da scalciare, quelli da scialare,
e non si arriva a fine mese
e abbiamo vissuto al di sopra delle
nostre possibilità, e delle bugie rese
favole, e del contratto degli italiani.
e del lavoro, che nobilità l'uomo.
quella cosa che rende schiavo per sempre l'uomo,
lo nobilita anche, e siamo tutti emozionati,
e ridiamo, piangiamo, siamo
soltanto ciò che facciamo, e lo chiamiamo
pure massimo diritto.
e il manierismo e marx e nessun filmato su you tube
****
e l'energia, e i rifiuti, e il pil. (piliatevelo lì) e l'effetto serra e i pacifisti, e i dico e i pacs, e i finocchi e gli etero. e siamo tutti uguali, senza nessuna discriminazione.
e le donne che sgambettano, e la crema per il viso, e la chirurgia estetica. e auguri marzia, auguri a te luciano. nessuno che tira calci al pallone nessuno che tira sassi per strada nessuno che tira.
**********
e niente figli a scuola, e i problemi della pubertà, dell'adolescenza, della maturità, dei giovani. i ggggggggiovani. non facciamo nulla per i giovani. i giovani vanno compresi. e i disoccupati? e i diversamente abili (?!)? e le puttane? e gli anziani?
gli anziani. ma come non si vergognano a non essersi fatti saltare le cervella prima. *******
sì, sì, sì. sì.
(ditelo insieme a me)
SI SI SI SI.
(ritmato)
SI-clap-SI-clap -SI Clap clap clap
(sorridete)
click
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOM
-uuh uuh uh! -uh? -uh uh uh.
Id: 18238 Data: 21/12/2012 22:42:56
*
Senza pensare
e senza pensare, marta, avrò la mia pena. un'altra ombra sulla retina di quell'occhio
che bevve tutte le stelle quella sera,
così, per svago. mi rimase all'orecchio il tuo pensiero
con la voce da soprano. così dovetti costruire questo mare fatto di spirali di acqua sporca tracannata in fretta dalla mia nuca, per non restare sordo invano.
qualcuno dovrà ricominciare a scuoterli come dei dadi, i miei quadri. ma siamo figli di quel cristo.
e sappiamo perdonare. Il pensiero non ha mai i pettorali d’achille, marta. ha muscoli stanchi e disegna gabbiani che girano i fogli del cielo al contrario,
ha guizzi di gatti e lingua imbevuta di caffè d'oriente. ha il fiato lungo di una giovinetta, e lo strappo breve del corsaro, ha la falla aperta da uno scafo prima del rintoppo di un'onda che passerà di lì
per caso. i secondi sono sempre arrivati prima dei primi, troppo intenti a pensare. il guardiano della notte farà rapporto al suo capo perché una finta alba è uscita dalla bocca di un palazzo, troppo flebile, lei, troppo rosa da disegnare i contorni del peccato.
la pelle accesa a quegli stendardi si colora di arancio , e il fuoco grida al vento il suo amore. brucia e arde il mondo, insieme ai tuoi giorni
che come coriandoli li perdo per mano. sono solo ricorrenze a marcire nei giorni di festa, sono solo il richiamo per angeli ruffiani.
(e i gesti degli uomini sono così limitati nel loro insistere. avvolgono gabbie e gabbie di resistenza. lo stupore è disegnato nel gesto delle loro mani. si lim...)
"Porsenna", lui urlò, con il vino che gli riusciva a fiotti. Non ho voci turchine per calmare il suo ardore. Fu uno straccio imbevuto di parole, a farlo gridare.
Operosi nel buio dei tuoi occhi tagliati a cucchiai. Quanta pena dovrò affontare, adesso. nel grembo del tuo volto che sorride,
marta. senza pensare?
Id: 17907 Data: 01/12/2012 18:23:53
*
un colpo solo
ha ancora nella testa gli ululati di bartàk. e quante scudisciate, mai una parola. è da troppo tempo, che parla solo con bartak.
andando di corsa, sembra che tutto ti corra addosso. di quella sera ricordo solo la pioggia, e la mano tendenziosa del suicida.
è la pioggia che strappa le parole dal vento. come fissare negli angoli di carta la polvere d'inchiostro. ed è pane per le notti, la strada che porta a serrare le labbra.
-se la morte di nessuno da nessuno viene annunciata.- vivesti, l'occhio morde il silenzio per renderlo cieco. mai sapranno, quanto valse questo gesto.
bang.
Id: 17602 Data: 16/11/2012 23:07:47
*
Baciami in bocca, vita
I
e ancora a vederti come cagna,
distesa sul fumido sterco
del giorno prima, sdraiata,
mentre zampilli sangue
dalle vene delle tue zampe
braccia che tendi a noi, ruffiana.
e far finta di niente,
e portarti a festa
regalarti un vestito,
una cravatta.
e l'assonnato giorno
pigro come un impiegato,
si aggiusta il viso ed esce
spettinato.
poi di nuovo mordi
Come l’aria
di un gelido febbraio
Di montagna
II
Buongiorno, vita,
mentre vaghi come spettro
sull’ansia nostra, che è noia
quando non aspetta
il freddo della spada.
ma non cambia nulla,
i fiori si aprono ancora
tra rovi scoscesi, roseti
e sterpi.
E merda.
III
“brindate, brindate!"
vita, ancora vai consumata,
spenta, a mostrarti puttana.
giorni stesi come
stracci ad inumidire il vento.
i passi tuoi girano
lasciando orme di fango
a imputridire mesi
fermi come stagni,
riluttanti
a veder giungere
il domani
come cascata.
Mentre con il brando insanguinato
Ti volgi impetuosa, sbraitando,
alziamo i calici.
“Brindiamo, brindiamo!”
IV
Perdio! Mettersi davanti all’altare
Stringendo coppe di champagne,
miele cosparso sopra
e sotto ogni nuovo anno!
Dalle tue mammelle
Succhio solo il sangue
La mano che li teneva
per mano li spinse
verso la luce della notte
Che dal cielo esce lieve
Come da un candelabro.
Baciami in bocca, vita,
e strappati quegli stracci di dosso,
in chiesa giaceremo
lì dove raccoglierò la penombra
lasciata su quella strada
piena di insegne luminose,
che parlano di saldi
della befana.
E quei corpi sono solo pensieri
Rimasti come pezzi di un vaso
Che ora noi copriamo di fiori
Invano.
L’acqua per alimentarli non basta.
V
io no, io non ti seguo
come un docile meneghino
e ti rido in faccia,
meretrice, vigliacca.
Il mio prossimo anno non c’è
che è andato a farsi soldato
(la tua spada è grossa e pesante,
e riesce a colpire chiunque.
Mi basta stancare le tue braccia)
perso tra sgombri e lucci
ed alghe che avvolgono
schiere di coralli rosa
tra spruzzi di poltiglia
sguazzo.
VI
tienimi al tuo petto, notte,
come fossi un tuo figlio.
ah, la freschezza dei mattini
quando si parte,
quanto a me è lontana!
svegliami in silenzio,
giorno,
come una sorpresa,
come una nave
che la terra
avvista inaspettata.
Id: 17357 Data: 04/11/2012 00:07:13
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