Pubblicato il 13/11/2012 07:25:24
L'Appesa
Come stare in equilibrio qui Fra un mondo che è mondo E un blu infinito di poesia?
Vi saluto da qui, dove sono appesa. Forse non mi vedete ma giro intorno alle vostre teste e da qui posso leggere i vostri pensieri guardare i vostri seni vedere il colore del latte che portate dentro non ancora maturo non ancora baciato, non ancora amato. Se scendessi sarebbe una strage. Finirei per uccidervi (non potreste mai reggere alle vostre passioni.) Quindi rimango qui.
La contemplazione è compito di poeti.
***
Il tassista
Forse era stato mandato da Dio ma non lo avrei riconosciuto. Lui, il tassista. Era inglese, quasi nobile aveva gli occhi blu delicati e conduceva una macchina come lui di mezza età ben tenuta. Mi chiese dove era il mio destino (come fanno tutti i tassisti inglesi in una città come Buenos Aires) ma io invece di rispondere gridai, e nell'urlo raccontai una storia. Mi avevano proibito d'uscire dal paese la polizia mi aveva fermata, sbagliando, come spesso succede. Ora, perso l'aereo, non c'erano più vie di ritorno. Lui annuì alla mia storia. Certo, se fosse stato davvero un angelo di Dio la mia storia l'avrebbe conosciuta senz'altro a memoria e questo era solo un ripasso un compito uno dei tanti giochi che loro spesso fanno con me. Aveva la testa calva, il tassista, ma le piume delle ali, nel caso fosse stato un angelo, avrebbero di sicuro fornito caldo per certe epoche dell'anno. Con le ali piegate su se stesse mi disse: qui il traffico ti inferma, prima ti duole e basta ma poi non ti riconosci più sparisci davanti ai semafori mentre all'improvviso la furia di un incrocio ti ricorda che non l'ami più, tua moglie, ma gli obblighi da marito, da padre, quelli non li dimentichi mai... disse lui, ed io per un secondo pensai: Ma gli angeli, chi li custodisce?
La sua storia finì con il mio tragitto ed io uscii dal suo taxi riconobbi la sua mano mi augurò, come un comune mortale, fortuna e un buon ritorno alla mia casa. Alla mia casa. Se fosse davvero stato il mio angelo custode avrebbe dovuto specificare. Con tutte le dimore che abbiamo noi, clienti di tassisti. Pendolari dell'anima dai destini incerti. (http://www.disp.let.uniroma1.it/kuma/poesia/Candelaria_Romero.html
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