uno spicchio di buio,
e nulla più.
nulla ancora.
spegnere la propria esuberanza
dentro la larva di un bruco
come cenere sparsa
di pezzi di carne viola,
l'isola dei diavoli cresce a distanza
e si eleva, come il profumo dell'infanzia.
le acque torrenziali non specchiano
che luci, lì dove tessono acute canne
di canapa rosa. regina:
lì dentro il manto ti avvolge
di arancio come fosse un gridare
di fiamme. oggi questa memoria
di noi sta in un millimetro quadrato,
e sono stanco di tenere l'evoluzione
in agguato. la notte ha appigli di luce
che l' occhio ha appena versato.
se dalle tue lacrime precipitano stelle
come vetri che ancora fanno male, a correre senza
distanza, si rischia di inciampare.
ma dove io passo non cresce parola più muta
di questa: il tuo abbraccio
che più di ogni altra si lascia
ad ascoltare. eppure tutto è finito.
bisogna ben guardarsi
dal vedere un essere tiranno
in quel rantolo di buio.
la pietà non conosce che morte, signora.
e siamo colmi di solitudine, la migliore compagna
non fosse divisa tra tutti.
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