” Il dolore è sempre maggiore dell’uomo,
e ciò nonostante deve entrargli nel cuore.“
Vladimir Holan
Padre, come mi sta mancando
la tua forma di cadere,
la tua parcella di paura,
e questa ragione senza tregua d’essere villaggio
che sale dai tuoi occhi alla notte.
Come sanno d’erba deposta
il tuo nome senza città,
le reti screpolate delle tue mani.
Io, in solitario, ti dichiaro eroe,
ti nomino capitano delle dolcezze
smarrite e dolenti della terra,
ti abbraccio con la fretta dell’assenza,
e chiedo il tuo dolore, la tua piaga, il cieco
dono d’essere uomo rotto che mi manca.
Ho bisogno di cadere come cadesti
nella lenta atmosfera senza canti.
Ruotare sopra la terra
sotto colpi continui
di cui nessuno conosce l’artefice.
E tacermi, tacere
sotto la certezza della furia.
Alcalà de Henares, Marzo 1979
[ Tratta dal libro “Poesie imperdonabili” curato e tradotto da Tomaso Pieragnolo per Passigli nel 2011 ]
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