Pubblicato il 20/01/2013 08:04:14
Lo senti questo strano tepore che sale da umide grotte e lastroni ghiacciati? Forse è solo il nostro fiato a scaldarci, a toglierci dal cuore il gelo del distacco a evitarci chissà come un doppio scacco.
Che tormento è la tua voce che non sa più sussurrare, che pena per quei suoni distorti, spenti, stanchi, quasi morti, al ricordo dei lirici abbandoni del cuore, di soffi di respiro diventati frasi d'amore!
Occhi negli occhi, le mani di nuovo cucite: perché il tuo dio non si commuove se sono io a supplicarlo e non tu, perché non ci accorda un finale di cieli stellati e non un altro zigzagare tra fili spinati?
Sono strade strette e senza sbocco a ripararci da venti ostili di scirocco ma da qualche parte un'onda lieve, un arcobaleno, un rintocco di campana, ci sfiora, ci sbrina, ci scongela, ci stana.
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