I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Il nucleo del cuore è circolare
Scorre l’amore come rapide di torrente, può condurti in un lampo al fiume, al mare aperto e nello spazio libero dell’infinito, ma se lo navighi controcorrente ti travolgerà, ecco ci sta già travolgendo. C’è l’arrocco sulla scacchiera, il re e gli intrighi di corte sono il passato, l’effimero ch’è duro a morire prima che il lume della notte lo trasformi nell’assente in vetrina. E non c’è un tempo per amare e uno per stordirsi, è un solo monolite, un respiro caldo, un soffio di brezza, ruvida carezza e bacio di carta vetrata, il sale nella dolcezza, la punta d’amaro nel cioccolato, le carte truccate del baro al tavolo da gioco, la nuova puntata del romanzo della vita. E la bellezza -ti dico- è nell’insieme, persino nella lite, perché il nucleo del cuore è circolare.
Id: 62311 Data: 23/02/2021 09:36:10
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gocce di sublime
E intreccio parole, verbi a complemento, rime come arabeschi, suoni sincopati, fiabeschi affreschi del reale, del nucleo in divieto di sosta nel traffico del quotidiano. Per dirti cos’è l’amore al tempo del tramonto, un segno nello spazio, una porzione di cielo illuminata a giorno, l’epicentro di ogni emozione, la regione di ogni canto. E se come d’incanto ogni equazione ha una soluzione e se vedo chiaro ogni contorno, -le ombre insieme a barbagli, dono e dazio agli angoli della tua figura- il petalo di un fiore, la lente del talento, quei versi nella posta abbinati ai confetti al pistacchio: siamo questi, sensi come torce, lame di luce e gocce di sublime.
Id: 62310 Data: 23/02/2021 09:33:49
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Il settimo sigillo
E quel memo appeso sulla torre diroccata “ Siamo ricordi che esplorano l’attimo venturo” ormai sbiadito: l’ultimo che l’ha letto è stato l’invitato alla cena prima del naufragio. E nessun soccorso è stato mai chiesto, secondo il discorso della prima imputata nel retroscena della stampa. La nenia del mare sia il settimo sigillo, sia il codice finale: varrà l’attimo perduto per giudicare ogni scelta sbagliata.
Id: 62288 Data: 21/02/2021 09:18:55
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A guardia del cimitero delle parole
A guardia del cimitero delle parole, fiori nel recinto delle aiuole, gocce di pioggia e cirri, cuori e amori d’atmosfera, tra languori eterni, cieli, lune e stelle, al lume di candela, la pelle delle fanciulle è d’alluminio dicono, nelle notti di plenilunio, tramonti e albe colorati sul mare, è tutto pastello su quest’altare di perfezione. Per i vocaboli dei poeti l’estrema unzione, amabili resti di un’arte in via d’estinzione, un respiro, un rito, una degustazione di lemmi: commi trasformati in versi alla cena dei dilemmi, poi il levarsi del canto degli addii, è dalla porta di servizio l’ingresso della scorta degli aedi, il paradiso può aspettare -è il verdetto della corte delle zanzare- non ci sono più posti a sedere, tutti riservati agli angeli con le bandiere.
Id: 62287 Data: 21/02/2021 09:06:22
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Senza sinossi
Proprio come tutti, cocci di bottiglia e diamanti parimenti, poi furfanti sotto volta di stelle e ancora frangiflutti nelle sere di tempesta, farfalle a volo frenato, mutanti di specie in via d’estinzione. E quando è finita la ricreazione ci resta dentro calore di fiamma, l’alfa, la beta e la gamma di ogni romanzo vecchio, lo specchio senza riflessi, poi l’occhio di scorta per ciclopi a corto di denari. C’è ancora l’orto da sistemare a fianco del muro senza intonaco, sarà pure duro l’amore senza compromessi per sessi all’ultimo stadio dei paradossi: la storia ora scorre ma senza sinossi.
Id: 62279 Data: 20/02/2021 09:15:42
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Shat mat
“Shat mat” sussurra la Regina alla favorita del re, indicandole la via d’uscita, “le jeux son fait”, tra il rosso e il nero, vince lo zero e perde sempre il forestiero, game, set, match e bacio in tribuna all’uomo in frac, festeggia al chiaro di luna la dama in nero col vampiro di turno nel castello senza mura: gli anelli di Saturno spariranno tra milioni di anni -è tra le notizie confermate dall’agenzia unica delle calvizie sul suo blog ufficiale-. C’è sempre uno sconfitto e un vincitore, se chi dà le carte è afflitto dalla sindrome del baro: l’impreparazione al potere è lo slogan del momento alla corte del biscazziere del regno. C’è un pegno da pagare al tribuno rossobruno, si accettano rime e versi di nessuno, purché scritti a mano, s’intitolerà una strada al poeta ignoto uno, in forma di sciarada da cruciverba. E’ tempo che passi, taccia e chiuda, in attesa di stare tra le tue braccia.
Id: 62278 Data: 20/02/2021 09:11:53
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Il maestro del racconto
Piume e petali di rosa nel vento, chiese verticali e liquide valli a distesa d’orizzonte. A stento intese l’uomo, che sulle ripide discese da altezze siderali girava tutto: oblique vocali nel volume della realtà, legni di croci e palafitte, stagni in quiescenza e pensioni nell’aldilà per angeli e demoni, il senso acuto delle sconfitte dopo l’incrocio delle fitte al cuore. Le mani nelle attese infinite, nascosti, da occhiali da sole, sguardi come cattedrali, esposti alla catena d’intese impreviste. Mai e mai si arrese il maestro del racconto: accanto all’altare, nel chiostro soltanto pace nelle ombre della sera, quel tanto che basta a dare voce al plenilunio e alla crociera tra le acque di una vita di luce.
Id: 62267 Data: 19/02/2021 12:15:34
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Il passaggio di gocce
Quel solo semplice filamento d’informazioni lineari replicate, sarà d’estate che sparirà il passaggio di gocce, per allora il talento avrà mille voci e cento fari su spille di luci disegnate su ville e piazze. E il saggio scriverà della prossima ora del paradiso, il concerto delle sirene sarà rinviato al mese delle camelie rosse, poi sarà l’aurora ai confini del deserto a svelare la sorte del fato ancora appeso alle nenie della notte e delle lotte degli amanti col buio. Sonno e veglia a cicli invertiti, ripetuti inviti a raccontare, eccolo il vuoto delle grotte, l’ignoto delle rotte, quel cenno per capire che diverremo detriti e polveri magiche da alveare.
Id: 62266 Data: 19/02/2021 12:11:18
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Per scissione cellulare
E trovarti inaspettata sulla mia nube preferita, in gita con i tuoi anni di scorta, sa di ricotta la torta e l'uovo di cioccolato è bianco avorio, il desiderio che ho di te si è duplicato all’istante per scissione cellulare, gocce di rugiada al riverbero del sole sulle tue ciglia di zucchero filato. E poi in viaggio lontano dal passato con lenti nuove issate come vele a prua, il mare è l'infinito dell'amare a un'onda sola, ape regina del re senza corte del castello incantato, se vuoi varcarlo, l'ingresso è dalla porta laterale persino nel regno delle fiabe.
Id: 55178 Data: 30/10/2019 18:11:24
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Foci di voci (scritta insieme ad Antonia Vono)
Distici mistici niente acrostici siamo tossici dell'appartenerci foci di voci nemmeno croci agli incroci del viaggio. Solo luci intermittenti che accese spengono il sole. Forse il tempo può incurvarci stingerci trasformarci ma rimane il nucleo il riconoscersi il ricostruirsi identici (di)mostrarci forse sporgendoci come vertigini impaurirci...soffrire nel claustrofobico (con)tenersi luci di notte ad alleggerirci i sogni e soli di giorno nel ricongiungerci nel verso corretto detto e ridetto a dispetto di tutto rimarsi a morsi o stringersi al petto i respiri calarsi nel pozzo dei mali e respirarsi a fari spenti e poi scoprirsi più forti di tutto. Amarsi e volersi cosparsi di sale o di viole dispersi e riuniti al momento giusto.
Id: 44082 Data: 06/09/2017 10:11:16
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Se il vento é muto
E mi sorprende la falce della luna fioca e bassa sopra l’orizzonte diamante grezzo, linea d’occidente morente fiato, sommesso bisbiglio che precede un rauco grido di morte. A chi è toccato in sorte il filmato di ciò che procede senza alcun senso prima di schiantarsi tra il fumo denso e acre che chiude la gola? Il quadrato del battito e la radice delle porte chiuse in faccia, la geometria è un foglio tra le mani del figlio imprudente è un calvario salvarlo, ma se c’è un ponte e se il vento è muto, è larga ogni cruna. È fredda questa notte senza stelle le rotte del tempo sono chiuse a ogni viaggiatore senza scorta l’aorta cede e le doglie sono dieci al cubo, il tubo dell’ossigeno è interrotto da un grumo scuro di sangue, è stato il turno dei nonni a scoprire l’orrore del fumo dei forni e del gas che non si vede dal muro che ci divide dal reale. Il triangolo è scaleno e il cortile sghembo, nelle stragi c’è il senso di ogni vita storta la speranza è risorta quando le fosse si sono svuotate e sono riapparse le folle.
Id: 41784 Data: 03/03/2017 08:38:37
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Talent
Torrenti di parole infiocchettate scambi d’amorosi sensi inversi a godersi le gemme reclinate le declinate gioie di catarsi genitivi e genitali, gli orinali pieni, osceni i cuori più dei versi talent, gara di rispetto, orientali sapori di spezie, calembour, facezie e nequizie, sazie le narici, soffici cuscini, le carni e i vini, inezie, questo è brutto, l’altro è maleducato, ha scritto in aramaico, l’ho distrutto, il top è scollato e il seno sporgente, teso e sodo, quasi un salvagente, di tutto e di niente, idrorepellente, Odino o Ogino, di chi è la colpa per questo bambino, calma gente, non me ne sono accorta intenta a scrivere in ginocchio, in preghiera di sera, alla luce di una candela storta per creare un gioco d’ombre e d’atmosfera, calma ancora: lui è asceta, io sono gatta morta.
Id: 41642 Data: 22/02/2017 06:52:42
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In gocce di veleno
I tempi sbagliati accordi in gocce di veleno essere amati quando non si ama più più o meno è andata così tra la pioggia battente e l’arcobaleno trasparente guardato a vista dal biscazziere eterno il nero e il rosso sul quaderno e ancora pensi e dubiti che sia inverno e che i sensi non si celino nelle sfere di cristallo delle emozioni lente poi giochi al buio e perdi anche la faccia il muro è alzato e lo hai alzato tu quando il cuore svelato è stato osceno.
Id: 41641 Data: 22/02/2017 06:45:14
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Adieu, grazie, è stato niente
Grazie è stato bello, mio marito amami, adieu monsieur, ricordati ma che vuol dire? Facebook sparito Perché mai? Siamo malandati vecchi col cuore stanco degli idioti bella col trucco dei banditi carta vetrata tra le stelle a gauche il quadro è surreale, è di Bosch dicono che ora ti fai di scotch non ho inteso, non ho capito liquore o nastro adesivo? Che mito leggera con le piume al dito le unghie sulla gola del malcapitato arma impropria, mon etoile, sono rinato da quando sei svanita nel creato. Grazie, è stato e basta, la casta è in una cesta e li ci resta canta, balla e abbassa poi la cresta ali di farfalla le mie, per salutare amami, adieu madame, ricordati ma che vuol dire? Spericolati come animali in letargo, in coma a Crema, a Reggio, il flauto a Brema lui l’ama, lei è la catena della fama tutta sorrisi e complimenti i componenti della band dei lamenti ora sono tre, ascoltali, sono talenti poi sverna, cambia continente il colore dei capelli non è importante Adieu madame, grazie, è stato niente.
Id: 41497 Data: 13/02/2017 07:47:17
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Al ballo dei poeti tristi
La mia base è in quella palafitta sul lungomare ad est della città c’è più successo nel fallimento che nel trionfo, ho visto il conto è troppo salato dice chi arriva a stento a fine mese. Ho letto il tuo nome nel vento e mi sono fermato ora che chiedi la carità all’angolo della chiesa sfitta. Il lupo cattivo indossa la gonna della nonna, poi se la nipote lo scambia per un travestito è perché ne ha visto la foto in un sito di scambisti. Il cuoco ora è bollito ma ha da poco ricevuto l’invito al ballo dei poeti tristi. Il frate francescano è in chat con la sua donna. C’è un vento che spazza via l’amore e la pioggia ha i colori della notte il fuorilegge guarda l’orizzonte lontano non ha più casa e famiglia e il grano dei campi è il suo letto, cosa c’è d’umano se il tetto è nelle grotte, il piano suona ininterrotto da ore e le porte del paradiso sono sbarrate a ogni impostore? Ti ho persa e non c’è sempre un motivo nello specchio c’è una foto di prima di quando le auto partivano a spinta e tu non avevi una casa dipinta con macchie di muffa. Chi ti ha convinta ad abitarci è un’arpia col fondotinta incrostato, il segreto svelato o è un dogma del creato o è solo un sogno lascivo.
Id: 40338 Data: 22/11/2016 09:30:01
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L’amore in quattro ragli e mille serpenti a sonagli
Le margherite sfogliate, m’ama o non m’ama si m’ama, ma non mi vuole, mi duole forse non lo sa che m’ama, con gli occhi fobici che si ritrova, forse mi crede una biscia che striscia sul marciapiede di fronte casa sua. E’ un fatto di fede l’amore è un gioco mi ha detto, chi lo vede è maledetto, ma se ha scarpe a punta e tacchi può ballare il tango sino a quando il sole non sorge. Non m’ama dunque, è la trama. L’amore in quattro ragli e mille serpenti a sonagli, un asino fatto e rifatto e una serpe di scuola, non c’è storia, non c’è gloria. Non m’ha mai amato solo scaricato dopo un giro sull’ottovolante del luna park, sono una specie di mutante in mutande, uno scemo patentato e insoddisfatto potete dirmi di tutto. Maria? Chi è Maria? Non si chiama Maria e non ha un gatto lei è stato un angelo sino alle undici e venti. Poi è arrivato lui, lui chi? C’è sempre un terzo incomodo e pure un quarto in cerca di guai seri e di nuove dame da rimorchiare, visto quanto è bello il mare da quassù? Migliore dei tuoi fianchi di vetro e degli occhi neri stanchi della frenesia degli orari sul finire della sera. Le nuvole di liquame si sono addensate, piove a dirotto la luna non c’è, fanno la ola le ombre.
Id: 40337 Data: 22/11/2016 09:23:11
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Appesa a una stella
Appesa a una stella, la più vicina dopo il sole, l’ha chiamata vertigine perché non ne ricorda il nome come la sensazione provata quando ha incontrato uno sconosciuto nel bosco dei tramonti argentati o quando ha visto realizzati i suoi sogni di bambina. Sente il liuto in lontananza, è una trovata del signore dei mantelli rossi o di dame pietose con gli ultimi? L’origine è un mistero, ma qui lo è più di prima. Eppure è lì per cercarla, in un tempo al quadrato e in uno spazio ristretto l’equazione non è la stessa. La notte l’ha ignorata e la morte le ha fatto visita l’appuntamento è rimandato, le ha detto a data da destinarsi, deciderà il caso, l’amico matto con l’anello al naso. Qualcuno ha osservato tutto col cannocchiale, ma a sua insaputa ora può riferire ogni dettaglio al conte dei bastioni d’argilla, lui l’ha costretto con un ricatto e non ha avuto scampo. La verità è imprigionata tra le mura della grotta dei folli, ma è in un’altra stella ai confini estremi dell’universo. Nessuno è mai stato laggiù senza perdere la ragione forse è meglio non sapere quali segreti nasconde l’oscurità di questo labirinto. Chi ha la sua parte di ragione ha già vinto un viaggio premio di dieci anni tra i pianeti del sistema solare, come astronave avrà l’aquilone più colorato e misterioso di Nettuno. La vertigine è evaporata ma è arrivata la gemella della nostra eroina, tra le due, la più dura.
Id: 40172 Data: 10/11/2016 09:15:39
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Perché la vita non è eterna
Qui non ci sono mai stato pensò il fuggiasco della lanterna una caverna è ciò che sembra, strano che non l’abbia mai vista dista appena un isolato da casa mia. Pare sia stato bombardato di lato e di fronte. Dopo essere entrato rimase di stucco un trucco ci doveva essere per forza. Neve e ghiaccio dappertutto il fatto è che fuori era estate e il caldo scioglieva ogni legame. Legname e coperte sarebbero servite, per trovarle occorreva tempo. Il campo visivo era limitato, quando provò a uscire dal quel luogo il giogo già c’era, imprigionato nel palazzo della memoria. La storia rimandava immagini conosciute, una voce di lato fiato rubato al freddo sussurrava “ è qui che sei nato cresciuto fuggito, è questo il racconto, la vita non è eterna”. Odierna è la sorte, poi vide la madre e il padre sconosciuto l’imbuto era profondo, parlò al suo primo amore, la ragazza paonazza e pazza dalle trecce chiare, vide foto sbiadite di vite allo sbando, amplessi brevi e insinceri, sparvieri forestieri di ieri, stranieri di passaggio. Sua moglie la puttana sottana in vendita e il suo migliore amico a letto con lei i nei che diventavano macchie giganti e un colpo di pistola alla gola, sbagliato mancato per un secondo di paura. La cura non c’era, doveva ancora arrivare, il lasciapassare è amare, era il suo nuovo angelo ad averlo detto d’un tratto. Matto era stato a non darle retta, chissà perché era finita svampita ma piena di vita è così che la ricordava quel giorno. “ Torno” lei aveva detto, poi era svanita fuggita perduta volatizzata e ancora non la vedeva nelle immagini sul tetto. Aspetto che torni, ora è a lei che stava pensando tremando volendo rivederla più di ogni altra cosa. Le parlò a cuore aperto “ Il torto è stato mio, angelo mio, non ti ho più cercata amata sempre, ogni giorno di più. Un’altra occasione volevo speravo bramavo, ma il futuro è ciò che si costruisce ogni giorno intorno c’è il ghiaccio, che faccio se ho sbagliato? Mi pento contento di averlo fatto e di averti incontrata, desiderata e amata a modo mio”. Le foto le vide solo allora, un’ora un’ancòra immaginato, lei era sola e rideva, poi era con lui bui erano i suoi occhi, era tutto chiaro in quel momento di pentimento. Non c’era più il film, era tutto concluso deluso pensò che non c’era più scampo, ma la voce la croce della sua coscienza ebbe un palpito, la porta aperta, la luce che entra con lei, era stato perdonato.
Id: 40171 Data: 10/11/2016 09:12:24
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La dea dei monti spogli
La torre dei fuggiaschi ora è disabitata dopo la retata degli scheletri appesi al gancio di un robot, il mare è in apnea e ulula il vento del nord, l’ultima strega del nocchiero è morta di appendicite tre anni fa. Credi che sia un monolite la pietra prima del bosco della congrega dei rabdomanti, non è così dice la dea dei monti spogli. Non è qui la genesi dell’odio, ma qualcuno l’ha avvistata. Dall’altra parte della terra, al confine con la regione dei giganti astemi e la terra delle fontane zampillanti. La regina dei comizi è stata deportata ora recita a gettone per gli abitanti di una città senza finestre, i torrenti sono inquinati dalla marmellata di catrame, per guadarli servono guanti resistenti alla pece. Chi ha chiesto mi ami non ha avuto risposta, è questa la fine? Spulciando tra le righe delle leggi emanate dal parlamento qualcuno ha scoperto un refuso, per farle invalidare serve l’approvazione dei discendenti del re di Prussia, perché gli eletti sono stati confinati nel girone dei prepotenti da una rivolta improvvisa degli elefanti sordi. I briganti del sud ora sono protetti da mosche danzanti al suono di una canzone rap, le donne invecchiate stanno all’aperto e quelle più belle non sono mai nate.
Id: 39980 Data: 27/10/2016 14:06:22
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Al settimo caffè
Le acque del fiume delle anime sono altrove è notte di lune nascoste e di luci spente. La signora in nero sosta in un prato forse troverà qualcuno del settore con cui fare l’amore, un becchino lucidato a nuovo o un giovane prete spretato. Poi andrà a cinema a vedere l’attore di cui si è innamorata, ha pensato alla fuga d’amore, ma nessuno è tanto potente da alterare la scia del destino di questa nave. C’è un sotterraneo, una rete di cunicoli e fogne che conduce nello spazio infinito non l’ho mai visto, ma è sicuro mi dicono le compagne di banco di un’altra vita. Stanno organizzando una spedizione su Marte, sinora hanno trovato la canzone della sigla, ma in una data prestabilita il concerto dei fantasmi del poligono si farà. Intanto il calendario è stato reso noto ci sono variazioni di date, questione di secoli. Il mantra dei vigliacchi è sempre lo stesso vorrei ma non posso, c’è la vetrina del salotto da lucidare, il bucato da bucare due volte il marito o la moglie da coprire di ridicolo ma di nascosto. È che proprio la libertà non fa per loro e di sicuro mai succederà che amino davvero. Questo spettacolo è finito prima d’iniziare e il metronotte è già al settimo caffè, qualcuno l’ha corrotto con tre baci sulle labbra per rubare l’incasso. John è stato ucciso e Marilyn non si è suicidata la storia andrà riscritta spiega un esperto della ristorazione. Ne sa più di tutti sull’argomento perché ha studiato i loro menù per anni. C’è un dongiovanni di periferia alla finestra ha i capelli bianchi ed è sempre stato di destra ha avuto tante amanti, ma ha fatto parecchi danni seducendo la donna più in vista del parlamento. Chi si è improvvisato artista dice che Dio è morto ora sono in corso trattative per stabilirne la data.
Id: 39917 Data: 22/10/2016 10:29:34
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La figlia minore della fretta
Sono stato la cima e sarò il burrone ma non un punto esclamativo in fondo ai tuoi versi o l’interrogazione della tua domanda di grazia. Finirò i miei giorni con un sonno leggero e se c’è un grido soffocato spero che sia stato bruciato in un falò d’agosto. Puoi chiamarlo gelo o aquilone il significato non cambia, io sono vivo e tu sei terra smossa a ogni canzone. Ho messo l’apostrofo tra due pareti per separare il colore dalla calce l’alba è stata qui ma non s’è fermata per colazione, ogni illazione al riguardo è falsa, il sole ha ringraziato con un raggio più caldo e due biglietti omaggio per il concerto rock di un gruppo sardo. Dicono sempre tutti che è finita ma in ogni canto c’è un timbro di voce e una melodia che rapisce i poeti. E di questa storia che parliamo? Quando allora ho detto che t’amavo non era proprio a te che pensavo ma a un’altra con la fattura del conto del ristorante nella borsetta la domenica di Pasqua di un secolo fa. È ora che nel vicolo del molo è passata la figlia minore della fretta diretta a ovest del paradiso, il tonto s’è ripreso l’orgasmo finto da schiavo e ha girato i tacchi e io che allora non capivo il latino ora scriverei anche in cinese ti amo.
Id: 39916 Data: 22/10/2016 10:24:53
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Saremo altrove
Saremo altrove d’ora in poi, lontani già lo eravamo, ma le voci, le dita si accarezzavano in un posto sconosciuto in un tempo di trasparenze e convergenze d’istanti. Poi magari sputavamo sentenze o dicevamo scemenze per puro diletto. Il sonno era leggero e l’acqua muta la riva toccherà il mare anche domani. Altrove è fuggire quando l’altro s’avvicina e battere le mani ai pescecani in frac solo per dispetto, oppure scrivere sul muro il bar è chiuso quando ogni porta è aperta. E’ tenersi una foto sbiadita sotto la coperta e pensare in bianco, grigio e nero quando anche l’arcobaleno è fatto di crac e il tossico sparge al vento cocaina. Avremo un altrove a testa e tanti come e perché quanti sono gli idioti in giro al tramonto nella città di organza e seta un pesce rosso da pilotare verso il sole e uno spicchio di coscienza rivolto al male dentro un cuore di bronzo. Anche la cometa tornerà indietro e finirà sotto il tiro incrociato di stelle nane al liquame.
Id: 39898 Data: 21/10/2016 16:57:29
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Lo stato dell’arte
Così parlò Zoroastro dopo essere sceso dalla montagna tutto è accaduto e accadrà ancora, Dio è morto ma il suo fiato è nell’aria. L’uomo è in catene e il gregge segue il pastore lungo la valle, però il riscatto non è lontano. Chi ha scoperto il riso e amato la danza può sperare di alzare lo sguardo, c’è una speranza da inseguire. La scimmia più furba ha scritto la legge e la più vile ha trasgredito, la civiltà è vicina all’infarto e le bandiere brune marciano già nella campagna. Il cuore dell’uomo è una cloaca e la guerra è alle porte stavolta non vincerà il più forte o il più efferato il tramonto è stato solo rimandato, a quando la fine? C’è romanticismo, hai detto, in questa visione sarà stato per puro caso, ma da questa incursione nell’eterno ritorno, qualcosa è nato, un’emozione e uno sguardo sul futuro. Ci sarà, se vuoi, la ragione a trattenerti, ma non lo sai quale è il vero confine tra il sempre uguale e la connessione col passato che torna su sé stesso, conosci solo lo stato dell’arte. La stella danzante immersa nel caos, questi siamo se la via Lattea ci è oscurata, la materia pulsante vive di trasformazioni, lente eppure visibili nel tempo. Ci sarà già successo, ma se non ne siamo coscienti è come se tutto fosse nuovo, la mente è vergine se i pensieri nascono e muoiono all’istante. L’origine è sconosciuta, siamo in equilibrio instabile, erranti comete di polvere, gas e ghiaccio ma lo stampo della libertà è nel corredo genetico. C’è l’idrante per pulirci dal fango, un’onda di luce se ci perdiamo.
Id: 39517 Data: 26/09/2016 06:52:51
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Le meduse in bicicletta
La città ritrovata sul fondo dell’oceano non è Atlandide, né il cimitero dei pirati è un luogo dello spirito, il rifugio per artisti in cerca d’ispirazione, attori dilettanti cantanti liriche col corpo da sirena poeti romantici con la tuba e per la balena di Moby Dick. La folla degli aspiranti è in una lista scarna, chi concede i visti è uno squalo con i vestiti firmati e stirati di fresco e due cambi due nello zaino. I pesci colorati sono rimasti di sasso dinanzi ai quadri di Kandinsky, la bellezza è aperta al sorriso nel mondo sotterraneo. I delfini hanno vinto la medaglia d’oro alle olimpiadi nel salto in alto, quello che ha scelto il passo del gambero è bello ma è stato squalificato, niente alloro invece per le meduse trasparenti, il neo è che nessuno le ha viste in sella alle loro biciclette, il vincitore è un asso. Ulisse è stato qui, a incontrare Nausica Omero si è sbagliato, vi ha scritto la Norma Bellini, è stata scambiata per una ricetta siciliana alla moda nelle terre di sopra. Gli ossi di seppia di Montale sono un ricordo del suo fugace passaggio in questo fondo sconosciuto. C’è il bacio etereo e la capra che bruca la libertà, la luna in offerta e i fantasmi nel sottomarino giallo, il karma senza condanna e le sirene che inventano musica.
Id: 39409 Data: 18/09/2016 10:06:28
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La donna con una mela in mano
Il solitario aveva un appartamento di dieci stanze al penultimo piano del grattacielo più alto con vista sull’infinito e uno yacht ancorato al porto da usare quando il mare era agitato. L’ingresso era vietato alle donne con lo smalto agli scrittori in pensione e alle maestranze. L’ultima amante aveva fatto le valigie di notte tre lustri fa, portandosi dietro due limoni un pacco di sigarette e un camion di azioni della Apple. Ora poteva ascoltarla nelle canzoni stralunate che incideva insieme ai barboni del quartiere e a delle amiche strafatte. Nel tempo libero lui giocava a scacchi e di norma perdeva, era il movimento del cavallo che non gli andava giù. Un tempo aveva provato a ingaggiare un cane ammaestrato per farselo spiegare, era stato uno sballo ma non era durato più di un giro di karma. Il sesso non era più un problema da quando aveva acquistato un’azienda in perdita che produceva film porno per ciechi con tanto di sottotitoli per i dialoghi. L’attrice di punta gli aveva fatto visita e s’era sfilata le mutande gemendo. Era uscito di casa per consultare la cartomante del circo in fondo al parco, aveva una stella in fronte, i denti cariati e una figlia pigra che segnava il tempo con una clessidra. Poi lui aveva deciso di farsi saltare le cervella dopo avere venduto all’asta un diamante. Il colpo andato a vuoto non lo aveva sorpreso la pistola era caricata a salve per cautela era una messinscena a favore del fato. Quella sera stessa qualcuno aveva suonato alla porta per errore, una donna con una mela in mano, un sorriso leale e col volto disteso. Non l’aveva mandata via, l’aveva fatta entrare si sentiva solo e il mare non era più il rifugio dal temporale. Giocarono a scacchi e perse ancora, lei aveva il raffreddore e la tosse ma gli sembrò sincera. Non mangiava formaggio si fermò la sera, la luce stava per tornare.
Id: 39272 Data: 07/09/2016 07:53:25
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L’alfabeto è col codice a barre
Ogni scusa è buona per rimandare il cane con la scoliosi e il pappagallo con la cervicale la terza comunione dei bambini il matrimonio di certi cugini che più non vedi. Per Natale paillettes e lustrini per i curiosi e il disco preferito da ascoltare. E’ un dannato minuetto a me piace il rock duro, le chitarre distorte e i bassi nello stomaco qui sta cadendo l’intonaco e pure le mura hanno l’eco il tuo alfabeto è sinfonico il mio è col codice a barre. Ormai questo amore mi va stretto. E’ ora di lasciarci, l’ho detto non puoi rispondi, siamo amanti a singhiozzo e con lo sconto ma senza il bollino rosso del supermercato. Poi c’è il nonno che è quasi andato ha un piede nella fossa ed è stato a Lourdes l’altro giorno. Con due badanti niente male con la quinta di reggipetto. Ha il singhiozzo pure il sipario un giorno è giù e l’altro è alzato la luna è storta ma c’è il sole a picco l’estate è arrivata e le spiagge sono affollate. L’amore ci sfugge il venditore di cianfrusaglie è ricco ha il conto alle Cayman, ma è nato a Mussomeli e non ha il dromedario. Mi hai fatto il malocchio, una megera ha confermato. Pensavo fosse amore invece era solo un intruglio di erbe selvagge. Gina mi era svenuta davanti e io ero fuggito, perché in tanti mi stavano guardando, la legge era stata avvertita, c’era già odore di bruciato, ma non sono finito in galera.
Id: 39271 Data: 07/09/2016 07:47:48
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Al vernissage di una mostra sul surrealismo
"Come ti trasformo l’amore in una vignetta" disse un talento di passaggio nella città ribelle all’ordine di un signore della guerra. L’uomo in accappatoio e ciabatte al ballo dell’ordine degli avvocati rischiò il collo anche quando si presentò in una serra con la moglie fedifraga del podestà del posto e due scimmie sexy in lambretta. La ragazza coi capelli rossi aveva un sorriso diverso per ogni cliente. Rispettoso col boia ufficiale del quartiere, di sfida col poliziotto che le sfilava le calze a ritmo di dance, svampito con le pazze incantatrici di serpenti con la spada, beffardo con l’amante del marito geloso di una collega con l’orecchino al naso. Nessuno ricorda il giorno che il talento di passaggio in città incontrò la ragazza dei capelli rossi al vernissage di una mostra sul surrealismo. Ci sono le registrazioni però a dimostrare che le vere ragioni di quell’aggressione con una pietra saranno sempre un mistero. Era una pazza disse il giardiniere anziano del convento. Ci provò il detective della buoncostume a farle confessare le sue ragioni ma rimediò solo un bacio sulla fronte e due amplessi sul letto di contenzione. Forse l’aveva conosciuto in Giappone ma non ci sono prove, anche il frate che predica in prigione tutte le stagioni ha provato con lei a soddisfare le sue brame. Al processo non si presentò nessuno. Pure il giudice designato marcò visita dichiarando di non essere nel pieno possesso delle facoltà mentali. Aveva fatto l’amore con l’imputata quando lui era sotto protezione del boss dei boss nano della polvere bianca. La stella cometa era in ritardo, tutti l’aspettarono invano.
Id: 39205 Data: 01/09/2016 20:34:29
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In questo spazio incantato
Blu effetto notte, il borgo sulla collina è in ascolto le rose rosse avvolgono gli sposi commossi dal suono di una chitarra. Il cono di luce della luna è ruffiano uno spicchio trasparente, un alito di poesia, un valzer, non un tango. C’è l’abbraccio nel cielo stellato e la capra che suona il violino il blu è lo stesso, è la purezza del colore a stordire i sensi. Puoi dirlo forse in versi o provare con una carezza se esiste un tocco divino è in questo spazio incantato. I giocolieri del circo in azione e il volo degli amanti sulla città lui la tiene sempre per mano lei si libera dalla gravità forse è questo l’amore, la rarità di una fluttuazione, l’alieno come stile diverso di libertà e il tempo dispari di una canzone.
Id: 39187 Data: 31/08/2016 07:29:51
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Nulla è quello che sembra
E’ la terra del fuoco e dei Ciclopi del ratto di Proserpina e delle ninfe amate dai fiumi. Quel giorno che il boss salì sulla montagna “ Questo sarà tutto mio, è sicuro” disse, il primo scagnozzo quello scuro annotò tutto sulla lavagna poi spedì un tweet da un forno agli assassini. Preparò il caffè per tutti, poi si dedicò alle api. Sai che a Noto c’è il barocco e che a Siracusa a maggio si recitano Sofocle e Euripide? Aristofane incontra Lisistrata per stendere un trattato di pace hanno unito la loro voce e qualcuno ha battuto in ritirata i boss guardano le corride e accompagnano le figlie a un saggio di danza. Il cavallo da corsa è un brocco. L’autostrada è saltata per aria stavolta hanno usato il tritolo e non la lupara, il telecomando ha funzionato, il televisore si è spento. I mandorli in fiore e la valle templi di Agrigento, Pirandello dice nulla è quello che sembra, invece tace Montalbano, le Termopili non sono qui, qui c’è il vento di scirocco e un atroce canto di morte. Hanno steso un lenzuolo bianco, lì ora regna l’incuria.
Id: 39186 Data: 31/08/2016 07:25:53
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Ti amo in quattro atti e trecento confetti
Un tunnel invisibile da percorrere in un nano secondo dalla montagna al mare e mille miglia da cancellare con un colpo di spugna. Le nuvole sono strane se è dal mondo delle favole che le guardi, accenni sussurrati d’amore in creme caramel. Dietro la lavagna c’è un sogno che corre verso l’imbrunire. È già un altro paesaggio, il grigio spento della città ora è rosa pastello, l’aereo è in ritardo, è atterrato sulla spiaggia il pilota ha un appuntamento a Foggia e i passeggeri hanno fatto il bagno guardati a vista da un burattino di legno. Due sconosciuti fanno l’amore, ciao è quanto si sono detti per il momento. Sono giorni che il passaggio a livello è chiuso, l’inferno è inaccessibile ai dannati dell’ultima ora. L’angelo caduto sulla terra è finito in un ospedale di periferia con una commozione cerebrale. C’è chi è andato a trovarlo con il Vangelo in mano e il crocifisso nell’impermeabile: un generale e la proprietaria di un bordello. L’indicibile è stato detto, un ti amo in quattro atti e trecento confetti da regalare al figlio del prete a Pasqua. Non c’è bisogno che tu nasca di nuovo ti ho conosciuta mentre recitavo poesie allo specchio dopo una questua per strada. I documenti sono corretti questi sono i fatti e tali siamo.
Id: 39162 Data: 29/08/2016 16:57:38
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Il veliero a farfalle
Sei partita col veliero a farfalle la tua meta è Calcutta, gli elefanti sono a dieta, c’è già una colletta sul web per comprare noccioline. Non ci sono più le ballerine in città, andavano di fretta quando sono arrivati i cantanti di grido, si sono messe a pulire le stalle. Mi piace il tuo vestito rosso con i colori di un tramonto infuocato qualcuno t’indica con un dito la città da ammirare, tu sei nuda e di spalle, hai perso la testa per Neruda le sue poesie su quel sito ti hanno mostrato la bellezza allo stato puro. Il tuo amante ride a più non posso. Ti sono rimasti solo due tozzi di pane non sai decidere se tenerli per te o se darli al cane. Il pesce tigre vaga nell’azzurro, tu non fai il bagno perché non hai il bikini, il sogno è finito, sei nuda ma il re non ha bussato, c’è invece l’oste a offrirti whisky e marzapane. L’uovo si sta schiudendo, il male è su questa terra, le sfumature del cielo sono brunite, l’angelo abbandona il paradiso, la salvezza è morta. Già senti i cingolati alla porta il cuore è pesante e la voce afona i fiori non hanno lo stelo vedi un dirupo, ma ci sono le scale.
Id: 39144 Data: 27/08/2016 07:06:24
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Le case appese al sole
Le case che di giorno sono appese al sole con un filo d’acciaio trasparente sono abitate da iguane verticali e serpenti con laurea in arti figurative. Le donne degli anziani sono più schive all’ingresso della baia degli squali i pappagalli hanno lingua tagliente e penne appuntite solo a Natale. La foresta di turbine eoliche è fitta l’affollano soldati con armatura leggera e ragazze disposte a mostrare le gambe dalla carrozza quando il vento rinforza. Ci vanno dive del cinema in vacanza tigri in pensione e scimmie strambe in cerca di un po’ di tregua la sera dal corteggiamento insistente di una gatta. Le stelle stanno a guardare un film dell’orrore così si sono messe oggi d’accordo in un referendum on line. Il potere è dei folli e il sapere dei venditori di zucchero filato c’è stato un tempo in cui un capo di Stato con la gobba, ha scalato sette colli ma è finito a incontrare in un fiordo un tipo con corona falsa e voce da tenore. Chi ha un cuore faccia un passo avanti chi invece ne ha due, ne ceda uno al parente di un coccodrillo. Chi piange può passare la mano stavolta ha sbagliato canzone, il testo è una burla tra sfigati in un camposanto. C’è Munch che urla ha perso un bottone del cappello, ma è sano qualcuno nel fondo del teatro ha un dente dolorante, tutti ridono, piangono solo gli amanti.
Id: 39138 Data: 26/08/2016 07:59:28
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La mappa del tesoro
Era diventato cinico da un giorno all’altro e anche un po’ misogino, dell’altra metà del cielo ormai ricordava solo i tradimenti e le ferite inferte all’ultimo minuto. Eppure lungo la strada qualcosa aveva avuto erano sbocciati fiori, brezze e venti lo avevano cullato lungo la via dell’età c’erano stati temporali, ma s’era fatto scaltro. Perché dunque ora era tutto solo un buco nero un calderone confuso sull’orizzonte degli eventi dove precipitano i ricordi e i soli non riscaldano più l’animo e il corpo si piega alle leggi del tempo? Perché ora sentiva che non c’era più scampo che l’ultima astronave era partita e l’arcano non era stato svelato, che era ora di fare i conti col mistero della fine, che nulla più era vero? Chiuse gli occhi e si abbandonò alle onde del mare la navigazione gli era sconosciuta, la rotta casuale lo avrebbe condotto ai confini del mondo o riportato a riva dopo strani giri e infiniti forse. Le rivide tutte nei suoi sogni, i suoi versi sparse tra gli scogli e i ghiacci, poi pensò al tramonto e al futuro che non era cominciato, al male fatto per errore e a quello fatto con tutto il cuore. Capì che il bilancio era in pari, il concorso di colpa era certificato, se l’esistenza non è un vano remare contro flutti insidiosi, ci sono vittorie e sconfitte da accettare, pianti e sorrisi da giocare a dadi. C’è il giorno che vinci, poi un altro in cui cadi e ti rialzi, le tue radici sono tra boschi e palafitte il senso forse non c’è, ma non è mai vano tentare di scoprirlo, il tesoro nemmeno, ma c’è la mappa.
Id: 38841 Data: 30/07/2016 13:42:06
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Sul lato oscuro della luna
Un prisma e l’arcobaleno nel cielo liquido e trasparente di un mattino sfuggente. Sono note speziate di liquori d’annata, languori del destino calici d’ambrosia e sapori rarefatti di letti disfatti la sveglia dannata del postino. C’è il cuore che batte e la corsa a perdifiato, il tempo della follia e il denaro speso con allegria il disagio, l’eclissi e la morsa del potere, il cielo infinito e la morte, un coro scolpito un brivido freddo nelle ossa. Schizzi e colori chiazzano il cielo tu pensi sia amore e sorridi io ci vedo una mucca e quindi sto zitto, alla fine scegli il velo da sposa, dici, è il mio dono per te. Non te la prendere se ho deciso così, scelgo di fare buon viso a cattivo gioco e metto su il caffè. L’uomo che brucia non è un trucco è solo una fotografia a colori già mi manchi, ti vedo, sei li fuori ma è come se fossi assente, il succo è questo ed è un vero peccato che debba finire così, proprio sul lato oscuro della luna, sono sobrio non ricordo molto, ma qui ci sono stato.
Id: 38613 Data: 12/07/2016 18:51:01
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I sogni nella spazzatura
La casa incendiata in fondo al bosco era affollata di puttane e usurai c’è chi dice “è stato un tipo losco” chi che si erano cacciati nei guai. L’esercito non si è ancora visto le indagini stanno a zero trecento spartani in un posto così sono uno spreco per davvero. Non c’è più acqua alle fontane e Chiara non è più tornata era andata via con delle gitane nel giorno che trovarono una fata. C’è poi la storia dell’espiazione per lo specchio rotto da quel matto tu pensi che non c’è più religione io dico che ormai il più è fatto. C’è da resistere cent’anni in questo stato senza cedere al fascino dell’utopia Platone in carne ossa è disoccupato e sbarca il lunario piazzando libri di filosofia. Già molto è stato azzerato i sogni sono nella spazzatura c’è un papa che fa lo scapestrato e un monarca che vive all’avventura. Le immagini della televisione sono già nel profondo del mare per i pesci colorati sono una delusione non un traguardo da festeggiare. Mi guardi per l’ultima volta c’è la città che si consola ma la tua coscienza è assolta e io non ho alcun nodo alla gola.
Id: 38548 Data: 07/07/2016 12:02:27
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Risalendo veloce la corrente
Risalendo veloce la corrente seguendo a ritroso le stelle puoi trovare la città dei folli sta su per quei verdi colli in cui mostrò la sposa ribelle il teschio del marito alla gente. Gambetto di re è l’apertura ardita il guanto di sfida all’orizzonte la prova che se c’è ancora un senso è nel coraggio, forse non lo penso ma lo dico, c’è uno spiraglio, un ponte che conduce alla riva, alla luce infinita. La tua risposta è interlocutoria una siciliana per stare in difesa l’arrocco per dire che è tutto come prima. A smentirti c’è un cambiamento di clima il dopo è cominciato, c’è l’attesa che non conosci, la luna nera e la storia. Il clown ha tolto la maschera, è nudo ridono tutti ugualmente ma è l’abitudine a parlare, la regina s’è mossa, l’attacco è uno sfondamento totale, uno scacco ho osato troppo penso, è la solitudine dell’eroe a finirlo, passo e chiudo. Chi dirige il traffico dei discorsi è in ferie, s’è sudato le vacanze tra una burla e una citazione d’autore al suo posto c’è un poeta, un fine dicitore uno che guarda il cielo senza speranze che non prega, non piange, non ha rimorsi.
Id: 38535 Data: 06/07/2016 09:29:33
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Unaltra mattanza
C’è un dio che l’ha ordinato uno dei tanti che arma la mano di assassini spietati? Siamo stati creati o siamo solo in movimento tra galassie e buchi neri filamenti di tempo e cemento embrioni di eternità solo intravista, veri testimoni del male che percorre l’universo? Non c’è soccorso o concorso di colpa se sono queste le radici se il peccato originale è nell’assenza di senso di questo vagare informale tra deserti, nebbie e alveari sulle sponde di flussi stellari. La risposta non è il vento a soffiarla, non c’è, punto. C’è questo abbozzo di tragedia un finale che è inizio il moto circolare del pensiero in mare aperto e l’indizio lo squarcio inatteso che è speranza. Gli spari, poi, un’altra mattanza.
Id: 38506 Data: 04/07/2016 09:27:03
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I sogni di stanotte
I sogni di stanotte? E’ strano ma li ricordo tutti in ogni dettaglio, vuole che li racconti dottore? Nel primo assistevo a una guerra infinita ma da lontano, c’erano tanti cannoni macchine volanti e una specie di fungo mostruoso nel cielo. Poi tante prigioni col filo spinato e larve di uomini e donne con numeri tatuati sul polso e sul petto. Nel secondo già la scena era diversa c’era una città in festa e una folla in attesa dell’auto del presidente, poi si udiva uno sparo ed era tutto finito. La gente piangeva, qualcuno pregava e nessuno capiva perché era successo. Nel terzo c’era invece una festa di giovani una specie di raduno mai visto corpi nudi nel fango che ballavano e uno strano tizio che sul palco suonava la chitarra coi denti. Non un valzer, però, ma un’accozzaglia di suoni potenti. Nel quarto c’erano torri maestose che sembravano raggiungere il sole. Le stavo proprio guardando quando una prima fiammata, poi una seconda bastò a sbriciolarle in un istante. Un uomo del deserto gioiva e un’altra guerra era cominciata. Cosa ne dice dottor Freud? Come spiega questi sogni che sembravano veri, sono premonizioni o crede ancora che io non sia pazzo? E’ solo il suo inconscio a parlare, lei è sano di mente, ha paura del sesso, di fare l’amore con sua madre. Nulla di ciò che ha sognato Può succedere davvero oggi o in futuro, glielo giuro.
Id: 38445 Data: 29/06/2016 10:03:35
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Un segreto che non viene svelato
C'è un racconto prolisso, mobile quanto un infisso sulla bacheca corrente. Sei finito urla l'asino col crocifisso sei un mito ribatte un altro cretino. S'è fatto una canna, poi ha alzato il ditino per andare al cesso. Così è se vi pare è la democrazia della rete, appare e scompare sotto e sopra l'onda del mare. C'è questo racconto, dico, nessuno sa di che parla
i personaggi sono balordi di strada o di stalla c'è una ragazza che se la tira e poi si pente di aver scelto quello sbagliato, tanta gente che s'ammazza per niente e un segreto che non viene svelato. Avrà un seguito sperano i fans della prima ora, sarà un successo dicono prima di vestirsi da mummia o da Giuda per il ballo in maschera del liceo Gargallo. Non è finito lo sballo stasera c'è un gruppo che suona fottutamente forte Il cantante ha gli occhiali scuri e una voce a onde corte. Ha scritto un libro qualche tempo fa, chi non l'ha fatto?
Ora è un poeta da circo, un cartomante, un mentecatto. Quel racconto, ora è ufficiale, è stato un successo è nella terna dei più letti del mese nel sito del sesso a pagamento. Non è un porno ma fa lo stesso c’è chi legge il titolo a voce alta per darsi un tono e le prime tre righe prima di sopirsi. C'è un tuono che scuote il silenzio, non c’è più tempo per il perdono.
Id: 38444 Data: 29/06/2016 09:50:32
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Solo un salto temporale
Tutto è già stato provato e nulla sarà come prima se non in un sogno, una cima verde, un dopo senza fiato. Mi arrivò questa cartolina che non sapevo leggere la storia e non conoscevo parole a memoria ci pensò mio padre a dirmi una mattina che potevo sparare col fucile prima d’imparare a essere ostile. E che dire di quell’altra lettera che poco dopo papà tiro fuori in un mattino di bufera? C’era scritto nero su bianco e a colori che c’era da darsi una mossa l’assegno di pensione era in cassa sarebbe bastata la carta d’identità per ritirarlo col timbro dell’autorità. Scattò una foto che sembravo già vecchio, ma la ritoccò da bravo artigiano, per essere sicuro che con barba e baffi da duro diventassi già allora lo stesso di come sono adesso. Fu un salto temporale, solo il primo di una lunga serie, a dire il vero. Perché a intervalli irregolari davvero giunsero biglietti e foto al tritolo un bambino con la testa rasata a una comunione e un’altra d’annata con due che gli somigliavano un poco e che sorridevano a fuoco. Biglietti d’auguri e ritagli di giornale un matrimonio, poi un altro a caso lauree e funerali, non si capiva a naso chi era chi e chi era cosa o quale era tutto un impazzimento una vita concentrata in uno smarrimento senza chiavi, luci o emozioni solo un cumulo d’informazioni. Ora che ho tutto raccolto in un cestino rimesso in ordine il tempo e fatto l’inventario ho capito che era già tutto chiaro e albino scritto e firmato da un fato arbitrario. Solo che non sapevo che il mattino fosse uguale al tramonto e che pur scambiando le carte nulla sarebbe stato diverso nel conto di questo stato dell’arte.
Id: 38438 Data: 28/06/2016 11:54:06
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Come una punizione, un assurdo inciampo
Uno squarcio nelle trame del tempo viviamo solo il presente in un lampo l’attimo che non torna, mente e sensi separati sullo sfondo di pianeti e universi un brivido di fugacità sottile e profondo un breve giro di giostra intorno al mondo. Qualcosa saremo e da qualche parte andremo su un avamposto sperduto nello spazio, un eremo spoglio, come naufraghi dell’ultima galassia scialuppe vaganti in cerca di stelle sosia nascosti dietro l’orizzonte degli eventi di una cometa che viaggia a fari spenti. Saremo elettroni impazziti o anime in pena dentro il recinto di ricordi a catena perché non può finire tutto in un lampo come una punizione, un assurdo inciampo una clessidra vuota, una candela spenta di colpo in una notte immobile e lenta.
Id: 38374 Data: 23/06/2016 08:23:43
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Sulle rampe del cielo
Sulle rampe del cielo – ci rivedremo- mi sussurri, - non mi troverai- ti dico il luogo dove incontrarci è il solito tra il mare e le case grigie e leggere della strada senza frontiere. Non posso più tornarci ora, mi dici che sono solo una foto dimenticata sul fondo dei tuoi cassetti. Cerco la quiete e la salvezza il vento mi è lieve, è una brezza. Vado nella città ferita, rispondo dove ancora in nome di dio fischiano pallottole roventi i corpi sono sepolti in mare e straniera è ogni voce, ma per restare. E’ un addio a distanza, uno dei tanti ma ora che il confine è vicino sembra tutto vero in questo mattino. Seguiamo strade diverse, chi s’alza e chi cade, chi retrocede e chi avanza. Quando sembra che tutto cambi la mente torna a ciò che era prima le cime imponenti e il fossato il futuro svelato e il passato nascosto, con la fine in anteprima. E’ ciò che ci resta: un ricordo, una rima.
Id: 38348 Data: 21/06/2016 09:49:52
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Le risposte che la mente non può ancora capire
Il cuore è un fuorilegge in questo deserto di sabbia e neve nella striscia di cielo che ci congiunge alle stelle. Spara a salve ma sono proiettili di freddo piombo sagome di pensieri disturbati, incubi lenti nel livido tramonto di una vita in ginocchio. C’è la signora in rosso che non ha abbassato gli occhi e quella che ti ha ferito con parole d’amore, la preda che non è riuscita a sfuggirti e l’amante che ti ha rigato il volto di lacrime e sangue. C’è il prete a tariffa fissa e quello a gettone il saltimbanco in odore di santità col carcerato della domenica di Pasqua e il pensionato che prega al bancomat della cattedrale. Nel verso senza inchiostro ci sono le ultime domande le immagini di un incontro finito per caso nel trafiletto di un giornale trovato per strada e le risposte che la mente non può ancora capire.
Id: 38304 Data: 18/06/2016 09:41:00
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Al paradiso dei mendicanti d’amore
Qualcosa ho visto o così credo Nel labirinto dei pensieri traditi Nelle gemme in svendita Al mercato dei ricordi confusi Nello scrigno delle emozioni in blu. Eppure eri ancora tu a guidarmi Nelle vie di una città senza dolore Nei solchi del destino a puntate Nel vento che scuote foglie appassite. Qualcosa hai visto di molto strano. Una grotta col cartello "affittasi a ore" E la fila delle anime al settimo piano Del paradiso dei mendicanti d'amore. Un film in cui la morte e la compagna sfigata Si baciano e non c'è nessuno da condurre Ai confini della foresta pietrificata. Sono i sogni confusi di una notte tra tante Veri come un gioco d'ombre In una sera senza luna, né stelle O come un danzatore di flamenco Nella terra dei draghi e dei ghiacci. Eppure restano impressi, scavano trincee Nel pozzo più profondo dell'anima. Non hai capito nulla, anch'io mi chiedo Cosa c'è da sapere di più a corredo Se non che siamo stati un freddo inverno, Un arcobaleno che filtra tra la nebbia Una luce spettrale, un suono sordo Un temporale senza lampi Una preghiera recitata a metà.
Id: 38281 Data: 16/06/2016 12:38:19
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Nello scorrere veloce di una sera
C’è stato un tempo in cui eri tutto Per me Onda e schiuma, lutto, giostra a tre, alba sul mare e notte a specchio, luna, vertigine e fiato vecchio. C’è stato un tempo in cui non eri nulla Per me Solo due sillabe morte, una data fasulla, un perché e un per come senza risposta, pugni chiusi, tasche vuote e pensieri confusi. C’è un tempo qui e ora che sfuma Per te e per me Senza la carezza di una piuma O quel lampo negli occhi che non c’è. Tutti i fantasmi di una vita intera Nello scorrere veloce di una sera.
Id: 38266 Data: 15/06/2016 09:28:54
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Il dio sbagliato
L’errore di cui mi pento è l’aver sbagliato dio. Quando mi hanno parlato del dio dei lebbrosi O degli emarginati e di quello dei misericordiosi Forse avrei dovuto prendere il cappello e dire addio. Perché ora che mi ritrovo sul palco di questo teatro Con una pallottola nello stomaco e l’altra nel cuore Ho capito in un lampo che c’era un dio del rancore Nascosto nella sala e non sprofondato in un baratro. Il dio degli assassini in nero e della dura sorte Dei kalashnikov assordanti e dei passamontagna Delle lame affilate e delle granate di montagna Delle preghiere recitate come litanie di morte. C’era un riff di vita prima degli spari E chitarre blues lancinanti con giochi di luce Ora solo lamenti nel buio e odore di brace Vite spezzate o deragliate su oscuri binari. L’ultimo attimo di silenzio può servire a capire Cosa è davvero successo e dov’è l’ultima l’uscita Qual è il dio che mi aspetta a festa finita E se potrà esserci ancora un altro concerto da sentire.
Id: 37937 Data: 25/05/2016 11:10:45
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La regina triste delle nebbie
La regina triste delle nebbie ha lo sguardo fisso nel vuoto Nella grotta da cui non si vede il mattino. È il suo rifugio, Il luogo del cuore, lontano dai pensieri molesti, dai romanzi d’amore, da quei versi letti e riletti e mai capiti davvero. E quel buio, ormai lo sa, non ha ombre, non stordisce, Non confonde, non altera i sensi. È sospensione, attesa Di un fiato amico, di una pioggia sottile, del vento del sud. La regina triste delle nebbie ha gonne gitane e fiori di campo
Nei capelli, nella grotta da cui non si vede il mattino. C'è il respiro Del mare a farle compagnia e il gioco dell'amore a tentarla. Come quella volta che aveva deciso di seguire l'aquilone Oltre la collina, nella terra di nessuno e s'era fermata Appena in tempo, prima che il temporale di marzo le affondasse una lama tagliente nel cuore. La regina triste delle nebbie ha occhi scuri e labbra di metallo
Nella grotta da cui non si vede il mattino. C'è una voce Che le chiede di andare verso il tramonto e un'altra Che la invita a restare sul lato oscuro della luna. Costretta a scegliere, preferirebbe ancora l'ombra Di un amante senza volto, i peccati dell'amore rubato O la nebbia di una notte insonne senza tempo.
Id: 37899 Data: 23/05/2016 11:00:40
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Mare della Tranquillità
Ti sei ripresa la luna, quella dei crateri e dei sassi, della polvere a pioggia. Ora ci abiti, nell’appartamento con vista sul mare della Tranquillità, con la tua vecchia Terranova e gli abiti succinti di gioventù tradita. Ora che puoi vedere la tua coscienza alleggerirsi e la verità evaporare, ora che puoi affacciarti al balcone la sera per ammirare da lontano la terra e i tuoi peccati, ora che nessuno può dirti a cosa pensare e dove affondare i tuoi morsi, ora che il tempo è solo un’ipotesi a gettone, ti accorgi che non hai più nessuno al tuo fianco. Se non i pensieri a strascico, le immagini sfocate, il cuore che dispensa sbadigli, la roccia che non muore e che regge al respiro del vento. Se non quel fermo immagine che più non ti spaventa e l’ansia che declina al passato i tuoi sogni. Il senso ti è noto. E’ la desolazione, il vuoto, la scia dei perché senza risposta, il susseguirsi di volti informi e spenti. E’ la morte che viaggia in terza classe quando tu hai acquistato il biglietto di prima, l’ombra che ti segue da lontano o il più prossimo dei ricordi e il gioco di fiabe dell’infanzia. Ti sei persa pure la luna, sperduta tra gocce di stelle e fili di luce spettrale, sentieri scoscesi e scansioni di memoria. Non c’è l’orizzonte oppure non lo vedi in questa oscurità, non c’è più l’anima a indirizzare i sensi: c’è solo l’oblio in cui affogare i frammenti e tormenti di vite passate.
Id: 37862 Data: 21/05/2016 12:23:23
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Lungo il ciglio dellultimo dirupo
E ora cambieranno le ombre Le sfumature di cielo Le tavole cromatiche del giorno I sapori e i profumi della terra. E sarai irraggiungibile come mai Solo un pensiero remoto Il fantasma di un'altra vita Senza tempo, né macchia. Come se il peccato Non ti avesse mai sfiorato Come se il respiro del mare d'inverno Ti avesse reso immortale. E poi saranno i pensieri sfocati A proteggerti dalla notte eterna Dalla pietà che si deve a chi corre Lungo il ciglio dell'ultimo dirupo. Eppure fa male questo silenzio Irreale come la grandine d'estate Flebile quanto un sussurro d'amore Sospeso sulla verticale della notte. C'è che la mia alba e la tua Come gemelle separate alla nascita Non hanno mai respirato aria di casa E si sono smarrite tra le brezze marine. Ci restano squarci di luce calda Ma non bastano a scaldare l'anima Per il tempo che ancora ci resta da vivere Da naufraghi tra acque nebbiose.
Id: 31925 Data: 14/04/2015 10:48:45
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Come polvere di stelle
Ricordi slabbrati del futuro. Sapori ed odori di un tempo non vissuto, come sentire il respiro dell'immaginazione e calpestare i sogni appesi alle nubi. Il fiume in piena delle emozioni è placato, c'è un lago che ombreggia al tramonto, una strada che s'inerpica verso il cielo stellato, un flusso di coscienza che inganna. Da qualche parte si può incontrare un bivio, forse è un volto di donna che sorride, il primo vagito di un neonato, un fiore sbocciato per caso su una terra arida. Lo seguirai, forse l'hai già fatto una volta e sei finito in un vicolo cieco o nella terra di nessuno. Succede quando il cuore accelera e il tempo procede a zig zag, capita se si segue il filo delle suggestioni e la ragione tace. C'è sempre una seconda chance, una vita da ribaltare in un attimo Anche quando il vento rallenta e il respiro diventa affannato, rifacendo a ritroso il cammino o saltando lo steccato con un ultimo balzo verso l'ignoto. C'è un muro di nebbia da forare prima d'incontrare la verità. Non siamo figli del caso, ma programmati per una vita di gioie e dolori, combinati e scomposti come in una trottola impazzita dal riflusso del tempo e dagli inganni della memoria. Diremo che abbiamo vissuto come polvere di stelle. Sabbia di una clessidra di lontane comete sospese nell'universo infinito.
Id: 27362 Data: 11/09/2014 07:53:06
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Il tuo avatar in rosa
Il teatro dei sogni: verde e fiori A perdita d’occhio, il tramonto in rosso, In una dolce serata di primavera.
E’ tutto virtuale: davanti ho Il tuo avatar, costruito su una foto Che anni e stagioni hanno ingiallito.
Sogni a comando: è di questo che si nutre Il mio cuore. Posso vederli realizzati Su uno schermo, vivere ciò che non è stato.
Aggiungo una cascata qui, là una grotta: è più romantico baciarti sotto l’acqua, tenendo nascosti i sensi di colpa.
La stessa voce, persino la grafia è simile alla tua: infantile e incerta. Non sei mai andata via, se posso vederti.
E’ notte. Lo schermo della memoria Mi propone la tua nudità in rosa. Ecco, tornano le spine. Come sempre.
Id: 20562 Data: 18/05/2013 10:04:04
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Un blues dolente
Resta in ascolto cuore mio: questo dolce arpeggio di chitarra Forse può spezzarti in due, Ma vale la pena ascoltarlo.
È lo stesso che ti faceva compagnia Quando i suoi occhi ti scavavano Dentro crateri, quando ogni suo bacio Evocava oceani di stordimento.
Non hai smesso mai di soffrire: Certi amori sono frecce appuntite, Spilli di tempo senza memoria, Arcobaleni nel grigiore della vita.
C'è un silenzio che non tace, ma urla: E' quello squarcio non più rimarginato Che duole, quel fraseggiare di respiri Senza tregua, il suono vero dell'amore.
È l'eco lontano della felicità: a volte Basta un blues dolente a spegnerlo. C'è una spiaggia deserta che ci aspetta E un fiume da guadare per raggiungerla.
Id: 20480 Data: 15/05/2013 18:11:30
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Nella zona grigia dell’infinito
Nel blu del cielo stellato d'agosto Tra luci d'astronavi e stelle cadenti Il tuo cuore ha ceduto di schianto. Non era la prima volta e non sarà L'ultima, nel terzo millennio la vita È l'eternità che ti toglie il respiro, La frenesia che svuota la mente.
La memoria è un elenco di date: Due secoli fa il nostro incontro, Il primo bacio, la notte più lunga, La scelta di non separarci più. Anime e corpi siamesi: è questo L'amore che ci unisce da allora, Il respiro che vibra all'unisono.
Ora la stanchezza del tuo cuore È anche la mia: sento che i battiti Rallentano, che sto vagando Nella zona grigia dell'infinito, Che la materia oscura sta Per eliminare emozioni e ricordi Residui, che il nulla è a un passo.
Non è il corpo a morire, ma l'anima A smarrire l'identità, a svuotarsi Di storia, a non ricordare nulla. Quel momento è vicino: da perfetti Sconosciuti tra un po' ci troveremo Muti a guardare il tramonto Da astronavi in rotta di collisione.
Id: 19824 Data: 01/04/2013 08:44:00
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Loggi incompiuto
Hai annullato le distanze, uomo e il tempo è più veloce. Frammenti di silicio, fili di rame, tecnologie nane, miniature di materia grigia, sono le città che viviamo, l'oggi incompiuto.
L'anima non è la valle incontaminata, il bosco, la radura del riposo. È la nuova frenesia del viaggio senza meta, la parola alata senza conoscenza, il vuoto traslato.
Non conosci il suono del silenzio, il ritmo delle parole taciute, il lavorio della mente che cerca la verità e non l'inganno dei sensi, l'incanto di un tramonto nebbioso sul mare.
Il tuo cuore, uomo, eppure non è cambiato: ha la stessa ferocia di quando cacciavi per fame, lo sgomento del lutto, l'estasi d'amore, il grido rabbioso della gelosia, l'urlo di morte.
Il precipizio è vicino, ma puoi fermarti, a guardare l'alba di un nuovo giorno, la luce dell'arcobaleno, il suono ritmico del mare, le orme dei tuoi passi sulla spiaggia deserta.
Id: 19657 Data: 20/03/2013 09:29:55
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Un istante nel flusso del tempo
Violini struggenti cercasi: queste rose ormai sfiorite non mi parlano d'amore ma di croci nere sul cuore di acque torbide, di lune oscure, di tiri alla fune sulla verticale della notte.
Chitarre dal suono spento, melodie che il vento distorce: se è ciò che resta della passione chiedo asilo al silenzio, mi prendo la colpa, ti perdono, mi arrendo al volere del fato, nella nebbia mi cerco come sono.
La prova d'orchestra è fallita, archi, fiati, percussioni hanno suoni diversi, armonie disuguali. Non ti seguo più sul filo dei ricordi, le mie emozioni non hanno più ali, ciò che ci ha unito è vuoto d'accordi, solo un istante nel flusso del tempo.
Id: 19484 Data: 08/03/2013 06:36:50
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Il dolore è per sempre
Avremmo dovuto eppur saperlo che il tempo è il nostro fardello, non l'astronave dell'amore eterno, non la distesa infinita di verdi prati, di onde leggere e bassi fondali, che ci accolse al primo battito d'ali.
Avremmo dovuto capirlo da subito che lottare contro forze soverchianti è vano, che non basta essere amanti per volare oltre i confini dell'infinito, che il cuore prima o poi si abitua alla gioia, ma il dolore è per sempre.
Avremmo dovuto aver memoria dei sogni interrotti, dei baci distratti scambiati in altre vite, degli anfratti del cuore in cui sopravvive la storia dei tradimenti passati, dei viaggi tra lune e comete, per rincontrarsi.
Avremmo dovuto cogliere l'attimo, quando il vento gonfiava le nostre vele. Quell'errore ora ci pesa, è il sale sparso su ferite profonde, su strade ghiacciate, su pietanze senza sapore. Spegneremo le luci prima d'andar via.
Id: 19270 Data: 20/02/2013 10:00:21
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Quando il sole era luce che abbaglia
È stato un raggio di luna a dirmi di te un vento di mare a portarmi il tuo profumo di donna inquieta un brillio di stelle sfocate ad annebbiare i luoghi della memoria.
Un'ombra di donna mi ha cercato: non ti ho riconosciuta, il tempo ti ha cancellato il sorriso sino a darti sguardi sfuggenti voce sommessa e stonata.
Ho passeggiato con te sino al mare mano nella mano, nella quiete, nella solitudine dell'alba sbiadita, il sole negli occhi,la sabbia tra le dita, non è stato l'inizio, ma il commiato.
Ho sentito il tuo cuore, il fiato ti ho preso, il tuo silenzio è stato mio: poi hai seguito i gabbiani in volo, l'orizzonte ci ha diviso, tu sei stata notte quando il sole era luce che abbaglia.
Id: 19195 Data: 15/02/2013 08:05:31
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E un gorgo lamore, un baratro felice
Cala il sipario, ma la recita continua: ci manca il canovaccio, il copione da seguire. Si recita a soggetto, si bara, s'inventa giorno per giorno un'emozione, s'intrecciano amori, si gioca e si spara.
E' lo scorrere della vita a tradirci: è in questo alternarsi di venti contrari, di flutti e maree, nel nostro sentirci muti, traditi e storditi, nell'andare a fari spenti incontro al nulla, che affoghiamo.
E' un gorgo l'amore, un baratro felice. Che fremito è quel lanciarsi nel vuoto senza difese, il mischiarsi d'anime scosse, quel giocarsi la vita a dadi con l'ignoto, quell'adornare le stanze di rose rosse.
E' quasi notte per la ragione ed il cuore: lassù, forse, qualcuno ci ama, ma non ci è dato saperlo. Qui e ora è il sordo rumore dei cingolati, il vento impetuoso del fato, a scavare trincee nell'anima, a toglierci il fiato.
Id: 19167 Data: 13/02/2013 08:50:53
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Un sole di corallo per laddio
Mi svegliai alla luce di tre lune: al tocco di magia dell'infinito gli amanti scelsero la più bella i poeti si truccarono da stella.
Scoprii quella notte di avere più di un cuore, anche a destra un palpitare di vita mi sconvolse: mi lasciasti il tuo, prima di un forse.
Ti ritrovai un dì su fredde comete, su sassi vaganti nello spazio, tu che meteora mai per me non fosti, ma fitta trama di perché.
Scelsi la galassia più invisibile, per sfuggire agli sguardi di dio, un cratere di vulcano per letto un sole di corallo per l'addio.
Id: 19125 Data: 11/02/2013 07:18:37
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Cascate dacqua tra dirupi scoscesi
Un'alba assonnata tra nuvole di fumo. Forse è solo l'umida foschia del mattino, a confondere i contorni del tuo viso. Il grumo di ricordi s'allenta, ciò che è stato destino ora è terra vuota, nube che nasconde il sole.
Eppure c'è stato un tempo di gemme e viole, d'abbracci quotidiani, follie conclamate, piogge e arcobaleni, di stanze sconosciute eppure amiche, in quell'anticipo d'estate che ci precipitava verso verità taciute.
Quell'ora è svanita in un girovagar d'amore, in vuote passioni, in cascate d'acqua tra dirupi scoscesi, in un lento ripiegar del cuore verso spiaggie, riparate da orizzonti cupi, ma solitarie, esposte ai venti freddi della sera.
Non è servito far scorrere il tempo, se la sfera del fato ancora ci punta, se ciò che so di te, se ciò che sai di me, è lo scrigno intatto che chiamiamo amore, anche quando non c'è chiave che può aprirlo, nascondiglio adatto per sottrarlo allo sguardo di chi ci ha diviso.
Id: 19082 Data: 08/02/2013 13:33:07
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Sa di buio e di assenza il tuo respiro
Sa di buio e di assenza il tuo respiro Di colpa e stordimento ogni tuo bacio: Mi stringi, ti accendo e ti spengo Sul ciglio del dirupo mi prendo il tuo fiato Quando del mio quasi non c'è più traccia.
Sa di foglie in caduta libera il tuo sguardo Di pioggia e nebbia odora la tua pelle: Mi avvolgi, ti cingo di rugiada e silenzi Sul filo del rasoio mi nutro del tuo amore Quando del mio non so più cosa fare.
Sa di ombre e di tramonti il tuo profumo Di distacchi e addii ogni tuo gesto: Mi respiri, ti distorco suoni e luci Sul sentiero senza sbocco mi frammento quando già il tempo slega e scuce i nostri cuori.
Id: 19015 Data: 04/02/2013 07:17:13
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Una valigia piena di coraggio
Di te mi manca il sorriso tentatore, la fragilità del cuore ondivago che alterna la condanna al perdono, la voce allegra e smaliziata, l'amore che spezza l'affanno del vivere, il cono di luce che l'alba irradia sul mare.
Non ci siamo fatti mancare nulla: pendolari dell'amore, uniti dal caso e divisi dal destino, già dalla culla, dai primi vagiti della passione, è stato il riflesso di acque opache, di fondali sabbiosi, a darci emozione.
Solo un rigurgito d'adolescenza? No, c'è stato dell'altro: fiati impetuosi, un fitto colloquio d'anime, la coscienza che l'impeto di sensi e di corpi furiosi non è di tutti. E' finita un dì di maggio, con un saluto, una valigia piena di coraggio.
Id: 18926 Data: 29/01/2013 09:07:01
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La parola che unisce e risana
Figlio, figlia Tornate ai fiati di un tempo Sotterrando i cuori di piombo Il gelo che in questa griglia Di vita, vi ha sottomessi.
Figlia, figlio Riprendetevi per mano Perché non siete i soli Che sbagliando si sono smarriti Seguendo gli echi del rancore.
Figli tanto amati Non chiedete al mio cuore Di dividersi, di parteggiare Perché conosce solo il perdono La parola che unisce e risana.
Figli, tornate bambini. Nelle corse, le liti, le risa Nel tempo dell'innocenza che fu Avevate anime in simbiosi Sguardi proiettati alla pace.
Id: 18900 Data: 28/01/2013 06:50:36
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In questo stretto sentiero di sassi
E siamo ancora noi stanotte a tenere in scacco la luna, a respirare fiati salmastri mentre gelidi venti sferzano i cuori ribelli al tempo e all'età.
Ti voglio, mi vuoi: il gioco è qui, è adesso che dobbiamo soffiare emozioni nei giorni tutti uguali che scandiscono la parte di vita assegnata alle rughe e al tramonto.
È notte di tempesta e alta marea, l'anima ha smesso di tacere, archi, violini e piano suonano melodie struggenti, un vuoto di stelle nasconde l'amore a sguardi curiosi.
Ti amo, mi ami: può bastarci in questo stretto sentiero di sassi. Tra alte mura e precipizi,il cuore sussulta, si agita, freme, esulta: c'è un abbraccio a siglare la pace.
Id: 18855 Data: 26/01/2013 07:22:25
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Azzurre onde sussurrate
In silenzio i sensori dell'anima s'adeguano al buio, alla quiete di una tersa, tiepida e stellata notte invernale di fine d'anno.
Frasi, versi e sorrisi mi aiutano a scacciare la malinconia. Ho vite da raccontare, emozioni da far defluire dal cuore in attesa.
Ho finito i monologhi, ho tanto da ascoltare, qualcosa da dire: solo le rotte dell'amore sono ancora tortuose e indecifrabili.
Il mio guscio resiste ma già qualche luce argentata s'infiltra, echi sottili e modulati evocano azzurre onde sussurrate.
Id: 18818 Data: 24/01/2013 06:45:04
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Non abito qui
Non abito qui. Mi ci trattengono Le luci della notte I venti che s'infiltrano Tra le viuzze a ridosso del mare Le tue lacrime che a gocce Ancora bagnano il mio volto.
Nella terra di mezzo Attendo i riflessi del sole nascente L'arcobaleno che nel cielo di marzo Irradia i colori e i profumi Della primavera in anticipo.
Non ho ancora levato le àncore Ma ho già studiato la rotta Chiesto a stelle lontane D'illuminare acque opache Di proteggermi da gorghi E fondali minacciosi.
Non ho più qui la mia dimora Anche se qui Se ti sporgi, se aguzzi la vista Puoi ancora amarmi.
Id: 18798 Data: 23/01/2013 07:26:09
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Dalterchi e fiati
Notte senza tramonto, buio lunare, luce e vuoto: in assenza di vento, sto in apnea, in lontananza sento solo il rumore di vetri infranti.
Amore d’alterchi e fiati, di sussulti e fruscii, dietro cortine e muri, l’acqua tranquilla d’un rivo, un’oasi rimorso, il cuore sotto cespugli ad allargare fessure.
Dinanzi al mare: acqua infinita allo sguardo il corpo è un recinto, muove passi blindati torna al grembo, al nulla.
Id: 18767 Data: 21/01/2013 10:24:49
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Un altro zigzagare tra fili spinati
Lo senti questo strano tepore che sale da umide grotte e lastroni ghiacciati? Forse è solo il nostro fiato a scaldarci, a toglierci dal cuore il gelo del distacco a evitarci chissà come un doppio scacco.
Che tormento è la tua voce che non sa più sussurrare, che pena per quei suoni distorti, spenti, stanchi, quasi morti, al ricordo dei lirici abbandoni del cuore, di soffi di respiro diventati frasi d'amore!
Occhi negli occhi, le mani di nuovo cucite: perché il tuo dio non si commuove se sono io a supplicarlo e non tu, perché non ci accorda un finale di cieli stellati e non un altro zigzagare tra fili spinati?
Sono strade strette e senza sbocco a ripararci da venti ostili di scirocco ma da qualche parte un'onda lieve, un arcobaleno, un rintocco di campana, ci sfiora, ci sbrina, ci scongela, ci stana.
Id: 18752 Data: 20/01/2013 08:04:14
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Stelle declinanti
Un canto sussurrato, un respiro silente, una vibrazione malinconica, un suono di piano e violino, per sospendere il tempo, incrociare memorie e sguardi affini.
E’ il labirinto dei giorni a perderci Non abbiamo più filo per collegare Venti e maree, cucire albe e tramonti, sensi per scoprire il fianco alla passione.
Sostiamo: l’agitazione di onde impetuose Ci ha spento, le nostre ore non hanno Lo stesso fiato, l’emozione che nutre E risuona, quando intorno l’inverno sfiorisce.
E’ il vuoto a respingerci: tra il tuo sguardo E il mio spaziano stelle ambigue e declinanti, pensieri indefiniti, sbuffi di risa che nemmeno sussurri d’amore riescono a coprire.
Id: 18734 Data: 19/01/2013 10:26:25
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Stanze inospitali
Le pause, gli intervalli, i giorni sempre uguali dilatano le mie ore ho pensieri da collegare, puzzle da ricomporre, versi da riordinare.
Abito ancora stanze inospitali Ma non inseguo più illusioni, colorate farfalle in gabbia, Sorrisi spazzati via da un lampo, Sguardi allusivi che non hanno il colore del mare.
Ombre, tenui chiarori, riflessi Evocati dal tramonto del sole su tiepide acque, Un coro di stelle sfocate a ricordare che nemmeno il tempo È la vera unità di misura di una vita.
Id: 18687 Data: 17/01/2013 08:24:54
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In direzione del vento
Cielo notturno, luci di naufraghe stelle insieme di date, di giorni finestra, di labirinti.
Città bosco, uomini alberi, muovo soltanto le braccia in direzione del vento.
Donne pensili, sospese in un passo di danza, in acrobatica ruota, in tramonto vermiglio.
E' solo l'inizio, questo levarsi di voci, di fiamme, di giustizie.
C'è tempo per rincorrersi ancora.
Id: 18624 Data: 14/01/2013 08:10:08
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I caldi umori dellestate
Nella fessura di mare, nello spicchio Di vita che ci resta, nell'angolo d'ombra Che abbiamo custodito, come può entrarci L'amore che ci ha rapito e poi sfinito?
Dovremo sorvolare a ritroso il tempo vecchio Per tornare al punto in cui un vento di gocce, Un tuono, un lampo folgorante, uno scroscio Di pioggia, ci ha rinchiuso in uno specchio.
Atterreremo in un arido futuro di sentimenti, Di cui già scorgiamo i profili scuri, gli stenti Di luce, gli orizzonti muti, i fuochi fatui, Portandoci negli occhi i caldi umori dell'estate.
Perché ciò che è stato è quanto basta Per svuotare la notte dalle nubi e dalla nebbia: Siamo petali, non spine di rose, sabbia Di mare che costeggia la vita, ma non l'ingabbia.
Id: 18611 Data: 13/01/2013 14:45:33
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L’incantesimo, la magia, il gorgo
I tuoi silenzi, i vuoti e le ombre Mi fanno compagnia, mi toccano dentro. Sei il lato oscuro dell’amore L’incantesimo, la magia, il gorgo Che rallenta il tempo e sospende la vita.
Non seguo più le tue tracce, non riempio Le mie giornate dei tuoi sguardi malinconici, non ti cerco tra le foglie appassite di ricordi che impetuosi venti d’autunno fanno volteggiare nell’aria carica di pioggia e tristezza.
Nello spazio che la notte regala ai sogni Mi sei accanto, sillabi ciò che l’anima Vuole sentirsi dire, fiammeggi con lo sguardo, Respiri emozioni suggerite da echi lontani, Adagi il cuore su petali di rose profumate.
Id: 18584 Data: 12/01/2013 06:27:07
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Una barca mi han detto va e poi torna
Non una barca, forse una scialuppa O un relitto alla deriva tra anime stanche. Una barca, mi han detto, va e poi torna, Ma hai navigato stalattiti di lacrime bianche Corsi d'acqua al tramonto, una terna Di stelle nane, meteore e comete a gruppi.
Non hai scattato le foto del tuo funerale, Le ho viste, non c'eri: non ti ho pianto. Ero a battere la grancassa nello sgabuzzino O sotto il tuo letto a soffiare nel clarino le note stonate e tristi del mio pentimento. Han deciso: non è una coincidenza astrale.
Il dolore ha poi fatto il resto: il relitto ero io Disperso, sballottato per letti inospitali Costretto a soffiare nella vita a dispetto di Dio. La barca è affondata, ma nella terra: i mali, I venti di guerra, le discordie, sono il mio Pane, la rotta che un cielo di fuoco m'addita.
Id: 18578 Data: 11/01/2013 18:29:32
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E spiegami destino le tue tracce
E spiegami destino le tue tracce Dove portano, quali rotte seguono, Perché ancora t'accanisci.
Ho incontrato presto il volto tuo Arcigno, m'hai tolto il padre Prima di leggere e far di conto.
Gli affetti, i cuori solidali? Col contagocce, trasparenti, Un vedo-non vedo da manuale.
L'amore? Una pagina oscura, Tra oche, folli amanti, ubriache, Nevrasteniche e cartomanti.
Un po' di sincerità al dunque: Di pozzi senza fondo, di stagni, Di gorghi, caverne e fogne
Da abitare sarai anche tu stanco. Chi ti arma la mano, chi scrive Il canovaccio che reciti a soggetto?
È il dio dei cristiani? E' un gioco Suggerito dal caso a una mente Che crea, inventa e non sa niente
Del nostro navigare di domani Tra sorgenti e cascate d'acque chiare E scempi di vite vuote e disumane?
Id: 18552 Data: 10/01/2013 07:59:01
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Giù il sipario, lultimo atto è terminato.
L'esordio è da fiasco: che fischi, che lazzi, che tirate d'orecchi, che giorni da pazzi. Il primo atto va in scena: è un corteo funebre ad aprire il racconto, poi è tutto un susseguirsi di sciagure e drammi di vite segnate dal pianto e dal lutto.
Il secondo atto è una danza d'amore: ora dolce, ora frenetica, mai felice. Gli attori recitano a soggetto, la regia si limita a suggerire il canovaccio, le donne se le danno di santa ragione prima di scegliere un altro a casaccio.
Al terzo atto già il pubblico sfolla: non succede nulla, non cambia niente. Solo uno muto parlare che invece di accendere scintille, acquieta la mente. E' il trionfo del banale: il protagonista recita un monologo nel vuoto deprimente.
Il finale l'ha scritto una mano ispirata: c'è una morte da raccontare, la fantasia può lavorare di fino, agitare emozioni per quell'istante che forse vale la serata, tra musiche struggenti e tristi canzoni. Giù il sipario, l'ultimo atto è terminato.
Id: 18538 Data: 09/01/2013 09:54:07
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Larcobaleno alle labbra
Portò l'arcobaleno alle labbra E danzò sulle rughe.
Come belva ruggì Quando fu coperta Da anelli d fumo.
Corse per vicoli E ovunque bussò a denari.
Amò il vento E tra trappole e scogli Trovò legge e prigione.
Alzò ciglia e gonna E gemiti e spasmi Ricondusse a ragione.
Fu baciata da pelle e pupille E tremò di freddo e paura.
Nacque per vivere Di caverne e d'anfratti E il buio la tenne per mano.
Id: 18520 Data: 08/01/2013 17:38:33
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A nervi scoperti
In questo esserci A rischio d'incanto Saltando steccati O solo ammiccando All'angoscia.
In questo esserci Per tentativi ed errori A sirene spiegate Scorrendo percorsi E infrazioni.
In questo esserci A muti rispondendo Come alberi spogli, A donne o mogli Parlando da muti.
In questo esserci A valanga o a sputi A ripetere esperienze Ed essere stufi Tra nebbie e ubriachi A stordirsi di nulla A reggere il trauma D'essersi amati A nervi scoperti.
Id: 18452 Data: 04/01/2013 20:25:29
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Sorrisi ed enigmi
Mi parlò di sé.
Io tacqui.
Le rivolsi delle domande.
Mi sorrise e abbassò gli occhi.
Piansi del suo riso
Lei rise del mio pianto.
Id: 18429 Data: 03/01/2013 16:35:51
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Tra cielo e marciapiede
In nome del rifiuto, solo un fremito della voce un incantesimo alla fonte, il frutto immaturo del tempo vortice.
Sto con il nulla come cieco tra colori.
Di sbieco, cercando tra la folla il ritmo che è del giorno, il vezzo di vivere tra cielo e marciapiede
il senso, il non senso della pace tra morti, il vuoto che è la mia anima in questa condanna.
Id: 18412 Data: 02/01/2013 18:46:58
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A caverne e roseti
Rifrazioni Di luci e d'accordi Bagliori e ricordi. Inquieto mi spingo Oltre l'orizzonte E ritorno Per perdermi ancora. Sul tuo pube m'avvito E ti nasco sul seno. Con le gambe M'inchiodi A caverne e roseti. Di baci Di notti finite all'alba Morirò. Al tempo chiederò Che s'infranga Tra ombre e croci L'esile trasparenza Del domani.
Id: 18403 Data: 02/01/2013 09:31:08
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Ogni respiro incrociato dei nostri cuori
Ogni respiro incrociato dei nostri cuori I fremiti di corpi riscaldati ad abbracci Cosa hanno a che fare con l'assordante Silenzio che svuota e spegne l'amore?
Non vuoi che scopra le rughe del tuo volto I segni del tempo su occhi e sorriso? Non temere. Amo e amerò ogni imperfezione Perdono e perdonerò il tuo invecchiare.
Non mi pento di averti amato ed amarti Perché ogni attimo con te è stato perfetto Per ciascuno di essi è valsa la pena aspettarti Soffrire la tua assenza senza accusarti.
Ti ho già chiesto perché ai tuoi occhi la gioia è una colpa ed il dolore è merito e virtù. Nel mio giorno ci sono raggi di sole avvolgenti e non ombre taglienti che oscurano la vista.
E' notte senza luna, di luci tremolanti. Non aspettare ancora a raggiungermi Perché possiamo vivere altri giorni perfetti Prima che la donna in nero ci presenti il conto.
Id: 18387 Data: 01/01/2013 09:29:20
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Al dio che ci ha giudicato e diviso
In assenza di vento quest’amore naviga acque paludose e torbide, declinante e pallida la luna spegne e riavvia le maree della vita.
Mi torni in mente a folate Col sorriso a ridosso del mare Lo sguardo a fare da contrappunto Ai ciuffi ribelli che il vento scompiglia.
Il paese fantasma che ha ospitato i nostri ardori è ancora li, tetro e disabitato ma vicino ai furori che nemmeno tempo e distanze hanno potuto placare.
Ti respiro e accolgo come se tu fossi Ancora lì ad aspettarmi, come se il dio che ci ha giudicato e diviso Si fosse deciso finalmente a perdonarci.
Id: 18339 Data: 29/12/2012 07:54:13
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L’ultimo sussurro del tuo cielo al tramonto
Sei spina nel fianco, ora rosa appassita, poi orchidea preziosa, luce e buio, stordimento e peccato, tormento silente o gridato dei miei versi.
Se tu sei il cuore in tumulto, io sono il nucleo che fonde al contatto della tua pelle,se sei la pioggia mi farò pozzanghera per raccoglierti.
Sei marea nei giorni di luna piena Granello di sabbia nelle notti d’inverno Arcobaleno tra le nubi e il sole Fitta al cuore, se penso l’amore Caldo respiro, se mi tendi la mano.
Se sei sangue delle mie vene ti nasconderò le rotte del cuore, se sei il fiato che mi tiene in vita t’inspirerò, mi unirò all’ultimo sussurro del tuo cielo al tramonto.
Id: 18326 Data: 28/12/2012 07:52:32
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Due anime a specchio
E' Natale anche per noi. Le luci, gli zampognari, i regali? Di più. I pranzi, le cene, i giochi Di carte? Di più. L'amore, La passione? Niente di tutto ciò. Cos'è allora questo nostro Natale? Un fiume di parole affiatate Due anime a specchio, solitudini Che si affiancano per allentarsi. Un vento silente che acquieta. I percorsi, i segni del caso, ci son tutti È Natale di rime in fioretto, di finte E giravolte, di emozioni che a naso Sono destinate a durare più stagioni, Che sole e neve non possono cambiare.
Id: 18319 Data: 27/12/2012 15:53:31
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Una speranza che sillaba al sole
E chiamala coincidenza, fatalità Questo sfiorarsi d’anime, l’intimità Che condividiamo col tempo quando la libertà s’insinua ed echeggia nei nostri cuori.
Alte mura, fili spinati, vetri aguzzi Non bastano a recintare l’amore: da qualche parte c’è un pensiero ribelle che sfugge, una speranza che sillaba al sole.
Abitiamo stanze in penombra Appena rischiarate dalla luna calante dal respiro d’indifferenze incrociate Dalle tante ore che il sonno ruba, ad abbandoni a melodie incantate.
Ciò che era in fiamme ora è vuoto inerte Foglia annerita, albero spoglio d’amore Ferita che non sanguina, dissolvenza D’immagini che un turbinio di vento Confonde e che l’anima ormai ignora.
Id: 18261 Data: 23/12/2012 07:41:47
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Se cresceranno col tuo cuore
Non erano figli tuoi ma dentro te
Palpitava un cuore di madre
Il battito d'amore che vince la paura
Quando la morte sta per carpire
L'innocenza a chi non ha difese.
Il tuo respiro si è spento quando
Altri fiati rifiorivano salvati
Dall'umana pietà del tuo gesto.
Se cresceranno col tuo cuore
Ci sarà ancora una speranza.
Le armi ora tacciono ma torneranno
A ruggire ancora, la quiete, la pace
non è dell'uomo che è belva a se'.
L'amore prima o poi però quaggiù
Sboccia, s'infiamma e contagia.
Non erano figli tuoi ma li hai difesi
C'erano vite da salvare e non hai esitato
Ad armi assassine e cieche hai opposto
Il petto, il cuore, di chi alla morte
Non ha mai rivolto un sorriso, lo sguardo.
Id: 18242 Data: 22/12/2012 09:25:18
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Incrocio di solitudini
Schizzi di fango, crateri nel cuore, voragini che riemergendo da fondali marini si fanno cime, ghiacciai d’acque torbide, urla nel silenzio di coscienze acquietate.
Sento il tuo acuto dolore come mio Divento occhi del tuo viso quando piangi Fruscio della tua anima quando riposa Riso della tua bocca quando trovi pace.
L’incrocio di solitudini è alchimia Quando i ricordi respirano all’unisono Quando una brezza quieta silenzia l’uragano Che vite spezzate non hanno potuto placare.
Negli abissi dell’anima orrore e speranza Si mischiano ma non si confondono Ai poeti è dato il dono, di riaprire Con parole di pietra e melodie insinuanti Una fessura di libertà in ogni tramonto.
Id: 18226 Data: 21/12/2012 08:01:57
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Per amarti per come ti ho amato
Per amarti per come ti ho amato
Occorre più fiato di ciò che mi resta.
Tra coni di luce e angoli d'ombra
Nel gioco di specchi dell'amore
nella terra di mezzo in cui mi trovo
sfrondo e sfilo dal cuore i silenzi.
Per riempirti della mia assenza
Ho solo i versi che non leggerai
Le rose che non potrò donarti
I sorrisi che non ti raggiungeranno
quando la notte ti negherà un'altra vita
E la vita ti raggiungerà solo di notte.
Per unirti di nuovo al mio respiro
Non basterà il tempo che mi rimane
Dovrò chiederlo in prestito all'eco
che dalle profondità della terra
Restituira' al mio fiato la forza
Di amarti per come ti ho amato.
Id: 18206 Data: 20/12/2012 05:53:43
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