Non fa altro che bere.
Questo l’unico suo pensiero
di mattina, pomeriggio
e nelle notti severe.
Ma quello che fai
con metodo e rigore
lo attraversa la passione,
è un’altra forma dignitosa
che può assumere l’amore.
Non accetta consigli,
sa che sono solo
subdole consegne,
surrogati dei figli non nati,
solo rogne.
Si gira maligno, e fa bene,
a chi spaccia camuffate le sue pene
in pelosa, ottriata saggezza.
Se non lo sapete,
conferisce una saviezza
il distillato
che liscia come il marmo
il cuore di un alcolizzato.
Il tempo che rimane immobile
per i sobri è insopportabile.
Loro che vanno, data la corda al corpo
mentre l’anima pende spoglia
al legno secco di un uomo morto.
Vede l’arcobaleno
attraverso il caleidoscopio del bicchiere
sempre vittoriosamente pieno;
del vuoto sposa gli estremi con mestiere
nell’abbraccio prismatico alieno.
Non chiedetegli mai perché lo faccia
perché abbia sempre quel poker sulla faccia
che vite convoca in permanenza
in un assorto concilio di dèi.
Vi risponderebbe un poeta più che divino:
“Bevo per dimenticare l’acqua
che alle mie nozze
non fu mutata in vino”.
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