Pubblicato il 09/01/2013 22:30:57
breve e strisciava il sole
di quella luce
già d'ombra quasi
tra me e te
che mi uccidevi
e morivi
nel taglio di una porta
poi
fummo solo
lacerti di nebbia
appesi al piombo di navate
innalzate a gloria
del nero più fondo
e tornasti
di fuga in fuga quante notti
e all'alba
anche
tornasti sempre
mi contavi il sangue
a grani duri dalle mani
seminati nel gelo dei solchi
sempre
tornavi
a colarmi il lutto di lame sui giri di luna
e più non eri la mia stessa vena
solo il vivo di un'assenza
tra gli occhi
gli stessi miei e in attesa
a nutrirsi
nella fame di una pietra
gettata a sepoltura sui miei fianchi
e sul segno
il sottile bianco di un raggio
che fu strappo e luce al silenzio
quando ti chiamai figlio
e d'amore
allora come ora
piansi.
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