I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Non sarà abbastanza un’altra notte
perchè sia giusta la misura del palmo sull'assenza si allunghi pure tutta l'acqua in mezzo agli orizzonti ma poi persino la posa dei gigli pare inquieta se sollevo la gonna mentre vado all'intorno aprendo la notte nei giardini di sale (dove comincia quest'aria che ci separa?) fuori dalla pelle, e a distanza gli scogli al verso di civetta che ci vuole soli (a piegare nelle ossa questo tempo) e non sarà abbastanza un'altra notte per cavarti dagli occhi la sabbia di tutta la memoria che si rinnova, piena dentro inversioni di correnti (sorprenderti di schiena) amore non mi vedi, ho già macchiato di sangue il mare.
Id: 18625 Data: 14/01/2013 08:46:05
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Se non qui
non ovunque se non qui da attaccare al seno la ferita sottile e al fianco la tenera talea noi moriremo con uno squarcio largo e voce sparsa nella mezz'ora d'aria presso il color polvere dell'unica via sanguinando rugiade lungo una rotta inevitabile avessi il coraggio necessario per non temere l'ardore delle nevi quando mi ingoieranno o le ossa dei giardini innalzate come colonne a sostenermi leggera nell'altezza del vuoto non so dirti adesso da quale croce mi lancerò per annegarmi un attimo prima di concedermi agli ultimi venti intanto in questo altrove di muri rossi l'indicibile bisbiglia inquieto perfino dalla distanza irrimediabile della radice estirpata dal grembo e diresti quasi di grazia viva il suo nervo che guizza nel trattenere il segreto ma è pioggia fine a lato degli occhi nei luoghi che non abbiamo e non abbiamo avuto li riconosco al tatto nella memoria della pelle in espansione verticale tra tutte le possibili sere soppresse da un'eclissi di luna.
Id: 18565 Data: 10/01/2013 22:14:41
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Allora come ora
breve e strisciava il sole
di quella luce
già d'ombra quasi
tra me e te
che mi uccidevi
e morivi
nel taglio di una porta
poi
fummo solo
lacerti di nebbia
appesi al piombo di navate
innalzate a gloria
del nero più fondo
e tornasti
di fuga in fuga quante notti
e all'alba
anche
tornasti sempre
mi contavi il sangue
a grani duri dalle mani
seminati nel gelo dei solchi
sempre
tornavi
a colarmi il lutto di lame sui giri di luna
e più non eri la mia stessa vena
solo il vivo di un'assenza
tra gli occhi
gli stessi miei e in attesa
a nutrirsi
nella fame di una pietra
gettata a sepoltura sui miei fianchi
e sul segno
il sottile bianco di un raggio
che fu strappo e luce al silenzio
quando ti chiamai figlio
e d'amore
allora come ora
piansi.
Id: 18547 Data: 09/01/2013 22:30:57
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Da qui allalba
viaggiando acqua di falda
una rotta controvento
incautamente umida d'argenti
ho vegliato la nuca di creature dissanguate
dal deserto
dove iniziò il nervo a svelarsi radice?
in quell'accadimento di presagio
sono caduta
di primo mattino
uccisa appena nata
calando aquile di neve nei luoghi del petto
eppure
a distanza irrimediabile da ogni luce
resto viva
colma della conoscenza delle fioriture
fuori stagione
che a voce breve
per inganno ho bocca di salmastro
sommersa nel rossocorallo a memoria
di una cavità assolata
ma addosso
mi torna il profilo di palma
quando solo ieri ero vertigine nel vento
se rilasci sottopelle
un mormorio
e si insemina la vena
dell'accordo lungo d'onda
che la notte - è madre - non s'allontana
da qui all'alba
mi sorregge alle tempie.
Id: 18521 Data: 08/01/2013 18:32:36
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Fosse
d'un colpo mi accade
quest'aria di attesa
a precipizio dall'alba sulle tombe
del petto
piena del mio corpo sopravvissuto all'esplosione di un'altra luna
l'accolgo
e ha voce d'antico sigillo
l'acqua gravida di migrazioni
e pesci nutriti nel diluvio
fosse qui un'ora caduta a caso presso gli occhi
mi infilzerei al fianco questa sostanza d'aria
genuflessa nella tenebra che mi ammala il sangue
chè mi salvi il violascuro della nostalgia
(con un taglio obliquo alla sera).
Id: 18499 Data: 07/01/2013 17:29:51
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Il segreto
come una virtù ti tengo in segreto, violento sussulto e scroscio d'acquaviva
(avessi viaggiato mille cieli, tornerei sempre a cercarti qui, voce nella pioggia) a offrirti il precipizio d'aria nella gola (perchè vorrei morire di un solo taglio di vera luce) le ameresti tutte le mie ferite o soltanto quella aspra di sale? di mare è il seme del tuo canto, il mio d'arancio antico ma quanta forza ha la tempesta, il suo destino nelle cavità delle onde non resisto a pregare al buio, nè dentro il vuoto delle fiamme tu non cercarmi, non chiamarmi non potrei sentirti non potresti trovarmi in questo urlo che copre i silenzi ma almeno pensami stasera che sale alta la marea (senza stelle sulle tempie) tra gli sterpi partorirò da sola ombre flessuose che t'appartengono, creature d'ali malate come me, per poca luce in volo cieco su paesaggi d'inverno e nottelunga.
Id: 18490 Data: 07/01/2013 00:03:11
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Leggi sottovoce
che ne faremo dunque delle tristezze mille piegature o vieteremo forse i trionfi di scorpioni? tra le scapole allineati canti di odissee il dolce di rossosangue corre dalle ferite l'amore, il dolore religioni violate da dialetti in sospensione sulla sacralità del fiato ti guarderò dalla rivabella a mezzacosta navigatore di correnti ascensionali e non ti dirò la perfetta compiutezza di battaglie perse nell'aria rarefatta, la mescolanza di oceani troppo piccoli per divinità d'acqua vicino, io ti ho visto da vicino avanti al sole quando sbalzava cuori di gigli sugli scogli (si congiungeva ad ogni vento di passaggio) penombra agli occhi, ramo di mare tu lo sai nel nome ho una corona da portare a sigillo di ogni bacio (leggi sottovoce, in gola ho il mio coraggio migliore ma già trema la vena che regge il suono ) fragilissimo monogramma tra i seni conducimi al verso della grazia (e dìllo ancora che non credi al destino, solo al rito dell'alba se mai ci cogliesse lungo la via) so true a fool is love that in your will.* *William Shakespeare - Sonetti
Id: 18447 Data: 04/01/2013 17:23:03
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Diletta mia
Ci sono giorni, sai che il sole brucia troppo forte e di quell'oro spavaldo si fonde la pelle bianca delle rose. Sarà mio il tuo pianto diletta mia, in un angolo morso d'ombra ad annegare il volo di farfalle nere nell'azzurro che ti sospira dentro.
Id: 18273 Data: 23/12/2012 22:33:22
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La vita passa, accanto
troppi tramonti in una sola mano
lo sento in grembo
il rossofuoco che cade, rose d'autunno
la vita passa, accanto
d'istinto
un giro lungo d'orizzonte
sulla vastità del mondo
che nulla sa degli incanti miei alla musica dei silenzi
io, solo un suono di pioggia
di ramo in ramo
dalle notti passate a quelle a venire
così lontana dalle vie inesplose, dalle mappe di ponti
fossi qui a baciarmi le tempie, prima di buio
ti chiederei
dammi il verso del volo
da queste finestre battute di vento
spingimi forte
dal dentro al fuori
che ho sognato di dormire mille anni
tinta bianca di luna
e svegliarmi in un mattino in faccia al mare
Id: 18241 Data: 22/12/2012 08:37:48
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La sfida
ania Stravato - Ven, 07/12/2012 - 15:17
così lascio i fiori in rovina al silenzio delle scarpate il mio sangue è la somma d'infinite aurore e sa di mare che viene da lontano moriremo forse di troppo dolore, con un arcobaleno infilzato nella schiena o del vino avvelenato che scorre a fiumi quando a tarda notte si festeggia la morte nel suo velo migliore ma, al di là di ogni dire io sarò più bella a fuggirle incontro la mia sfida con la neve nei capelli e tutta nuda che danzo, le gambe lucenti d'acqua su una foglia di vento, per salire più in alto del cipresso scagliata in un volo obliquo ad interrompere le risonanze del pianto curva su una mezzaluna di gesso che sigillla l'inverno dentro il grido di un gabbiano e quel che resta poi, sarà solo polvere di luce che si scioglie nella pioggia e un seme d'occhi neri sepolto tra le ginestre
Id: 18216 Data: 20/12/2012 15:09:07
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Qui
scomposta, nel cerchio
addosso ai muri
suoni lunghi di neve, di salmastro un arco
mi sorregge gli occhi all'altezza del nero
è un canto che rincorro, sanguinando
una via in ombra che si confonde di vento
troppo sottile, la rotta dei gabbiani
non mi appare, perduta nei crateri di troppe lune
dilatate
nella notte che mi scivola sui fianchi,
inutilmente
fuggendo un destino, la voce nuda
su rami di sale
e di me che resta, se non una vaghezza in controluce all'orizzonte
distante dalla costa, non mi salverò toccando il mare
morirò così
con la pioggia battente sul petto, qui
tra le radici divelte dell'inverno,
e ancora mi strazia a memoria
il verso del sole che non posso baciare.
Id: 18195 Data: 19/12/2012 15:08:02
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Tutte le volte
ponte sulle terre a mezzosole, tieni le rondini e i viaggi lunghi, così sei tutte le volte intorno alle tracce dei miei silenzi fino alla fine e ad ogni principio nella lontananza nella memoria il gesto, il senso così ancora sei radice chiusa a cerchio mia storia d'acqua e deserto mia origine lontana sali dalla notte a fare l'alba sulle buche di sabbia ombra sulla mia ombra tutte le volte ad ogni ritorno, seppure piove e non smette e porti con un solo abbraccio a labbra piene il suono di mare aperto che allontana gli assedi di gabbiani dalla gola tutte le volte che arrivi giusto in tempo prima che siano cento questi anni d'inverno, queste creature morte strette strette in petto.
Id: 18179 Data: 18/12/2012 16:37:13
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Bella come la morte
e il rullio di cento soli dentro gli occhi.
fosse un'aria di mattina, e bella come la morte. un acuto al petto
da sentirlo entrare dolce farsi febbre
un soprassalto. così vorrei che fosse: sfilarmi dagli spini di pioggia
e stupirmi di rose. in una strada che curva e scende
e quando si ferma, sono da te che solo a te appartengo, da ogni distanza.
Id: 18169 Data: 17/12/2012 22:22:12
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A te
e una misura di stupore ignoto mi ravviva quasi un'aurora sanguinosa salirmi in faccia dove nel verso è il salto di cascata l'inizio splendido e fatale, oscuro che a me pare furia di luce e di passione l'epifania e l'apocalisse, quel grappolo di voli in ascendenza dalla notte lungo filari di stelle in fiamme così, a te provengo dall'infinita nostalgia in abbandono, e tento d'esser viva.
Id: 18120 Data: 14/12/2012 19:27:12
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Certe notti che tu non sai
certe notti si aprono a dismisura qui, avanti alle mie braccia nell'acqua nuova (cercami la mano, ti prego) mi balzano incontro dal nulla rovesci di vie, profondità di abissi alte, gonfie di piogge. certe notti urlano una eco che mi risale la frattura sulla schiena e mi tirano indietro tra le serpi sui glicini disfatti (mi uccideranno. cercami la mano, ti prego) sanguinano, a sorpresa negli occhi maree infinite di coralli morti, certe notti che tu non sai che tu non hai le muove qualcosa di più di un morbo nella spirale del mio respiro dove le impicco ad altezze di ghiaccio che tu non sai che tu non hai certe notti. ineludibili non mi perdonano di avere ancora voce. e fede nell'istinto del seme nel destino della radice (cercami, ti prego. prima che cada al di là del buio) cercami le vene che il cuore certe notti non resiste io lo so da tanto ormai: non possono morire certe notti se la luna non ha pietà e ancora nega loro il bianco di una tomba.
Id: 17984 Data: 06/12/2012 12:06:54
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I giorni che non saranno
tranne che per scrivere di te resterò fuori dal petto non potrei resistere faccia a terra nel buio, le dita spezzate rimettermi in gola l'inatteso verso del respiro perchè è quando calpesto un plenilunio che mi accorgo del sangue a filo d'acqua. i giorni che non saranno di quanto infinito silenzio muove dal mare alla volta della mia notte e la riconosco, nuda che arde tempesta di sabbia nella voce innocente incontro del destino si piega a terra nella colpa di qualche verso sciolto ed è lutto la pioggia, che già mi veste.
Id: 17836 Data: 27/11/2012 22:52:46
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