Pubblicato il 29/04/2011 20:14:47
Nell’immagine: facciata della Cattedrale di Saint Patrick a New York.
Francesco Cossiga aveva una certa passione per i mestieri delle armi. Egli conteneva, però, tutti i conflitti derivanti da una passione. I sentimenti esprimono l’armonia dell’anima ma le passioni sono il tumulto. ‘Italy is at war, but just a little bit’: gli viene attribuita tale constatazione, ci sembra riportata in un libro di Paolo Guzzanti. L’occasione di pronunciarla gli era stata offerta dalla partecipazione Italiana alla Guerra del Golfo, con i famosi otto cacciabombardieri. Il Presidente della Repubblica di allora s’interrogava su senso e prospettive delle operazioni militari, segnatamente per il coinvolgimento del nostro Paese. L’Italia ha una certa storica propensione agli interventi in Africa. All’inizio della Grande Guerra, Sigmund Freud riponeva un’orgogliosa fiducia sulla capacità della Germania di trascinare la ‘sua’ Austria alla riscossa internazionale. Anni dopo, egli ebbe la certezza della capacità della Germania di ‘trascinare’ lui e i suoi simili da qualche altra parte. Tutti pongono attenzione alle guerre perché ci riportano alla nostra vita infantile, proiettandola sullo scenario della Storia. Il narcisismo è soddisfatto ma non dobbiamo perdere le occasioni d’imparare qualcosa. La grandiosità dei conflitti armati non riesce a soddisfare del tutto le nostre passioni, per questo li ripetiamo continuamente. La realtà non è elaborata e la fantasia insoddisfatta continua a reclamare i suoi diritti. La cosiddetta elaborazione non è affatto facile, perché ci riporta a una realtà ordinaria quando non dimessa, il che contrasta con ogni proiezione grandiosa per la quale sentiamo uno straordinario trasporto. L’Austria fu annessa alla Germania nel primo Dopoguerra e ne fu separata alla fine della Seconda. E’ utile verificare quanto accaduto alle ‘potenze’ dell’Asse di allora. La Germania è piena d’immigrati che, per lo più, lavorano e in questo dimostra la solita capacità. L’Austria è abbastanza fornita di manodopera, ma ha un mercato del lavoro con caratteristiche peculiari e una sviluppata attitudine a mantenersi lontana dai guai. Il Giappone ha subito un cataclisma di proporzioni tali da mantenere in secondo piano la posizione dell’Italia che, giova ricordarlo, faceva parte della compagnia. Ora, detta Italia si ritrova in una posizione avanzata nel contesto operativo dell’Alleanza Atlantica. Tuttavia, il nostro Paese non può essere altro che se stesso, indipendentemente dai suoi movimenti. L’Alleanza Atlantica ha gli Stati Uniti d’America, la Gran Bretagna e la Francia che proseguono la collaborazione iniziata prima della Seconda Guerra Mondiale. Tale collaborazione è stata mantenuta nel corso di quel conflitto che, vale ricordarlo, è stato vinto da loro. Ritornando allo scomparso Presidente, crediamo che volesse ribadire la sua fedeltà all’Impero Americano, non aveva altro da fare. Il conflitto derivava dalla riflessione sulla natura del suo Paese e delle sue risorse. Abbiamo citato gli uomini ma la Storia riguarda anche le donne. A Scarlett O’Hara, quella Storia aveva portato il suo mondo ‘via col vento’, essa doveva vivere in un altro. Quando, ad Atlanta in fiamme, Rhett Butler le ricorda che, con la ritirata dei soldati del Sud confederato, si ritiravano la libertà e la giustizia perdeva un’occasione. Quella di restare al suo fianco e rifornirla, per mezzo suo, delle qualità necessarie a quel mondo da lui commentato. Il dovere quotidiano era il principale ispiratore della vita dei Cittadini Romani.
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