Dietro un pazzo c'è sempre un villaggio (Edgar Lee Masters)
Cara maestra,
ho appreso dalla televisione,
docente del lacrimevole,
che lei dopo aver nascosto
i suoi quindici alunni in armadi
lucidi e di ultima generazione,
si è parata di fronte
al folle del paese
sillabando sicura,
"Ci sono solo io".
Una scarica micidiale
l'ha stesa a terra,
sottraendo i bambini
al carnefice, futura memoria
che un'insegnante non sfoggia
più acconciature elaborate
o la collana di famiglia,
ma è pronta a farsi massacrare
per una giusta causa
sotto le macerie della scuola nostrana
o per una follia
di stato.
Mia madre era una maestra,
una di quelle che un esercito
di mamme reclamava per i propri figli.
Il suo nemico si chiamava
diabete, e lei ha tagliato
il traguardo di quarant'anni
di onorato servizio
con gli occhi semiciechi
e il cuore ferito,
ma pronta ad affermare,
"Ci sono solo io".
Spero che vi incontrerete
e vi riconoscerete
allo spezzare del gessetto.
N.d.A.: la solitudine di un insegnante non è solo fisica, ma anche spirituale. Tutti chiedono, ben pochi donano.
Il concorsone di ieri si è rivelato l'ennesima beffa culturale e politica.
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