Mario Lebrón Saviñón nacque a Santo Domingo il 3 agosto del 1922. Saggista, poeta, scrittore, umanista, insegnante universitario e medico, fu tra i creatori del movimento letterario della poesia sorprendida; gli furono assegnati durante la sua lunga carriera letteraria numerosi e importanti riconoscimenti.
Nel 1947 si trasferì a Buenos Aires per specializzarsi in pediatria, lavoro che occuperà una parte fondamentale della sua vita. In quegli anni, immerso nella ricca vita culturale della città argentina, si manifestarono le sue prime inquietudini intellettuali e poetiche, e pubblicò il primo libro, Luces del Tropico. Nel 1944 aveva editato Sonámbulo sin Sueños, che rimase il suo unico quaderno poetico con le Edizioni della rivista La Poesia Sorprendida. Più tardi editò in collaborazione con Alberto Baeza Flores e Domingo Moreno Jimenez Los Triálogos, disquisiciones a tres voces; Infinitéstica y Cosmo hombre. In seguito raccolse tutta la sua produzione poetica con il titolo Tiempo en la tierra, con introduzione di Manuel Rueda.
Amante del sonetto, tradusse i poeti francesi Paul Eduard, Robert Dermosy, George Henein, e scrisse l’opera in cinque volumi Historia de la cultura dominicana, uno dei saggi più illuminanti nel suo genere, che stabilì le linee maestre del processo storico culturale della nazione dominicana.
Dopo una vita dedicata alla letteratura e alle scienze mediche, morì a Santo Domingo il 18 ottobre del 2014, a 92 anni. Nei circoli intellettuali e letterari era chiamato ‘el último sorprendido’.
Fuego en el río
Tierra, libres caminos para el hombre.
Trópico libre amor, para el camino.
Trópico nunca dicho por tu nombre.
Sigue cantando en tu tambor sin gentes,
sigue, sigue feliz, yo te adivino,
en tu callado amor resplandeciente.
La sangre está corriendo por tus montes,
la sangre se estremece en tu pradera,
mancha, cubre, se inclina en tu horizonte,
con un silencio vivo de pantera.
Sube la sangre, gime, el río crece,
se va al cielo, lo roba, lo transforma.
Invade el caimital, va, lo estremece.
Va al flamboyán para encontrar su forma.
Chisporrotea en tu árbol, va a las venas,
corre por las heridas de la arena,
el fuego va a la sangre, corre al río;
el hombre muere, surge, grita, salta,
la sangre; el fuego corre vivo, asalta.
Sangre, fuego de amor, trópico mío.
Fuoco nel fiume
Terra, liberi sentieri per l’uomo.
Tropico libero amore, per il cammino.
Tropico mai chiamato con il tuo nome.
Continua cantando nel tuo tamburo senza gente,
continua, continua felice, io ti immagino,
nel tuo silenzioso amore risplendente.
Il sangue sta correndo per i tuoi monti,
il sangue si scuote nel tuo prato,
macchia, copre, si inclina sul tuo orizzonte,
con un silenzio vivo di pantera.
Sale il sangue, geme, il fiume cresce,
va al cielo, lo ruba, lo trasforma.
Invade le cainette, va, le scuote.
Entra nell’albero di fuoco per trovare la sua forma.
Brucia nel tuo albero, va alle vene,
corre per le ferite della sabbia,
il fuoco va nel sangue, corre al fiume;
l’uomo muore, sorge, grida, salta,
il sangue; il fuoco corre vivo, assalta.
Sangue, fuoco d’amore, tropico mio.
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