-non puoi dimenticare molto-
nel sonno limiti i solchi del cervello
in sogno; basta voltarsi poco poco
e niente è più familiare. Suda buio
il ritornarsi,spuria di notte yelda
la luce piove autentica in un attimo
più forte, l'Urna, fino a creparti un bordo,
una fessura per stillare, sul limite del bosco
lo sbocco ad occhi asciutti
di un futuro figurato accenno:
-Io sto nel passare-
nell'eventualità che può
rifare luce,come acqua zuccherata
bevo al kokoro,il cuore della vita,
religione che non lega bocca
che non spezza le parole.
Cerco cibo come bestia, sulle dita
la fine del chiaro in_vero e
tra le zampe i figli della carne
ne sento il peso
l'odorato di prossimità,
udito di lontananza..e vista-
non c'è specchio agli occhi laterali
unita somiglianza a due a due-
Come sangha, il terzo rifugio
tocca lo spazio
-passando per il corpo
per il sangue-
diviene puro l'animale e tutto il viso
nell'unica volontà di vivere
che conquista e salva
dalla lontananza
come fosse parte di se stessa..
e l'Urna
ogni notte più leggera
di gravità.Di compiuta vista
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