certe notti si aprono
a dismisura
qui, avanti alle mie braccia nell'acqua nuova
(cercami la mano, ti prego)
mi balzano incontro dal nulla
rovesci di vie, profondità di abissi
alte, gonfie di piogge. certe notti
urlano una eco che mi risale la frattura sulla schiena
e mi tirano indietro tra le serpi
sui glicini disfatti
(mi uccideranno. cercami la mano, ti prego)
sanguinano, a sorpresa
negli occhi
maree infinite di coralli morti, certe notti
che tu non sai
che tu non hai
le muove qualcosa di più di un morbo
nella spirale del mio respiro
dove
le impicco
ad altezze di ghiaccio
che tu non sai
che tu non hai
certe notti. ineludibili
non mi perdonano di avere ancora voce. e fede
nell'istinto del seme
nel destino della radice
(cercami, ti prego. prima che cada al di là del buio)
cercami le vene che il cuore certe notti non resiste
io lo so da tanto ormai:
non possono morire certe notti
se la luna non ha pietà e ancora
nega loro il bianco di una tomba.
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