Pubblicato il 19/03/2009 01:54:17
La strada sottile si separa dalla statale come un arto ammalato dal corpo sano il fondo di terra e pietre solca profondamente l'erba fino all'oceano.
La traccia continua dei muri in pietra mi orienta laddove la natura riprende il suo posto e punto diritto verso le isole Aran seminascoste dalla nebbia e dalla mia incredulità.
Alla foce il fiume sposa il mare l'acqua terrosa del Connemara si veste di bianco avvolta in un mantello di sassi e conchiglie che suonano sotto il passo di un ospite inatteso.
In un luogo regalato dal destino nel freddo di un'emozione di marzo scorgo l'ultimo rifugio di Red un pugno di pelo arancione tra il bianco e il verde della costa.
Un grande masso si oppone al vento e difende la dignità di un irlandese venuto a cercare la pace del mare nel giorno in cui ci si rassegna alla solitudine.
Disteso sulle zampe anteriori il muso appoggiato come se dormisse il cane ha spento la luce buona del suo sguardo sognando le isole della libertà selvaggia.
Turbato dalla mia stessa presenza distolgo lo sguardo dedicando a quel muso un'immaginaria carezza come all'amico fedele che non ho mai avuto e affidando quel sogno all'alta marea.
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