Pubblicato il 10/11/2016 17:34:30
PERSEGUITATI Babbo Natale, Befane , Presepi A rischio anche i calendari interculturali? Subito dopo la seconda guerra mondiale, Levy Strauss analizzava un fenomeno sociale allora in corso,. Nella Francia che risolleva appena la sua economia, si aggirava la figura di origine nordamericana di Babbo Natale, e la Chiesa Cattolica tentava la sua condanna a morte, bruciandolo in effige sul sagrato delle chiese. Tale martirio ne comportava però una sorta di santificazione, ravvivando e integrandosi con altri miti e riti di regalini per i bambini, come Santa Claus e San Nicola dalla barba bianca, che il famoso antropologo nota rimandino al rapporto tra le generazioni; ma aggiungerei pure Santa Lucia e la Befana e il quasi totemico Ceppo di Natale destinato a bruciare per giorni, tra Natale e l’Epifania, simboli di rinnovamento cosmico. L'anno scorso in Veneto sono state praticamente vietati i tradizionali roghi della Befana, festa che il Papa spiegava essere rivolta all'intercultura dato che i Magi venivano da vari paesi. Quest'anno il vescovo di Padova ha auspicato che non si facciano presepi per non indispettire i mussulmani. Così mi viene in mente che il presepio è stato inventato da s. Francesco , respinto dai Crociati dalla Terra Santa perché aveva convinto il sultano alla pace e alla possibile convivenza interreligiosa a Gerusalemme. Ho preparato un bel presepio di statuine nere africane e lo espongo sulla finestra. come messaggio di pace visibile ai passanti. Ma sono persuaso che non siano le religioni che si scontrano ma le istituzioni che le manovrano o le strumentalizzano ..Il brano è già pubblicato sul mio mio blog "robota nervoso". ho inserito il rimpianto per i roghi della befana che divertivano i bambini più poveri, nel mio recente libro "Zingari e No". Per anni con l’Associazione Progetti Interfaccia abbiamo promosso la diffusione di calendari interculturali per i bambini italiani e non. Il calendario, va preparare ogni anno con una ricerca specifica,un tempo rivolgendosi a persone delle altre culture,coinvolgendole ,più recentemente su internet. Così il calendario riportava le feste dei diversi culti e le feste nazionali dei popoli,quasi sempre legate alla loro emancipazione dal colonialismo. I bambini partecipano alla Befana che venivano propagandate nei negozi stranieri,veri ritrovi di culture,e ricevevano calzette di vera lana con dolcetti (calzetti e dolcetti regalati da negozi arabi,cinesi e africani).Illustravano il calendario interculturale con la loro festa preferita e lo portavano a scuola dopo le feste per esporlo in classe. Riferisco la vicenda dei rapporti con i marocchini e mussulmani. Un Bazar di marocchini marsigliesi promette con entusiasmo di regalare i calzetti di lana per i bambini, dico che la befana mi pare un’occasione di festa per i bambini tutti. Un papà con bambina dice ironico: Ci siamo accorti di essere in Italia! Poi dicono che per trovare i bambini devo andare alla moschea, e mi mettono in contatto tramite l’Associazione Marocchini di Padova. Andiamo per la Befana. L’imam ci riceve, colloquio di verifica e garanzie sorridenti di rispetto reciproco. Mi fa dono di un Corano e ci introduce, me con il Corano ben in vista tra le mani, e due tirocinanti psicologhe nell’aula della catechesi con ragazzini e ragazzine (garbatamente a capo coperto come madonnine ) . Dice che siamo amici venuti con un bel gioco per conoscere e farsi conoscere, e ci lascia. Spieghiamo il calendario interculturale, accenniamo alla struttura del Calendario mussulmano. E chiediamo di rappresentare sul calendario la loro festività preferita e un rigo di presentazione, e ognuno illustra il suo calendario, qualcuno anche un secondo, L’indomani li porteranno a scuola per essere esposti a compagni e insegnanti. Un informale rito di dono simbolico che propone rispetto reciproco. Si dice spesso che l’incontro con l’altro ci può rendere interiormente più ricchi o almeno più aperti. Per me era che faceva un freddo tremendo l mi appoggio alla ringhiera gelata che mi dà fitte di dolore . mi chiedo. Ma perché sono qui, cosa sto facendo, e non posso che rispondermi:che Allah’ me ne renda merito.. In cima alla scola mi accoglie l’imam, calvo come me ma a capo scoperto, entrati chiedo senza parere se dovessi scoprirmi; Sarei io che dovrei cprirmi mi risponde una signora ma veramente nessuno ci fa caso. Penso ora che l’imam si fosse scoperto la testa malgrado il freddo in segno di saluto per noi. Una tirocinante mi riferisce quasi commossa che ha sentito una bambina che diceva all’amichetta: …e pensare che non volevo venire, è stata la più bella giornata del corso. - Grazie alla reciproca disponibilità di tutti all’incontro interculturale Adolfo Sergio Omodeo - Psicologo e operatore sociale.
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