Pubblicato il 01/12/2012 08:08:25
DIEDI ANNI A TORINO, ben dieci - Eugenio Camerini Bohème Tienimi la manina gelida di oscura cameretta di gocciolio tetro di calamaio in punta di pennino la pelle ritorta al rullo tampone del riserbo sulla magra pagina stretta. Tienimi Bohème stretta alla ringhiera della soffitta la vertigine di questa barbarie nell'Odessa intellettuale. La schiena semibarbara percossa da i pionieri tipi di Pomba La senti come rulla? Battono i tamburi dalle profonde officine tra liane scure e cinghie dei torchi. Bohème stringimi le gale del vezzoso cappellino a Palazzo Madama sul corso rotolano passi letterati accalcati molesti come il jais lacrimante dai tuoi occhi: Dolce violetta di Torino cavouriana Dov'è il tuo cuore Bohème? Stretto nel corsetto esplode schizza via oltre l'eloquenza in cattedra di Paravia rulla sulle punte sulle graziose dita mezzoguanto freddo. Dov'è il tuo cuore Bohème? sotto i piedi della calca letterata emigrata e fuoriuscita rannicchiato alle lezioni di De Sanctis In San Francesco di Paola. Vociante di spettacoli tra polemiche e gazzettieri Dolce violetta di Torino cavouriana.
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