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Argomento: Letteratura

di Fabrizio Fabbroni
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Pubblicato il 04/10/2016 18:20:41

Uscito con il mio cane, Ettore, per la solita camminata del mattino, incontro un anziano pescatore seduto su di una sedia sgangherata all'ombra di una grossa pianta. Mi saluta, qui ancora usa che chiunque si incontra si dica buongiorno o buonasera, guarda il cane e si mette a piangere. Rimango sbalordito, dico subito che Ettore e buonissimo, tranquillo, inizia a raccontarmi la storia del rapporto con il suo cane, che e' morto il giorno prima e che il dolore e' pari alla perdita di una persona cara. Mi siedo su di un'altra sedia sgangherata ed Ettore, come se sentisse il dolore si accovaccia sui piedi del pescatore. Lui lo accarezza e comincia a raccontarmi una storia fatta di ricordi su cio' che e' stato quel suo piccolo amico. Lo aveva trovato una mattina sul molo, zuppo di acqua e tremante, man mano che si avvicinava il movimento della coda aumentava, l'incontro fu come se si fossero conosciuti da sempre, salto' nella barca e comincio' a leccarlo e lui ad accarezzarlo. Comincio' il loro percorso comune, fatto di fatica, di caldo, di freddo, di dolore, ma lui era li', quando lo vedeva affranto cominciava ad abbaiare, quando usciva dal porticciolo lui si metteva dritto a prua con le orecchie che sventolavano per il vento. Una volta era caduto in acqua e si sentiva tirato giu' dal peso degli stivali, lui si era buttato in acqua e lo aveva aiutato ad aggrapparsi alla barca e poi era corso verso riva ed abbaiando rumorosamente aveva richiamato l'attenzione degli altri pescatori che lo avevano soccorso. Il suo amico lo aveva salvato. Ora le lacrime scendevano copiose e sentivo come se quel cane fosse un pezzetto anche mio, ci guardammo e ci stringemmo la mano, ci ringrazio', a me ed Ettore, perche' in silenzio, avevamo ascoltato i suoi dolorosi ricordi. Ora, ogni volta che lo incontro seduto sulla sedia sgangherata, mi fa un piccolo segno di complicita' con la sua mano ossuta, io rispondo e passo oltre, il nostro segreto e' salvo.


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