Da queste profonde ferite,
usciranno farfalle libere.
[Alda Merini]
Ho cambiato aria
ultimamente.
Ho salutato il sole
per vestirmi della
foschia di dimenticati giorni
autunnali, cupi e fuori misura.
Ho lasciato con pena urlare
un dolore, che pur
mi segue, mi preme
sento chiamare, al risveglio
ad ogni sera, un pianto germano.
Ho voluto/dovuto spezzare
un passato senza futuro, tentare
di mettere in salvo un presente
un fragile incanto che aiuti a guarire.
Ho percorso in salita
di un canto la via, come
tra le voci del bosco udire
nominare, inatteso, il tuo nome.
Ho chiuso gli occhi
per vedere meglio
i colori di un sogno e
decifrare i fertili
solchi del tempo.
Ho gettato alcune paure
altre no, mi rendono forte.
Ho liberato vaghe idee a
naufragare in mari senza rive,
ho trattenuto il valore
del dubbio, contro la misera
miopia delle certezze.
Ho abbandonato una strada
- sì, va bene, piena di buche -
per graffiarmi in sentieri di spine
per celebrare una rosa, in essa
perdermi, rischiando la gioia.
Ho detto sì, stavolta,
snobbando i miei forse.
Ho sbagliato, chissà.
Ho, ora, solo ciò che ancora
non ho. Di sassi piene
le tasche, credo di lacrime
in nidi cristallo, giorni a
guinzaglio a scalpitare
un ritorno.
Ho cambiato aria
per scoprire che
non c'è aria, che
lo stesso non respiro,
se a darmi ossigeno
non sei Tu.
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