Pubblicato il 01/08/2012 08:52:27
Sull'album di fotografie di una signorina
Alla fine mi hai concesso l'album, che, Appena aperto, mi ha scombinato. Tutte le tue età In lucido o in opaco su erti fogli neri! Troppa pasticceria, e troppa sostanza: Immagini così nutrienti da ingozzarmi.
Strabico mi avvento su una posa dopo l'altra: Con le treccine e un gatto restio stretto in braccio; O adorna tu di pelliccia, il giorno del diploma; O con la mano a rialzare una rosa pendula Dal graticcio fiorito; o con il cappello da uomo
(Un po' inquietante, questa, per molti versi). Da ogni lato tu attenti al mio controllo, E anche con quegli sgradevoli tizi Che s'aggirano disinvolti fra i tuoi anni verdi: Nell'insieme, direi, non certo alla tua altezza.
Ma la fotografia! Fedele e deludente Quanto nessuna delle arti, che registra come insipidi I giorni insipidi, come finti i sorrisi a comando, E non censura presenze incongrue tipo un bucato steso O la pubblicità di una marca di colori,
Che svela la riluttanza del gatto e ogni piega Di un doppio mento, oh quanta grazia Con l'istantanea riversa sul tuo viso! Mi convince perentoria che qui c'è Una ragazza vera in un posto vero
Empiricamente reale in tutti i sensi. O è soltanto il passato? Quei fiori, quel cancello, Quei parchi brumosi, quelle auto ci straziano Solo perché non ci sono più; e tu Mi stringi il cuore con la tua aria datata.
Sì, certo; dopotutto però noi non piangiamo solo Per quello che è ormai escluso, ma perché l'esclusione Ci fa liberi di piangere. Sappiamo che ciò che fu Non verrà a chiederci di giustificare La nostra pena, per quanto urlata sopra
II gran vuoto fra l'occhio e il foglio dell'album. Resto così A rimpiangere (sicuramente senza effetto) Te in equilibrio sulla bicicletta contro una staccionata, A chiedermi se ti accorgeresti del furto Di questa di te che fai il bagno; a condensare,
Insomma, un passato che nessuno ora può dividere con te, Di chiunque sarà il tuo futuro; fermo e impassibile Ti tiene come un cielo dove tu stai, Invariabilmente bella, più piccola e più chiara Man mano che passano gli anni.
***
Lines on a young lady's photograph album
At last you yielded up the album, which, Once open, sent me distracted. All your ages Matt and glossy on the thick black pages! Too much confectionery, too rich: I choke on such nutritious images.
My swivel eye hungers from pose to pose — In pigtails, clutching a reluctant cat; Or furred yourself, a sweet girl-graduate; Or lifting a heavy-headed rose Beneath a trellis, or in a trilby hat
(Faintly disturbing, that, in several ways) — From every side you strike at my control, Not least through these disquieting chaps who loll At ease about your earlier days: Not quite your class, I'd say, dear, on the whole.
But o, photography! as no art is, Faithful and disappointing! that records Dull clays as dull, and hold-it smiles as frauds, And will not censor blemishes Like washing-lines, and Hall's-Distemper boards,
But shows the cat as disinclined, and shades A chin as doubled when it is, what grace Your candour thus confers upon her face! How overwhelmingly persuades That this is a real girl in a real place,
In every sense empirically true! Or is it just the past? Those flowers, that gâte, These misty parks and motors, lacerate Simply by being over; you Contract my heart by looking out of date.
Yes, true; but in the end, surely, we cry Not only at exclusion, but because It leaves us free to cry. We know what was
Won't call on us to justify Our grief, however hard we yowl across
Thè gap from eye to page. So I am left To mourn (without a chance of consequence) You, balanced on a bike against a fence; To wonder if you'd spot the theft Of this one of you bathing; to condense,
In short, a past that no one now can share, No matter whose your future; calm and dry, It holds you like a heaven, and you lie Unvariably lovely there, Smaller and clearer as the years go by.
(trad. di Vanna Gentili, http://ellisse.altervista.org/index.php?/archives/366-Philip-Larkin,-due-poesie.html)
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