Pubblicato il 09/07/2012 15:23:21
Contributo
Africa, Africa, Africa, terra grande, verde e sole, in lunghe file di navi schiavi neri mandò. Che tragica fu la bussola che guidò la nostra rotta. Che amari furono i datteri che incontrò la nostra bocca. Le fruste han sempre ferito la nostra schiena di ebano ma con le agili mani suoniamo maraca e bongo. I loro barbari suoni turbano i bianchi, di oggi, il sangue caldo si sparge della razza di colore, perché l'anima, africana che incatenata arrivò, in questa terra d'America portò cannella e candela.
***
Il vento e io
Come potrei avere la voce e il vento vento che sferza la luce, luce del tempo.
Ricordo l'angoscia mortale, vento ferito. Porti la spina dei miei amori, vento lascivo. Ora cresce il fiore indistinto del vento amico.
Oggi sotto un cielo di nubi, domani, dove sarò? E non saper perché cammino, per qual cammino vai. Il vento io l'ho perduto, chi sa se ritornerà.
Dove lei? Dove? Dove la sua voce? Dove la mia luna? Dove la mia ombra? Dove la luna senz'anima e io.
(traduzione di Sara Piazza, vedi http://www.filidaquilone.it/num003piazza.html)
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Loredana Savelli, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|