Pubblicato il 05/02/2008
LATTE DI MANDORLA
Rifrangi il tempo su uno specchio in penombra, questo tempo furtivo che guardavi con angoscia e ora è qui, davanti a te, venuto quasi di soppiatto, senza bagliori, tranquillo; e tu non ansimi di spasmi nella calura soffocante
Rifrangilo, dai, come lastrine di cristallo che ricoprono la superficie del mare di Ostia fanno col sole, prima di affondare e riformarsi, e rivivere in un nuovo riflesso di luce, mentre navigano ma appena sfiorando il pelo dell’acqua aliscafi di fantasie o gabbiani affamati di sogni
Resterai a guardare gli anni e le estati germogliare e sfiorire e germogliare e sfiorire tra voci ebbre di vita o tra il silenzio compiaciuto e appagato? Rifrangi il tempo, che ora subdolo t’inganna, nella penombra di queste mura; rifrangi, accecalo, ed allora non morirai soltanto di te stesso
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