E svanirono gli equilibri dei grandi bevitori,
pare ieri, amici a sedici anni, bocche inaccessibili
piene di sorrisi ad occhi chiusi,
piene di bicchieri vuoti,
ignorato muto lontano divenire, diventare,
dimenticate ore, quasi sconosciute,
come fossero irreali, anche i nostri nomi.
Usiamo ora l'indifferenza come distrazione,
il ricordo per se stessi e per gli altri
è un pericolo.
Buona istruzione, distruzione del teatro,
antico silenzio coperto di vento,
la rabbia della Calabria,
tra foglie di piombo e allucinazione,
sbarre tagliate o da tagliare,
come un muro seduto in un giardino
e colonne in piedi sotto lo jonio
a largo navi con alberi d'ulivo
e finestre immobili come albatri nel cielo
e mosche sazie di mandarino
e ancora noi che volevamo prenderci Milano...
datemi un capezzolo di cupola romana,
una bocca di fontana da piantare in fiumara,
un pezzo di nebbia toscana
ai nostri bronzi che camminano in via marina
tenendosi per mano...stasera: Reggina-Fiorentina.
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