I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Dalle parti remote
Abbandonare la mente nelle parti più remote del cuore.
Nelle parti remote non si replica il pane
e anche i pesci appaiono solo negli abissi.
Nelle parti remote si spreme il latte
da mammelle velate di papaveri afgani
in continui affanni e sospiri:
lontani occhi asciugati da deserte visioni,
esseri remoti, essere vetro di mare,
pietre preziose strascicate nelle sabbie,
perpetuano il suono delle bottiglie
piene di messaggi.
Queste le voci di dentro remote,
domande senza più un segreto:
"il mondo è un soldo
che Dio ha perso nell'Universo?"
Ancora, nelle parti remote dello spirito,
dopo l'attuale cancellazione del testamento,
resiste nell'alba della coscienza
l'infanzia della ribellione,
e nel calmo respirare con gli occhi
abbandonare la mente
nella parte più remota della notte,
in cerca di un sogno in un verso
in stato di embrione,
ancora privo di volto nell'immagine,
nello sviluppo di un mite dolore.
Id: 20818 Data: 06/06/2013 17:34:15
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La partita
E svanirono gli equilibri dei grandi bevitori,
pare ieri, amici a sedici anni, bocche inaccessibili
piene di sorrisi ad occhi chiusi,
piene di bicchieri vuoti,
ignorato muto lontano divenire, diventare,
dimenticate ore, quasi sconosciute,
come fossero irreali, anche i nostri nomi.
Usiamo ora l'indifferenza come distrazione,
il ricordo per se stessi e per gli altri
è un pericolo.
Buona istruzione, distruzione del teatro,
antico silenzio coperto di vento,
la rabbia della Calabria,
tra foglie di piombo e allucinazione,
sbarre tagliate o da tagliare,
come un muro seduto in un giardino
e colonne in piedi sotto lo jonio
a largo navi con alberi d'ulivo
e finestre immobili come albatri nel cielo
e mosche sazie di mandarino
e ancora noi che volevamo prenderci Milano...
datemi un capezzolo di cupola romana,
una bocca di fontana da piantare in fiumara,
un pezzo di nebbia toscana
ai nostri bronzi che camminano in via marina
tenendosi per mano...stasera: Reggina-Fiorentina.
Id: 17349 Data: 03/11/2012 16:33:36
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Fare pensiero
Dev'essere accaduto in questo momento mille anni fa...l'avevo scritto in un appunto che ho perso nella fossa comune della carta. T'ho baciata di seppia ossa, nuda, crollata su uno squarcio cucito nel letto dopo lo scoppio dell'arma appena inventata dopo la spada spezzata, la penna piantata per essere vissuta tra noi come evoluzione, eliminazione di polvere antenata meraviglia che meraviglia nella tua faccia strappata dalla terra, erede del silenzio che ti accompagna con un ronzio di una radio accesa sul ricordo di una canzone che ti segna. Conta quanti sogni avevi raccontali a viaggiatori vicini come le barche alle navi e poi lasciali affondare sotto i piedi e continua a camminare, camminare seguendo mappe vecchie e sconosciute verso il luogo dove non importa avere palpebre aperte o chiuse.
Id: 15102 Data: 09/06/2012 12:26:00
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Righe e strade interrotte
Il deserto non ha stranieri, essere tutto uguale, diverso in ordine di sparizione: tempeste riempiono tasche; rena scavata da bocche; cumuli di grani negli occhi, secchi, come estati di fichi.
Non lasciano nemmeno un messaggio quelli che se ne vanno, ed i salvati leggono la scritta sulla porta dell'inferno.
Ma la speranza è sostanza stupefacente: motore a vapore, sogno d'istante, cavallo arabo inseguito dal verso del leopardo...
Gli affari si fanno con droga più pesante delle speranze, care puttane...troppo care...
dunque scrivere, ovunque scrivere, comunque strappare, dimenticare, come colui che dimentica per vendetta e si fa dimenticare.
Id: 12097 Data: 16/01/2012 12:00:24
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Le ceneri di hashish
Bisogna spegnere quel cervello, forse con una spranga di ferro, o un coltello piantato, sicuro una ruota sul volto e resta sul campo, ultimo letto, e pensiero chiuso in un corpo morto... come un mondo sgonfio lasciato in una porta senza rete da un piede impastato di sangue e di fango. La poesia era già nella carta bastava bruciarla, come la vita: la riga del vento nel cielo dove un libro aperto vola. E inghiottendo fumo assassino sputo respiro macchiato con la faccia scacciata al terreno o seguo traiettorie di orientali marciapiedi o meridionali neri senza occhi, rivedo gli sguardi tristi di lontani paesi socialisti. Condannato alla solitudine al mattino mi preparo al panico da palcoscenico proseguendo nell'estinzione, obbligato a vivere, senza nuocere.
Id: 11497 Data: 11/12/2011 13:37:27
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