L’erba così fragile del pensiero
falciata dalla realtà opprimente
ricordi nei sorrisi d’un demente
il manicomio lungo il sentiero...
l’arcobaleno cavalca equilibri
impressioni dal tempo risorte
quei segreti custoditi dai libri
svelano la disfatta della morte...
periodo duro non più soffice
crisi al ritmo di rock potente
molteplici persone disattente
loderebbero il loro carnefice...
riverbero di chiarore sanguigno
sull’uomo sempre appeso al forse
se l’anima decisa apre lo scrigno
sgorgano le nostre infinite risorse...
si brucia ogni giorno con un giorno
tirando al campare senza intuire
il significato vitale col suo fluire
e neanche il sospiro che s’ha intorno...
grande tecnologia per esili valori
una nuova ma vecchia razza padrona
tinge lo schermo tra mille colori
scopo non uscire legare alla poltrona...
siamo ancora esseri umani caro clero
contrasta questi dominatori crudeli
difendi l’alito divino dei tuoi fedeli
affinché nessuno diventi un pistolero...
siffatto mondo una casa di cura
da dietro l’uscio attende la speranza
finché nella notte troppo scura
una fiamma infiammerà la sostanza...
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