Pubblicato il 20/06/2016 13:58:05
Il "mistero" dei due Marcello Piacentini. Per chi ama l'arte e segue un nome e un cognome, cioè quello di Marcello Piacentini, può nascere un dilemma di sempre più difficile soluzione. Ci si trova ad inseguire DUE Marcello PIacentini, di cui il primo ben conosciuto: "Marcello Piacentini (Roma, 8 dicembre 1881 – Roma, 18 maggio 1960) è stato un architetto e urbanista italiano." Certamente morto nel 1960 e l'altro, certamente vivo oltre quella data, visto che riempie le case degli italiani, le gallerie d'arte e il Web, delle sue opere, che portano date ben oltre quel fatidico 1960. Le stesse gallerie d'arte, se da una parte sembrano ben diversificare le due firme, in altre occasioni sembrano confonderle. Personalmente innamorata del Marcello Piacentini "due", posseggo un paio di sue belle opere, molto particolari, anche perché, almeno una, lo "Studio in rosso", sembra proprio dipinta da un artista che intendesse fare un lavoro a carattere sociale, se non politico e non soltanto una piacevole opera pittorica. Datata 1974, non può sicuramente appartenere al Marcello Piacentini "uno", morto nel 1960, così come sappiamo. Fermo restando che, inseguendone i lavori sul web, ci ritroviamo invasi dalle sue opere, tutte riconoscibili per il modo con cui tratta sia i colori che le pennellate, le cose cominciano a divenire difficili quando si cerca di comprendere dove l'artista sia nato, viva o (speriamo non sia così), possa essere morto. Chi è questo Marcello Piacentini 2? Un mistero. Andando all'inseguimento della firma e delle sue opere, possiamo ritrovare il Marcello Piacentini "uno", come grafico, nei disegni riproducenti opere architettoniche, e non ci meravigliamo affatto della cosa, ma poi lo ritroviamo anche, pubblicato sulla pagina di una galleria d'arte, oltre che per il disegno di una Chiesa da realizzarsi in Littoria, anche per una piccola pittura su tavola 30x20, di cui si afferma dipinta nel 1959. Ci troviamo: il Piacentini uno era ancora in vita. Se però ci prendiamo il gusto di rintracciare l'immagine di un altro lavoro, ritroviamo i colori simili, così come le pennellate e una firma che, estrapolata e confrontata con quella del Piacentini "due", sembra, se non identica (da grafologa sembra identica), posso dire almeno "molto simile". Avvicinate con sistema fotografico, decisamente molto simile. Pure il lavoro è sempre riferito, in questa casa d'aste (di cui non farò il nome), come in un altro caso, come appartenente al "Piacentini uno". C'è da restare sconcertati, anche perché il Piacentini due, cromaticamente più diversificato, come dicevamo, invade le piazze del Web, sconcertando non poco quanti collezionano le opere del Piacentini UNO. Laddove non vi sono date, la confusione si fa più evidente, laddove, invece, l'autore ha posto firma e datazione, appare più chiaro che l'opera non può appartenere al Piacentini UNO, giacché era morto da tempo. Viene fatto di chiedersi, così come avvenne per Hitler ed altri personaggi della storia, se non sia sopravvissuto e si nasconda, continuando a dipingere. Ovviamente è soltanto una ipotesi ironica. Personalmente, da giornalista, da insegnante di storia dell'arte, da pittrice e da collezionista (proveniente da famiglie di collezionisti), resto sconcertata, avendo più volte tentato di chiedere a chi possedesse le opere del Piacentini due, se sapesse CHI ne fosse l'autore: nulla. Nessuno sembra in grado di rispondere e lo stesso artista non sembra disponibile ad esporsi con foto, mostre o altro. Magari, più semplicemente, è poco interessato a farlo e neanche immagina di avere creato in me e in altri questo desiderio di conoscerlo. Mi limito, da giornalista, a riportare la cosa, in quanto, non avendo trovato risposta, spero che qualcuno leggendo il mio "pezzo", possa rispondere all'arcano. Bianca Fasano
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