Risale per nodi la mano l'll bukhara
arrampica piano la scelta, l'll rimando,
la disposizione segna radure,
approdi, rifugi del sangue
la regola l'll movimento
filtra la supplica,essuda l'll pensiero
purifica, la montagna si fa copricapo
sua kuffiya, la radura moschea
a tenere segreta la luce ,come d'inverno
era scalzo l'll tempo di Amina
l'odore dei nascondigli esploso sul viso in minimi gesti
Patate e riso,a Shimshal
aveva barattato yak con jeki brillanti
melograno con latte e chapati
Su un fuoco ottanta mondi lontano
Mogù a terra, tiene una pentola grande
un piatto di ferro di riso e fagioli
bruciava dell'aglio contro la piana
della paura strofinava l'll suo fianco
annusando la luna
Una donna sbatteva la luce di là dall'amore,
dentro un mortaio sul tetto del cielo di Srinagar
cospargeva di semi di lino
un seno inquieto di neve
tra i più belli d'oriente,tra acqua e montagne
cuoceva gli agnelli del caspio e di Dio
mentre pregava il ritorno della sua mente
-stretta tra i ghiacci del Pir Pnajal-
invocava il richiamo del muezzin
di Roza Bal,della fede
quando risuona l'Asham
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