Pubblicato il 29/12/2012 11:43:07
Il tam tam in arrivo dal web si era fatto assordante. Da Twitter, da Facebook, gruppi sempre più numerosi di fans di Barabba ne chiedevano l'immediata scarcerazione. L'argomento era all'ordine del giorno persino al Senato di Roma: forse un'amnistia avrebbe potuto risolvere il caso in maniera indolore, senza che l'eventuale rilascio potesse sembrare una resa alla malavita locale. Non era più solo un problema d’ordine pubblico: “l'affaire” aveva ormai tutti i connotati del caso politico. Ladri, truffatori e papponi avevano imparato a memoria la lezione, appena colti in flagrante, quando erano beccati con le mani nel sacco o nella marmellata, si dichiaravano subito prigionieri politici, iniziavano a fare lo sciopero della fame. Erano diventati eroi, gli stessi cittadini derubati ne invocavano la liberazione. I potentati locali, invece, non li vedevano di buon occhio: in cuor loro preferivano che marcissero in prigione, speravano che il Senato di Roma bocciasse la proposta d’amnistia. Le mail in arrivo dall'Italia erano sibilline: i senatori, impegnati a gozzovigliare, a darsi ai bagordi con schiave e liberti, non avevano ancora un'opinione precisa sul da farsi. Su questo rifletteva Pilato, quando un dispaccio d'agenzia annunciò l'arresto di Jesus di Nazareth, il primo nella lista dei cento ricercati più pericolosi di Palestina. La notizia passò quasi inosservata sui siti on line e sui social network, eppure solo pochi giorni prima Jesus era stato accolto quasi trionfalmente al suo arrivo a Gerusalemme. Pensò subito ad un intervento in grande stile del Mossad per silenziare la notizia. Era curioso di conoscerlo e d'interrogarlo: i dispacci d'intelligence di Roma lo descrivevano come un tipo strambo, che s'accompagnava con un corteo di pescatori, muratori, contadini, donne di malaffare, per fare del bene al prossimo. Trasformava l'acqua in vino, anche se a ridosso del deserto del Sinai, sarebbe stato più utile cambiare il vino in acqua. Moltiplicava pane e pesci, ma non i sesterzi, guariva i malati e resuscitava i morti, ma tutti rigorosamente nullatenenti. Non aveva difetti, a parte i capelli lunghi e il look trasandato. Lo condussero al suo cospetto con le catene ai polsi: un plotone di legionari con telecamere al seguito restò in attesa nella sala del governatore, per la traduzione in carcere del prigioniero. Pilato fu sorpreso dal suo arrivo proprio ad ora di pranzo: seduto in un angolo del suo ampio studio stava assaporando l'amatriciana preparata dalla madre che l'aveva seguito sino in Palestina. Fece cenno a Jesus di avvicinarsi, intenerito dalla sua magrezza gli offrì parte dell'abbacchio che faceva bella mostra sul tavolo. Jesus sorrise cortese, ma rifiutò. Pilato lo guardò diritto negli occhi: quel prigioniero non sembrava avere alcun tipo di parentela con i criminali del luogo. Rimase colpito dalla voce calda, dal parlare colto, ma semplice, dal fascino che il volto emanava. Rilesse i capi d'accusa: cospirazione contro l'impero e blasfemia. Si riteneva il Re dei Giudei, non riconosceva l'autorità di Roma: al suo cospetto Jesus negò le accuse, sia pure con delle perifrasi. Non c'erano prove della sua cospirazione: i suoi discepoli andavano in giro disarmati, non teneva comizi, non andava in televisione ad arringare le folle. Blasfemia? Cosa ne poteva capire lui che aveva decine di dei da servire, di cosa significasse quella parola? Convocò i consiglieri più fidati per trovare una soluzione di compromesso: l'idea migliore venne al regista del TG. Un reality in prima serata per chiedere chi tra Jesus e Barabba era meritevole di scarcerazione. La proposta piacque subito a tutti. Pilato si alzò di scatto per stringere le mani al regista: accortosi che erano ancora unte del sugo d’abbacchio, si avvicinò al lavabo per pulirle. I flash dei fotografi immortalarono la scena, le telecamere ripresero tutto, i giornali on line strillarono a tutto schermo: " Pilato se ne lava le mani, a voi la scelta. Volete libero Jesus o Barabba?" I disegnatori satirici, i fumettisti si scatenarono con battute fulminanti e vignette esilaranti: gli spazi pubblicitari del reality arrivarono a costare un occhio della testa. Pilato pretese i diritti d'autore: le mani forse erano pulite, ma le tasche dovevano essere piene. I telespettatori potevano votare con un sms dal costo di due sesterzi: il ricavato sarebbe andato in beneficenza all'associazione no-profit "Una reggia per Ponzio". Gli istituti di sondaggio sfornarono i loro responsi: il pubblico in netta maggioranza era orientato a votare per Jesus. Il corpo da ballo aprì la trasmissione con la danza dei sette veli: a metà della performance dei veli non c'era più traccia. Su Ebay c'era già chi li vendeva a mille sesterzi. Barabba aveva giocato bene le sue carte: in un video pubblicato su youtube, aveva cercato di guadagnarsi le simpatie del pubblico femminile mostrando la plasticità dei pettorali. In un altro video postato su youporn aveva mostrato il resto. Jesus scelse di non fare campagna elettorale: solo Pietro di sua iniziativa editò sul suo profilo Facebook, uno strano filmato dove si vedeva un gallo cantare tre volte. La conduzione del programma fu affidata a Maria Maddalena: una show girl appena approdata al successo dopo un avvio di carriera molto chiacchierato. La prima prova in programma tra i candidati era una gara di lotta: Barabba la vinse per forfait dell'avversario. La gara di quiz, invece, rimise tutto in parità: la risposta esatta di Jesus precedeva la stessa domanda della conduttrice. La regia visionò più volte i filmati, sospettando un accordo segreto tra Maria Maddalena e il concorrente. La conduttrice fu scagionata, quando Jesus con lo sguardo rivolto alle telecamere, pronunciò una delle frasi rimaste famose nella storia della televisione: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". La prova decisiva fu preceduta da un numero di cabaret che ritraeva Pilato in procinto di lavarsi i piedi prima di decidere da quale lato del letto dormire. Recitare una poesia di loro invenzione: era la terza e decisiva prova cui erano chiamati i contendenti. Jesus scelse uno dei pezzi pregiati del suo repertorio, un classico del genere. Lesse davanti alla platea il Pater Noster. Un silenzio tombale accolse il suo ultimo verso: nessuno osò applaudire. Barabba si avvicinò baldanzoso al microfono gridando in lacrime “ Mamma ti amo” tra la standing ovation del pubblico pagante. La fine della storia è nota: a Maria Maddalena toccò leggere l’esito della votazione. A Jesus erano andati solo trecento voti, contro i trecentomila di Barabba. Jesus finì crocifisso, Barabba tornò a rubare, persino alla mamma. Pilato si godette ancora per poco il bottino, fu presto sostituito da un nuovo governatore più gradito a Roma e meno incline alla pulizia.
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