Pubblicato il 26/09/2012 11:31:14
Io, separato dagli altri per un compito, malato di consapevolezza, studio il mondo infetto e tutte quelle insidie che bucano l’attesa del cammino. A quando il tempo giusto, l’opportunità disvelata nel formicolare dove l’opera confonde nell’industria?
L’ultima visita al cronicario, dopo il commiato un cero ai poveri morti, lo sguardo estremo in cerchio con l’orecchio sordo al clangore: tutti s’ammazzano! Come possono sentire dio sopra la sirena cupa dello sterminio? Sono proprio alla fine, se ho preferito non portare nulla con me, ma messo a memoria una sola poesia da intonare lungo il viaggio.
Saranno i passi a decifrare la mappa, le vie dei canti, laddove tutto ha un’anima, anche l’insegna arrugginita e divelta dal vento. Sarò solo? Con te? Con i figli? La tua, loro libertà mi preoccupa, ma so che con voi non rimane che giocare la carta del richiamo alla veglia.
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