Pubblicato il 09/09/2012 15:54:34
Allora vi dirò la fonderia
che conosceva l’arte rubescente -
rossa alchimia e fuoco sempre vivo -
ora mattoni e scheletro di ferro.
Rinasce nel suo ventre opera arborea -
m’inganna ogni mattina il suo passato
e credo ancora alla magia che arde,
alla trasmutazione dei metalli
in nuove forme e altri incantamenti.
Così io -
metallo che discioglie il mutamento -
non vi dirò cosa rimane ormai
se le parole sfuggono a me stessa.
Non so tirare i fili della sorte,
mettere insieme quello che è disperso
e mai si può afferrare veramente:
il cielo che ci guarda scivolare,
la terra che sostiene i nostri passi
malfermi nel cammino - l’orizzonte
ci sembra di vederlo - ma scompare.
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