Pubblicato il 20/08/2012 09:47:42
Non provo più pietà né per lui né per me mentre gocce di sangue malate cadono sui suoi occhiali e, come una marionetta, penzola dal grigio deambulatore. So solo gridare il suo nome sotto i raggi maledetti di un mezzogiorno rovente, infernale. Andavamo a messa, il top per una coppia di desperados. Poi la caduta di lui avvinghiato al suo quotidiano palcoscenico e la mia invocazione che straripava e rompeva gli argini dei fiumi che verranno, forse anomali, a pulirci la bocca. Ma un samaritano ci ha guardato ed è accorso con braccia giovani ed un sorriso triste e buono. Con lui ho sollevato un crocifisso sanguinante e salutato l'uomo riluttante a lasciarci navigare nel lago salato della nostra affollata solitudine. Ma così deve essere, assai meglio che sopportare una compassione biascicante e spenta.
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