Pubblicato il 07/04/2012 14:26:46
Quando scende la tenda nera sulle parole che vorrei dire e restano aggrovigliate sulla lingua, non c'è solo mancanza di voce, c'è rarefazione di ossigeno, c'è l'urlo che restringe lo spazio vitale.
Quando il fenicottero tende il capo alla luce tremolante del tramonto si disegna una barriera impercettibile davanti al cammino del viaggiatore, e non si spiega il vento della malinconia che improvviso spira sulla laguna.
Quando la sera si è conclusa l'azione e si aspira alla quiete el sonno, comincia spesso un tragitto accidioso tra le brume nebbiose della mente che s'incaglia tra i riverberi dell'eros.
E sulla soglia indefinibile dell'oscurità diventano complici passione e dolore. Non è ammesso ormai rinunciare all'igiene verbale rigenerante.
Se non ci sono le lacrime del lutto non si potrà ricominciare a parlare. Poi, si troverà il modo giusto per farlo.
(tratta da Almanacco dello specchio 2010-11, Mondadori, 2011, pag. 188)
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